“La politica americana ora è aggressiva”

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Martedì 11 marzo si sono tenute le elezioni in Groenlandia. Sono stati eletti i 31 membri dell'Inatsisartut - questo il nome del parlamento - che rappresenteranno gli oltre 56 mila abitanti del Paese. A vincere le elezioni più osservate della storia del Paese - che fa parte del Regno di Danimarca - è stato il partito centrista liberale dei Demokraatit (Democratici), che ha ottenuto il 29,9% dei voti e, di conseguenza, 10 seggi. L'ex colonia danese è finita nel mirino degli Stati Uniti, visto che il Presidente Donald Trump ha riproposto la sua vecchia idea di far comprare al governo statunitense la Groenlandia. Come riportato anche da il Post, l'indipendenza dal Regno di Danimarca è stato il principale argomento di discussione della campagna elettorale: i Democratici sono a questo riguardo il partito più cauto, e sostengono che l’indipendenza dovrebbe essere raggiunta molto gradualmente. Una linea evidentemente affine a quella degli elettori. Ad essere premiati sono stati anche i nazionalisti di Naleraq con il 23%. Netto calo infine per i partiti del governo uscente: gli ambientalisti di sinistra di Inuit Ataqatigiit (21%, ovvero 15 punti in meno rispetto al 2021) e i socialdemocratici di Siumut (15%, calati di 14 punti).
Ma quali sono le circostanze sociali, storiche e politiche che hanno portato a questo risultato? Ne parla Robert Peroni, l'esploratore e alpinista originario di Collalbo che da 40 anni vive in Groenlandia dove ha avviato il progetto per un turismo sostenibile "The Red House".
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Il racconto completo di Robert Peroni. Intervista: Andrea Dalla Serra / Editing: Martin Hanni(c) SALTO
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"Nel dopoguerra gli americani davano da mangiare ai poveri. Per questo sono tutt'ora visti positivamente dalla popolazione"
"Negli ultimi 10 o 20 anni è cambiato moltissimo, prima era una comunità arcaica. Ora si investe, anche se c'è poco lavoro. I giovani sono disorientati, non sanno dove andare: si vestono come gli occidentali, mangiano hot dog, bevono Coca Cola, ma nel cuore non conoscono la loro via", racconta Peroni facendo riferimento all'"età della pietra" della Groenlandia (che temporalmente corrisponde circa alla prima metà del Novecento). Peroni ricorda inoltre gli errori commessi dalla Danimarca nei confronti della popolazione groenlandese, come il caso dei medici che hanno posizionato la spirale anticoncezionale nel corpo delle donne senza informarle o, ancora, la "civilizzazione" dei ragazzi. "Nel dopoguerra - dice ancora Peroni - gli americani davano da mangiare ai poveri. Per questo sono tutt'ora visti positivamente dalla popolazione". Ora, secondo l'esploratore, le sono cambiate: "La politica americana - conclude - è più aggressiva”.
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Interessanti riflessioni da…
Interessanti riflessioni da parte di uno che ha vissuto e vive la realta`della Groenlandia e ha pur sempre il neccessario distacco che consente un giudizio oggettivo su quanto sta avvenendo nel paese.