“I 500 euro ce li sogniamo”
“Il mio più grave errore è stata la scuola (la Buona Scuola). Ci abbiamo messo un sacco di soldi, ma non è andata bene”. Lo ha ammesso, alla fine, anche lo stesso presidente del Consiglio Matteo Renzi, la scorsa settimana, in un’intervista condotta da un incalzante Giovanni Minoli nel corso della trasmissione “Faccia a Faccia” in onda su La7: gli sfilacciati interventi, quelli compiuti e quelli annunciati, nel settore scolastico costituiscono, di fatto, un pesante pedaggio per gli addetti ai lavori. L'ultima mobilitazione in ordine di tempo che denota una cronica insofferenza da parte del corpo docente è quella di oggi, lunedì 14 novembre. Lo sciopero nazionale degli insegnanti e del personale Ata (gli assistenti tecnico-amministrativi), con tanto di sit-in davanti a Montecitorio a Roma, è stato indetto dall’Associazione Sindacale Professionale (ANIEF). Si protesta contro la legge di stabilità che “non rilancia l’istruzione pubblica e lascia immutate le ingiustizie introdotte dalla riforma Renzi-Giannini (leggi Buona scuola, ndr)”.
Oltre al problema pendente del precariato, sentito particolarmente anche nella Provincia di Bolzano, fra gli altri nodi da sciogliere c’è quello del bonus dei 500 euro. Una somma - sulla falsa riga di quella messa a disposizione per i diciottenni - che servirà agli insegnanti per pagarsi libri e corsi di formazione, spettacoli, ingresso a musei e cinema, e software. Dopo un anno di ritardo, il prossimo 30 novembre, i docenti italiani avranno finalmente accesso al budget tramite card elettronica; sarà sufficiente collegarsi al sito governativo per ottenere le credenziali.
Nello specifico i buoni, che nella loro prima erogazione erano stati assegnati eccezionalmente a 740mila insegnati di ruolo con accredito sullo stipendio, saranno originati su una piattaforma del ministero dell’Istruzione attraverso Spid, il sistema pubblico di identità digitale che fornirà “un codice unico che consentirà di accedere, con un’unica username e un'unica password, ad un numero considerevole e sempre crescente di servizi pubblici”, informa il Miur. Il passo successivo sarà quello di registrarsi all'applicazione web “Carta del Docente” che sarà disponibile, appunto, entro il 30 novembre. A quel punto, attraverso la suddetta app, verranno creati dei Buoni di spesa da consegnare agli esercenti o agli organizzatori dei convegni e dei corsi di aggiornamento per il pagamento. “Sarà possibile effettuare acquisti presso gli esercenti ed enti accreditati a vendere i beni e i servizi che rientrano nelle categorie previste dalla norma”, spiegano da viale Trastevere.
Tutto, dunque, passerà per la rete, con il seguente risultato: rendicontazione immediata e controllo della spesa. Una conquista sudata ma che, tuttavia, resta un miraggio per molti docenti. “I 500 euro sono ancora un sogno per noi in Alto Adige - conferma Stefano Fidenti (Cgil Scuola) -, abbiamo aperto una contrattazione per chiedere il bonus ma la Provincia di Bolzano non ha intenzione di erogarlo, quello che ci è stato detto è che, se li vogliamo, questi 500 euro devono essere considerati all’interno degli stanziamenti previsti nel bilancio provinciale per gli aumenti contrattuali”. In sostanza per avere il bonus occorre rinunciare all’aumento in busta paga, che corrisponde a 52 euro lordi mensili per 10 mesi e che da maggio 2017 diventeranno 104 euro lordi mensili, sempre per 10 mesi.
“Noi continuiamo a chiedere i 500 euro annui perché ci sembra giusto essere trattati sotto questo aspetto come tutti gli altri insegnanti del resto d’Italia”, sottolinea il sindacalista. E c’è di più: la Provincia ha chiesto di rivedere le norme sulla formazione iniziale adeguandole alle novità contenute a livello nazionale nella Buona scuola e intende rendere rimborsabili solo i corsi obbligatori di aggiornamento e formazione e non quelli che il docente sceglie autonomamente fra quelli accreditati e dunque comunque organizzati dall’amministrazione, osserva Fidenti che infine aggiunge: “Così si fa un passo indietro, non vogliono darci il bonus e in più limitano il rimborso spese, è su questo punto infatti che ci siamo incagliati, ma prossimamente riapriremo una negoziazione con la Provincia perché tutto ciò è assurdo”.