Il Pd e le “donazioni obbligatorie”
Dirigenti pubblici, presidenti, consiglieri e sindaci di società ed enti partecipati nominati dal Pd sono costretti, secondo quanto sancito dai regolamenti finanziari locali, a versare un obolo al partito. L’atavica questione è stata di recente (nuovamente) sollevata da Franco Bechis su Libero poi ripresa dal Fatto quotidiano. Del resto il finanziamento pubblico ai partiti non esiste più e bisogna arrangiarsi, a quanto pare. “Formalizzare in questo modo l’impegno a girare un pezzo dello stipendio da presidente della società pubblica X al partito - si legge nell’articolo - non sembra proprio una garanzia di imparzialità nel processo che ha portato alla scelta di quel manager: è stato preferito a un altro candidato perché era disposto a pagare?”.
Emblematico il caso del Friuli-Venezia Giulia perché piuttosto esplicito, il regolamento locale del Pd recita infatti così: “I designati e nominati in qualità di presidenti, amministratori, consiglieri di indirizzo, revisori dei conti ecc., in enti, società, consorzi, aziende, autorità, fondazioni ecc., sono tenuti a versare al Partito democratico del rispettivo livello di nomina una percentuale dell’indennità lorda percepita pari al 10%”.
Il Movimento 5 stelle di Merano vuole vederci chiaro; in un’interrogazione al sindaco Paul Rösch le consigliere comunali pentastellate Francesca Schir e Adriana Valle sottolineano che “le indennità dovrebbero essere solo il corrispettivo per la prestazione svolta a favore dell’ente e non dovrebbero servire a contraccambiare chi ha provveduto alla nomina. Se tale pratica fosse confermata anche a Merano, i dubbi relativi a possibili interferenze nelle scelte dei nominati (che dovrebbero essere valutati in base alle competenze e alle capacità) sarebbero del tutto legittimi”. Sotto la lente non solo Pd e Svp ma anche Verdi e Alleanza per Merano.
Nel documento si chiede: se per le nomine alle società partecipate è stato fatto riferimento, come previsto dal programma quinquennale, al registro previsto; se è a conoscenza di contribuzioni al Partito Democratico e/o all’SVP da parte di soggetti nominati dalla Giunta nel corso della presente legislatura in ragione delle indennità corrisposte in seguito alla nomina, ed eventualmente da parte di chi e per quale ammontare; se è stata effettuata una verifica sulla correttezza degli obblighi imposti ai nominati ai sensi del Regolamento finanziario del Partito Democratico dell’Alto Adige, anche in riferimento al programma quinquennale e alla auspicabile e promessa trasparenza, che implica l’indipendenza e l’assenza di conflitti di interesse della persona da nominare o designare; se esistono norme similari nei regolamenti finanziari degli altri partiti che formano la maggioranza in Consiglio Comunale. La parola, ora, al primo cittadino.