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“Supereremo lo sbarramento”

Dopo la corsa contro il tempo per la raccolta firme, Unione Popolare si presenta alle Elezioni. L’intervista a Michelangelo Zanghi, candidato per il Senato a Bolzano.
Michelangelo Zanghi
Foto: Michelangelo Zanghi

salto.bz: Zanghi, in breve: cos’è, o meglio chi è, Unione Popolare e attraverso quali convergenze è riuscita a proporsi anche a Bolzano?

Michelangelo Zanghi: Come per il resto d’Italia, Unione Popolare nasce sull’alleanza tra Rifondazione Comunista e Potere al Popolo, la lista DeMa del sindaco di Napoli Luigi De Magistris assieme alle deputate fuoriuscite dal Movimento 5 Stelle che hanno dato vita in Parlamento al gruppo di Manifesta. Sul nostro territorio era già presente sia Potere al Popolo che Rifondazione Comunista. Sono molti i militanti che si stanno dando da fare per strappare il miglior risultato possibile alle prossime elezioni.

Il tentativo del polo progressista è fallito, di conseguenza correrete da soli. Pensate di riuscire a superare lo sbarramento?

Sicuramente. Io credo che a livello nazionale lo sbarramento del 3% sarà superato agevolmente.

I sondaggi non sembrano però della stessa opinione...

Negli ultimi sondaggi, Unione Popolare non veniva fatta figurare nemmeno tra gli elenchi. È evidente che sono fatti a uso e consumo di chi li commissiona, per questo non li ritengo particolarmente veritieri.

Questa  è la dimostrazione che in questo paese le istituzioni non sono molto democratiche

Per presentarvi alle elezioni avete dovuto raccogliere migliaia di firme in pochissimo tempo, 36.750 in tutto e 750 per collegio per essere precisi, per giunta durante i giorni di Ferragosto. È stata dura?

Questa  è la dimostrazione che in questo paese le istituzioni non sono molto democratiche. Se lo fossero state sicuramente non avremo dovuto raccogliere le firme in agosto e con quelle modalità. Si potevano trovare altre strade, si poteva posticipare a settembre e invece credo che sia stata fatto tutto scientemente. Le difficoltà sono state enormi. In Alto Adige non saremo presenti né a Bressanone né a Merano perchè abbiamo concentrato tutte le nostre forze su Bolzano.

 

Se il programma nazionale è chiaro, un po’ meno è il rapporto con l’autonomia. Esiste una proposta politica per questo territorio?

L’autonomia è sacrosanta, è sicuramente necessario affinare alcuni strumenti per migliorare la vita delle persone che vivono nel territorio. Ci sono alcuni ostacoli che impediscono un’evoluzione democratica dei cittadini che vivono qui o vogliono venire in questo territorio. La convivenza è migliorata negli anni ed è un processo che si può continuare a fare avanzare. Ma bisogna pensare anche a chi può venire ma non può per via delle condizioni proibitive dell’Alto Adige.

Non riusciamo a dare alle persone gli strumenti giusti per resistere

Per esempio?

Sasa soffre di una mancanza di personale. Gli autisti che vengono da fuori non rimangono, non solo per gli stipendi bassi ma anche per il costo della vita, dell’affitto, delle bollette.
Non riusciamo a dare alle persone gli strumenti giusti per resistere. Succede che chi viene da fuori rimane tre mesi e poi se ne va. Gli strumenti ipotizzati in passato non funzionano. Basta guardare agli stessi incentivi: è innegabile che le agevolazioni non aiutano chi sta comprando la casa ma chi la costruisce.

I vostri candidati sono tutti espressione del gruppo linguistico italiano. Cercherete di convincere anche le persone di  madrelingua tedesca?

Certamente. Faremo un appello in lingua tedesca e stamperemo manifesti per invitare al voto. Non abbiamo candidati dell’altro gruppo linguistico, è vero, ma abbiamo comunque collaboratori, iscritti e diverse persone che si danno da fare. Per adesso, per una serie di motivi, preferiscono comunque andarci con i piedi di piombo.