Politica | L'iniziativa

Anche a Trento una piazza per l'Europa

Oggi la manifestazione per l'Unione europea lanciata da "Il Dolomiti" in concomitanza con la piazza a Roma promossa dal giornalista Michele Serra. Adesioni (e critiche) anche da Bolzano.
Europa, bandiera, PNRR
Foto: forumpa
  • Si terrà oggi pomeriggio in piazza del Popolo a Roma la manifestazione “Una piazza per l’Europa”, idea lanciata su IlPost (e poi rilanciata sul quotidiano La Repubblica) dal giornalista Michele Serra. “Diciamo sempre che la destra vince perché dice cose semplici. È vero, la rozzezza, la brutalità e la prepotenza sono concetti semplici. Dobbiamo provare a dire in modo semplice che ci vogliono la democrazia, la gentilezza e la tolleranza”, ha spiegato ieri il giornalista alla trasmissione PropagandaLive. All'appuntamento romano aderiscono il Partito Democratico, Azione, Italia Viva, +Europa, Sinistra Italiana, nonché i sindacati CGIL, CISL e UIL. Il Movimento 5 Stelle non sarà in piazza, accusandola di ambiguità sul tema del riarmo, mentre Potere al Popolo ha organizzato una contro-manifestazione per contestare “l’Europa che si riarma”.

    Anche quotidiano online trentino “IlDolomitiha lanciato un’iniziativa analoga in contemporanea con la piazza di Roma: alla manifestazione che si terrà oggi alle ore 15 in piazza Lodron a Trento hanno aderito Verdi e Partito Democratico, il sindaco Franco Ianeselli, le Fondazioni De Gasperi e Megalizzi, l’Osservatorio Balcani Caucaso, le associazioni EUcraina e Rasom, nonché Sì Trento, Casa Autonomia, Azione e Campobase. 

  • L'adesione di Gander

    “Oggi sarò a Trento con la bandiera europea”, spiega a SALTO la coordinatrice provinciale di Italia Viva Stefania Gander: “Sono figlia di genitori di nazionalità diverse. Alla nascita, mia mamma e mio papà erano ‘nemici’, nati durante la seconda guerra mondiale su fronti opposti. Allo stesso modo, i miei genitori sono figli di genitori che alla nascita avevano nazionalità diverse: anch’essi allora ‘nemici’, anch’essi vicini, anch’essi europei. Per me l’Europa è sempre stata madre patria, il posto in cui ritrovo le mie origini, in cui mi sento a casa. Ma ora la stessa idea di Europa è minacciata costantemente: dai ritorni nazionalisti, dalla follia della Brexit, da chi si ostina a vedere l’Europa come il capro espiatorio per ogni problema, facile bersaglio di una comunicazione populista e disfattista”.

  • Stefania Gander: è coordinatrice altoatesina di Italia Viva. Foto: fb
  • Secondo Gander, “oggi, con la guerra tornata a far sentire il rumore dei suoi cannoni in Europa, con l’America che s’involve e mostra la peggior faccia che abbia mai proposto, non possiamo più permetterci un’Europa divisa: la bandiera europea è l’unico simbolo comune a tutte le sue cittadine e a tutti i suoi cittadini attorno al quale ritrovare una coesione necessaria. L’Unione Europea, l’alleanza tra popoli vicini che condividono storia, cultura, ideali e valori e – non ultima – la democrazia, è l’unico faro che può illuminare la strada da percorrere. Abbiamo il potere economico e culturale per far sentire la nostra voce e difendere i valori che condividiamo dall’attacco che stanno subendo in maniera sempre più massiccia, da chi questi valori li osteggia. È il momento delle scelte: o si prende una strada a ritroso per portarci verso tempi bui, oppure si va avanti, lungo una strada certamente irta di ostacoli, ma che abbiamo già percorso dimostrando che è possibile. Oggi saremo in piazza per dire che attorno a quella bandiera ci sono le speranze di pace, prosperità e sicurezza per i nostri popoli e la nostra civiltà”.

  • I giovani PD e il riarmo

    Dello stesso avviso è George-Ciprian Lungu, segretario del circolo dei Giovani Democratici di Bolzano, che parteciperà all'iniziativa: “Una piazza per l’Europa rappresenta un momento cruciale nella storia dell'Unione Europea”, spiega il giovane a SALTO, “l'UE è minacciata dall'ascesa di partiti populisti che hanno eroso lo stato di diritto nei loro paesi e intendono ridurla a una mera istituzione priva di vero potere. Partecipare alla piazza per l’Europa significa sostenere lo stato sociale, la libertà di movimento e la cooperazione tra i paesi membri – come nel caso della gestione della pandemia da Covid-19, impossibile senza un coordinamento europeo”.

    La questione del riarmo degli stati membri, dopo l’approvazione del piano “ReArm Europe” presentato da Ursula Von der Leyen, per Lungu solleva grandi interrogativi: “Non possiamo pensare a un riarmo unilaterale o totale. L'Unione Europea è stata creata per evitare conflitti e garantire la pace. Ma ora è ancor più essenziale che possieda un esercito comune, dato che la protezione fornita dagli Stati Uniti sembra mancare con Donald Trump. Sono perciò favorevole a un riarmo dell’Unione Europea, ma solo se coordinato a livello europeo e non a livello dei singoli stati, poiché una gestione centralizzata permetterebbe di ridurre i costi senza gravare sul PIL. Non avrebbe senso introdurre una leva obbligatoria, come alcuni probabilmente suggeriranno, dato che la guerra negli ultimi dieci anni si è evoluta in un cyber-warfare e con l'uso di droni”.

  • George-Ciprian Lungu: è segretario dei GD di Bolzano. Foto: fb
  • Secondo Lungu, che è di origini rumene, “la Russia rappresenta una minaccia per la stabilità e la difesa dell'UE, e la guerra in Ucraina è una lotta per la libertà di tutta l'Europa. La Russia ha invaso l’Ucraina non per proteggere la popolazione russofona, ma per annettere territori ucraini. In paesi come l'Estonia e in altre nazioni dell'Europa orientale vivono comunità russofone, e la Russia sta già conducendo una guerra ibrida all'interno dell'UE e fuori, come testimoniano gli eventi recenti in Romania e in Moldavia, dove la disinformazione viene utilizzata per destabilizzare gli stati”. Perciò. “indipendentemente dall'opinione personale sul riarmo, sia esso parziale o completo, è fondamentale partecipare alla piazza per l'Europa, a Trento, Roma e in molte altre città italiane”.

  • Le voci critiche

    Ma in vista dell’appuntamento di oggi si levano anche voci contrarie. “Di quale Europa invero si parli il buon Serra si trattiene prudentemente a dire” scrive sul Fatto Quotidiano il sociologo bolzanino Luca Fazzi: “È l’Europa dei padri fondatori Jean Monnet, Altiero Spinelli, Konrad Adenauer prospettata come un orizzonte di pace dopo la terribile catastrofe delle due guerre mondiali? È l’Europa nel Manifesto di Ventotene, oppure l’Europa terra di conquista delle lobbies e del libero mercato, la macchina diabolica con cui Mario Draghi ha messo in ginocchio la Grecia e ingrassato le banche franco tedesche? Il vecchio continente è uno strumento per garantire la pace oppure è l’armata evocata dall’invasata baronessa von der Leyen per riportare l’ordine democratico in Russia e Bielorussia attraverso la guerra? È l’Europa è la coscienza civile che fa sussultare di fronte allo stermino a Gaza, oppure è l’abbruttimento morale di che si gira dall’altra parte e tace meschino davanti all’abominio?”. Domande che interrogano la piazza di Michele Serra – e non solo.