“Lo vogliamo perché non c’è mai stato”
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“Abbiamo bisogno di energie e risorse per costruire il primo Pride altoatesino al meglio”. Gli organizzatori della prima grande manifestazione LGBTQIA+ che si terrà a Bolzano il 28 giugno 2025 non hanno dubbi: “Incontrarci regolarmente non ci permette solo di conoscerci, ma anche di avere diversi punti di vista su cosa e come vogliamo che sia il Pride”. Ieri, venerdì 13 settembre, infatti si è tenuto al Pippo Foodchillstage “Road to Pride”, il primo di una serie di incontri per avvicinare la cittadinanza alla marcia dell'orgoglio LGBTQIA+. Sono state coinvolte diverse associazioni locali di volontariato che hanno a cuore i diritti civili.
Presente, infatti, la Presidente di Centaurus, Miriam Fiumefreddo. “Negli ultimi anni mi sono resa conto di quanto sia difficile parlare di Pride. È qualcosa che è in continua evoluzione. Per questo sono certa che l’evento del 28 giugno sorprenderà chiunque, anche chi come me partecipa attivamente a questo genere di iniziative da anni”.
Sulla stessa linea anche l’attivista Andreas Unterkircher: “Vogliamo far vedere alla città che esistiamo. Non è possibile che ci siano ancora politici come il Vicepresidente della Provincia Marco Galateo che fanno delle interrogazioni sul fatto che vengono appese negli edifici pubblici le bandiere arcobaleno”.
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Ad essere coinvolti agli eventi di Road to Pride non sono solo le associazioni LGBTQIA+. Ieri erano presenti infatti anche i volontari di Anpi, Amnesty International, Mediterranea Saving Humans e AGedO, ovvero l’“Associazione Genitori di Omosessuali”.
“Vogliamo proteggere uno spazio di protesta e di proposta”
“Al Pride – dicono i volontari di AGedO – chiunque può esprimersi per quello che è. Ogni unicità è vista positivamente. È una grande festa di cui c’è sempre più bisogno. Purtroppo c’è ancora tanta ignoranza e questo rende spesso complicate le relazioni nelle famiglie in cui vi è una persona appartenente alla comunità LGBTQIA+. Complici anche i retaggi religiosi. Deve avvenire un cambiamento, solo così le famiglie non proveranno più disgusto a sapere di avere un figlio o una figlia omosessuale”.
“Bolzano è piccola – dicono i rappresentati di Mediterranea Saving Humans – e per propria natura dovrebbe essere accoglienza. Spesso avviene il contrario: c’è ancora tanta chiusura su numerose tematiche. Siamo entusiasti a pensare che anche qui ci sarà un Pride”.
Guido Margheri di Anpi si rifà all’Articolo 3 della Costituzione italiana: “Non bisogna pensare solo al primo comma, ovvero al fatto che siamo tutti uguali, ma anche alla seconda parte, ovvero al compito della Repubblica, che deve rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà e l'eguaglianza dei cittadini. E invece il Governo vuole fare una lotta contro al gender e alla cultura queer escludendo ogni attività informativa nelle scuole. C’è bisogno di più pride, ma anche di un movimento che prosegua tutti i giorni dell’anno”.
E infine i volontari di Amnesty International evidenziano: “Vogliamo proteggere uno spazio di protesta e di proposta, quindi ben vengano le idee e i contribuiti di tuttə. Vogliamo il pride a Bolzano per una motivazione molto semplice: non c'è mai stato”.
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