Scambio tra fienile e Kulturheim
L’antico fienile di via Fago conservato nell’aspetto esteriore e riadattato per ospitare il Kulturheim; la palazzina che doveva prendere il posto del “monumento agricolo urbano” edificata, invece, là dove oggi si trova il centro culturale. Questa specie di gioco delle tre carte potrebbe essere la soluzione del rebus urbanistico che consentirebbe di salvare in un colpo solo il fienile ma anche il grande affare immobiliare della Curia e dei frati benedettini, e, allo stesso tempo, di consegnare alla città capoluogo - chissà quando - una struttura culturale polivalente. La classica quadratura del cerchio.
Una proposta, questa, che era stata avanzata dal sindaco Caramaschi già nel 2018 - ma che al tempo fu scartata perché considerata non sufficientemente redditizia dai frati - e della quale si è riparlato lunedì 11 aprile in un incontro tra i vertici della Provincia, della Curia, del Comune e della Cooperativa che gestisce il Kulturheim. Alla fine le parti hanno convenuto sul fatto che questa sia l’unica soluzione attualmente percorribile. I dettagli dell’affare sono ancora da definire, ma se ora Curia e benedettini hanno cambiato idea è probabilmente perché la Soprintendenza ai beni artistici si è messa di traverso decidendo di proporre alla Giunta, dopo un’attesa di sei mesi, la conservazione dell’immobile. La relativa delibera doveva essere approvata martedì 12 aprile ma all'ultimo è stata rinviata.
La svolta nel 2021
Per una circostanza fortuita a settembre 2021 Salto.bz apprese che la commissione paesaggio del Comune il 24 agosto aveva dato parere favorevole alla demolizione del manufatto. La sorte dell’edificio sembrava ormai irreversibilmente segnata e l’articolo ne celebrava di fatto il funerale con il titolo Goodbye fienile. “E’ un peccato perdere quel fienile – disse allora il capo della ripartizione urbanistica Paolo Bellenzier - aveva un valore importante per Gries. Per quanto riguarda la ricostruzione sarà presentato un progetto a parte e i progettisti dovranno tenere conto delle prescrizioni della tutela degli insiemi. Una possibilità per la richiesta di tutela sarebbe stata quella di una raccolta di firme da presentare alla Soprintendenza”. Non era proprio così. Sarebbe bastato molto meno di una petizione, e cioè una semplice richiesta da parte del Comune che, incredibilmente, non c'è mai stata. Tanto che il 9 settembre 2021, letto l’articolo di Salto.bz, la Soprintendente Karin Dalla Torre, dichiarò: “Come mai un fienile vecchio qualche centinaio di anni non è sotto tutela? Sinceramente non lo so. Appena ho letto l’articolo abbiamo fatto una ricerca, il vincolo non c’è, ma abbiamo trovato solo una lettera al Comune. Ora avvio subito la pratica per la messa sotto tutela e fermare la demolizione”. Subito dopo l’uscita della notizia si creò un forte movimento di opposizione con la raccolta di oltre mille firme tra gli abitanti del quartiere (e non solo) e successivamente se ne parlò in Consiglio comunale con un dibattito non esattamente memorabile. Quindi scese di nuovo il silenzio. Per capire che cosa c’era e cosa c’è ancora in ballo, occorre fare un ulteriore salto all’indietro.
Dodici milioni non bastarono
Il fienile è di proprietà di "Immobila" società posseduta al 50% dall’Istituto diocesano per il sostentamento del clero (IDSC) e al 50% dal monastero benedettino di Muri Gries. Il primo progetto di demoricostruzione curato dagli architetti Andrea Saccani e Fabio Rossa (Area 17) risale al 2015. Il piano di recupero dell’area allora prevedeva la realizzazione di un complesso con 60 alloggi, 115 posti auto sotterranei e un ulteriore edificio lungo via Fago per il commercio di vicinato. Quando fu presentato i tecnici della Commissione tutela insiemi espressero dubbi su dimensioni, altezze e impatto del progetto, chiedendo un approfondimento. Il progetto quindi si arenò per qualche anno fino a quando nel 2018 Caramaschi decise di proporre l’acquisto del fienile per una cifra intorno ai 12 milioni e lo scambio con l’area dell’attuale Kulturheim, più un ulteriore terreno in altra zona della città. Ma la proposta fu giudicata non congrua dai benedettini e dalla Curia. Sulla vicenda fu poi fatto scendere il silenzio. Sotterraneamente si continuò a lavorare come se nulla fosse, trovando una sponda in Comune, e si arrivò dunque - quatti quatti - al permesso di demolizione accordato l’estate scorsa dalla commissione. L’uscita casuale della notizia scombinò i piani dei frati approvati dal Comune, perché quando a muoversi è la Sovrintendenza, di solito sono guai.
La nuova trattativa
A settembre 2021 Dalla Torre avviò la pratica e con la spada di Damocle dell’apposizione del vincolo (il termine è di 6 mesi), ai primi di marzo 2022 sono ripresi i negoziati tra la Provincia e la Curia (senza il Comune). Il 15 marzo Salto.bz ha riferito di una lettera in cui è scritto che “sarebbe desiderio del monastero e dell’istituto per il sostentamento del clero che i negoziati siano condotti in modo confidenziale e che nessuna iniziativa mediatica sia lanciata prima che sia stato raggiunto un accordo concreto". Normale che agli enti religiosi non vada di mostrare pubblicamente il loro lato imprenditoriale e di ricerca del profitto e quindi hanno chiesto segretezza come qualunque altra impresa. Le trattative sono proseguite dunque con incontri riservati e lunedì 11 aprile se ne è tenuto uno al quale hanno partecipato i vertici della Provincia, della Curia, del Comune e della Cooperativa che gestisce il Kulturheim. Le parti si sono viste sapendo che la Sovrintendente Karin Dalla Torre la settima precedente aveva ufficialmente chiesto alla Giunta di apporre il vincolo. La delibera era infatti all’ordine del giorno nella seduta di martedì, ma, come ha scritto nei giorni scorsi il Dolomiten, è stata poi rinviata. Il fatto è che una volta che l’Intendenza scrive è molto difficile che l’esecutivo possa opporsi per cui il quotidiano in lingua tedesca ha giustamente titolato “Vincolo di tutela sul fienile di Gries”.
In questa partita a scacchi la mossa della dirigente provinciale Dalla Torre e il fatto che la notizia sia uscita potrebbe essere decisiva. A questo punto, infatti, trovare un’intesa è anche nell’interesse della Curia. Per questo lunedì è stata rispolverata la proposta Caramaschi del 2018.
Il Kulturheim di Gries è un edificio di proprietà di una cooperativa che lo ha comprato dai benedettini previo vincolo di destinazione per scopi sociali e culturali. Il Comune, per dire, oggi prende in affitto alcune sale che vengono utilizzate dalla scuola di musica e paga circa 30.000 euro all’anno. La struttura comunque non è granché per cui tutte le parti non hanno avuto obiezioni sull’eventualità che possa essere abbattuta per lasciare spazio a un progetto edilizio ridimensionato ma sempre di grande pregio, vista la zona. Il fienile, invece, dovrebbe essere del tutto ristrutturato con un impegno congiunto di Provincia e Comune, mantenendo le parti di pregio storico artistico con l’obiettivo che possa ospitare le attività del Kulturheim e diventare anche un punto di riferimento per tutta la città. Ad Immobilia dovrà andare qualche ulteriore contropartita per pareggiare le minori entrate. I tecnici sono al lavoro. Ovviamente in silenzio.
La vera quadratura del
La vera quadratura del cerchio sarà il compromesso da stabilirsi fra il grande affare immobiliare della Curia e dei frati benedettini con la cura delle anime in un
autentico spirito pasquale ; e il tutto in nome e con la benedizione del Signore !