Negozi chiusi, fabbriche aperte
L’annuncio arriva ieri (11 marzo) in serata, in diretta Facebook: “Saranno chiusi tutti i negozi tranne quelli per i beni di prima necessità, come farmacie e alimentari”. Il premier Giuseppe Conte ha deciso di mettere in campo nuove misure restrittive per fronteggiare il contagio del Coronavirus in Italia (qui il decreto), ma per avere un riscontro effettivo “dovremo attendere un paio di settimane”, ha sottolineato il Primo ministro. Serrata, dunque, fino al 25 marzo. “Ho fatto un patto con la mia coscienza, al primo posto c'è la salute degli italiani”, ha detto Conte nel suo terzo discorso alla nazione nel giro di pochi giorni.
Restano aperti negozi di alimentari, farmacie, tabaccai, pompe di benzina, lavanderie, edicole. Industrie e le fabbriche potranno continuare a lavorare a condizione di rispettare i protocolli di sicurezza. I trasporti non saranno sospesi (anche se ridotti, in base a decisioni prese a livello regionale) e saranno garantiti i servizi bancari, finanziari, postali e assicurativi. Spengono le luci bar, pub, ristoranti (per tutto il giorno e non solo dopo le 18) ma rimangono le consegne a domicilio. Chiudono anche parrucchieri, centri estetici, servizi di mensa, mercati di ogni tipo. Le aziende sono invitate a incentivare ferie, congedi retribuiti e smart working.
Altra importante novità del decreto è la nomina di un commissario speciale per la gestione della crisi, che avrà “ampi poteri”. Si tratta di Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa.
In Alto Adige, intanto, è stato deciso di innalzare lo stato di protezione civile che è passato dal livello di attenzione Alfa al livello di preallarme Bravo il quale richiede che tutti i corpi impegnati nel soccorso alla popolazione siano informati del rischio corrente e pronti a intervenire. La Provincia fa sapere che, a causa della positività di alcuni collaboratori, l’Azienda sanitaria locale aveva iniziato già qualche giorno fa a eseguire i test a medici e personale tecnico-assistenziale. L’amministrazione provinciale assicura che tutti e 7 gli ospedali altoatesini resteranno “aperti ed efficienti”. Ieri era circolata la voce di una possibile chiusura del nosocomio di Bressanone a seguito della positività al Covid-19 riscontrata in due medici. Ipotesi scongiurata, il servizio sanitario resta attivo, ha specificato l’assessore alla salute Thomas Widmann riferendo che dopo cinquanta tamponi effettuati “solo” altri tre casi sono risultati positivi.