Società | Scuola

Facile a dirsi

Tanto facili gli slogan sulla scuola altoatesina, tanto più complessa la realtà.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

Proviamo ad immaginare la situazione. Prima classe elementare di una scuola in lingua tedesca di Bolzano, 16 alunni di cui: 2 provenienti da famiglie dove si parla tedesco, 5 provenienti da famiglie dove si parla italiano, 9 provenienti da famiglie immigrate dove si parlano le rispettive diverse madrelingue. La lingua di insegnamento, il tedesco, la capisce solo una piccola minoranza dei bambini. Che fare? Si fa, con la grande buona volontà e generosità degli insegnanti e con la curiosità è capacità di adattamento dei bambini. Una sfida difficile, che si diventa ogni anno più complessa e della quale non si conoscono gli esiti. Auguriamoci che essi siano positivi, ma risparmiamoci i consueti slogan pro o contro la scuola “mista” o “separata” in Alto Adige. La realtà ci ha sorpassati e ci costringe a rincorrerla. Per raggiungerla abbiamo bisogno di ragionamenti nuovi, tutti da elaborare. Quelli in uso, si riferiscono ad un mondo che non c’è più.
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