“Pensiamo a tutti i genitori”
A fare particolarmente rumore, riguardo l’ultima ordinanza che entrerà in vigore sabato prossimo (14 novembre), sono le misure nell’ambito della scuola. Ieri il presidente della Provincia Arno Kompatscher ha annunciato che da lunedì 16 la didattica a distanza sarà prevista anche per gli alunni di prima media nelle successive due settimane. La prossima settimana l’insegnamento in presenza nelle strutture di assistenza prima infanzia, delle scuole materne ed elementari avrà luogo solo per i bambini i cui genitori svolgono lavori essenziali (personale della sanità, della scuola e dei servizi di trasporto, della sicurezza, ecc.).
Qual è la differenza fra il primo lockdown della scorsa primavera e quello “più leggero” che ci stiamo preparando ad affrontare? Si chiedono i consiglieri provinciali dei Verdi Brigitte Foppa, Riccardo Dello Sbarba e Hanspeter Staffler, riassumendo così la risposta in base alla prospettiva che attende i genitori dei bambini in età scolare e prescolare: “Ah sì, stavolta tocca andare al lavoro e contemporaneamente occuparsi dei bambini a casa”.
Se il servizio di assistenza d’emergenza viene limitato ai genitori che lavorano in ambiti rilevanti per il sistema, la cosa può diventare un problema enorme per gli altri genitori, sottolineano gli ambientalisti.
Data però l’apertura da parte di Kompatscher ad accogliere proposte migliorative da inserire nel pacchetto di interventi anti-Covid, la compagine Verde chiederà alla giunta di mettere a disposizione il servizio emergenziale di assistenza a tutti i bambini i cui genitori lavorano. “A coloro che a causa delle chiusure devono restare a casa e che hanno esaurito le ferie, deve essere garantito un periodo di aspettativa”.
Sulla questione è intervenuto in polemica Alessandro Urzì, consigliere provinciale di Fratelli d’Italia-L’Alto Adige nel cuore: “Le misure annunciate in materia scolastica saranno più mitigate solo per i genitori che lavorano in servizi essenziali. Come se la maggioranza delle famiglie che non lavorano in servizi essenziali possano essere abbandonate a loro stesse”.