Politica | Bolzano

Accertamenti sulle bandiere tricolore

Il gruppo “Remigrazione e Riconquista” legato a Casapound tappezza i cartelli della città. Vianini (storico): “E’ guerriglia odonomastica”. Margheri (ANPI): “Disvalori di un passato che non passerà, la politica si schieri”.
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Foto: remigrazione.org
  • Negli ultimi giorni a Bolzano sono comparse diverse bandiere tricolore appese ai cartelli stradali, dietro a queste affissioni c’è una nuova organizzazione chiamata “Remigrazione e Riconquista”. Un gruppo proveniente da ambienti dell’estrema destra italiana, che a livello nazionale è espressione di CasaPound, Veneto Fronte Skinheads, Rete dei Patrioti e Brescia ai Bresciani. L’affissione sarebbe avvenuta nella notte del 4 novembre, per celebrare la “vittoria italiana” nella prima guerra mnondiale. La Polizia municipale sta facendo degli accertamenti per verificare se si può sanzionare chi ha messo in essere queste azioni e nel frattempo ha provveduto a rimuovere le bandiere, come conferma a SALTO il comandante Fabrizio Piras

  • Alcune delle vie di Bolzano con il tricolore. Foto: remigrazione.org
  • Quella di Bolzano è solo una delle varie azioni che il movimento ha intrapreso in diverse città di Italia, con manifestazioni e grandi striscioni che inneggiano alla “Remigrazione”. Sull’iniziativa è intervenuto anche il consigliere leghista del quartiere Don Bosco Maurizio Puglisi Ghizzi, già consigliere comunale e candidato sindaco di CasaPound, che su Facebook ha scritto: “REMIGRAZIONE. Iniziamo ad usare questo termine. Un giorno qualcuno ha deciso che fosse una buona idea riempire le nostre belle città con gente che viene dall’altra parte del mondo, senza arte né parte. Risultato? Quello che vediamo tutti i giorni: violenze, degrado, caos, città ridotte a pericolosissime latrine a cielo aperto ed il nostro welfare dilapidato. Perché no, non ci pagano le pensioni, sono anzi dei maleducati pretenziosi di quel poco che chi ci ha preceduto ha racimolato per il nostro popolo. Vanno riportati a casa loro. Va introdotta questa proposta di legge. Non domani, ORA! REMIGRAZIONE, SEND THEM HOME”, conclude Puglisi Ghizzi.

     

    "Va introdotta questa proposta di legge. Non domani, ORA! REMIGRAZIONE, SEND THEM HOME"

     

    “Il tricolore della Repubblica democratica italiana è legato ad una Costituzione che riconosce i diritti delle minoranze e la dignità delle persone e ne fa il suo centro. Il tricolore di questi signori è un muro pericoloso che ripropone tutti i disvalori di un passato che non passerà. La politica istituzionale dovrebbe prendere le distanze in maniera netta da questi atteggiamenti non solo in occasione delle commemorazioni ma ogni giorno”, commenta il presidente dell’ANPI Guido Margheri. “Queste parole d'ordine, remigrazione, riconquista, rilanciano i miti della nazione totalmente pura, salva dall'invasione di tutti gli altri delle diversità. Cioè che non è più solo un pericolo che viene dai militanti di determinati gruppi dichiaratamente xenofobi, neonazisti e neofascisti”, conclude il presidente ANPI.

  • La nuova veste dell’estrema destra

    “Il nome di questo comitato Remigrazione e Riconquista mi sembra molto indicativo”, commenta lo storico del centro di storia regionale Lorenzo Vianini. “Non solo per il tema della remigrazione che viene dall'ambito tedesco, ma anche per quello di ‘riconquista’ che indica chiaramente il processo di espulsione delle persone musulmane dalla Spagna. Infatti, questo comitato ha deciso di appendere le bandiere non solo ai loro eroi di riferimento dell'italianità quindi Filzi, Battisti e via dicendo, ma anche per esempio in Via Rodi, riprendendo anche quel concetto di diffusione coloniale e di impero che è proprio del fascismo”, commenta lo storico bolzanino.

  • Lorenzo Vianini: lavora presso il centro di storia regionale e si occupa di culture della memoria regionale, fascismo e nazionalsocialismo. Foto: Geschichte und Region/Storia e regione
  • Un fenomeno preoccupante e che supera i confini delle lingue, secondo Vianini: “I movimenti di estrema destra, sia italiani che di lingua tedesca, si nutrono del disagio e della difficoltà, spesso costruita, nei confronti non solo tra gruppi linguistici ma anche con i nuovi cittadini. Bolzano ha avuto negli anni una forte componente neofascista, capace di intercettare il malessere di una parte della popolazione che non è necessariamente neofascista”.

     

    “Le violenze gli atteggiamenti di razzismo sono all'ordine del giorno, è solo calata l'attenzione”

     

    Secondo lo storico, negli ultimi anni CasaPound ha cambiato strategia, rinunciando alle elezioni per concentrarsi su temi simbolici come la toponomastica. “Il caso delle vie e dei nomi è un esempio: la posa della targa per Sergio Ramelli ricorda le azioni di ‘guerriglia odonomastica’ viste altrove, legate alle vie del colonialismo. È una forma di riappropriazione simbolica della città”, spiega Vianini. Ma non è solo una questione di simboli. “Appena un mese fa alcuni esponenti di destra hanno aggredito un ragazzino al bar perché aveva scritto “Hate Nazis”. Questo la dice lunga sul fatto che non sia più solo una questione simbolica, le aggressioni, le violenze gli atteggiamenti di razzismo sono all'ordine del giorno, è solo calata l'attenzione”. 

  • Il presidente Schuler in Consiglio provinciale con la delegazione del gruppo consiliare bavarese AfD. Foto: Landtag
  • La riorganizzazione politica

    Secondo Vianini, oltre alle manifestazioni ed alle azioni di piazza, si sta assistendo anche ad una riorganizzazione politica. “A livello locale esistono ancora molte formazioni di estrema destra, più o meno attive e capaci di attrarre consensi. Il problema è che i partiti di destra più tradizionali accolgono spesso tra le loro fila esponenti di questi gruppi. Maurizio Puglisi Ghizzi, già candidato sindaco per CasaPound, ne è un esempio: oggi milita in altre formazioni (ndr Lega)”. Il fenomeno, secondo lo storico, è preoccupante, perché permette a questi movimenti di riciclarsi nelle istituzioni attraverso altre sigle. “Lo stesso accade nel mondo tedesco: formazioni come JWA o Freiheitlichen mantengono rapporti con partiti di estrema destra austriaci e tedeschi, come la FPÖ. Giusto qualche settimana fa il presidente del Consiglio provinciale Arnold Schuler ha accolto una delegazione della AfD nel corso di una seduta plenaria”, spiega Vianini.