“Errore cancellare i bonus baby-sitting”
C’è una notizia buona e una cattiva: quella buona è che il bonus nido è aumentato da mille a 1.500 euro (la domanda si potrà fare da lunedì 28 gennaio sul sito dell’Inps), di contro il governo ha deciso di non prorogare per il 2019 il contributo “baby-sitting o asilo nido” che veniva riconosciuto alle madri lavoratrici che rinunciavano al congedo parentale e che veniva utilizzato per pagare la retta dell’asilo pubblico o per la retribuzione di una persona che accudisse i figli in modo da assicurare il rientro anticipato a lavoro.
Non l’hanno presa bene le parlamentari SVP Julia Unterberger e Renate Gebhard che in una nota dichiarano: “È sbagliata la cancellazione del contribuito baby-sitting per le mamme che, dopo la maternità obbligatoria, non ricorrevano al congedo parentale facoltativo. Si trattava di una misura che riguardava anche le imprenditrici e le lavoratrici autonome. Soprattutto non basta aver aumentato il contributo per l’asilo nido, perché in Italia le strutture sono in grado di accogliere appena 175mila bambini su una platea potenziale che si avvicina al milione e mezzo”.
È sbagliata la cancellazione del contribuito baby-sitting per le mamme che, dopo la maternità obbligatoria, non ricorrevano al congedo parentale facoltativo. Si trattava di una misura che riguardava anche le imprenditrici e le lavoratrici autonome
“Come confermato dal portale dell’Inps il governo ha cancellato una misura significativa, perché consentiva il reinserimento lavorativo delle madri e quella conciliazione tempi di vita e di lavoro, proprio come chiedono tanti giovani genitori, su cui l’Italia ha pochi e carenti strumenti rispetto al resto d’Europa - affermano la deputata e la senatrice della Volkspartei -. Certo, anche questa misura non era risolutiva, ma aveva il pregio di dar vita a un beneficio reale, la possibilità di ricorrere a servizi di baby-sitting, che non possono di certo essere sostituiti dai contributi per gli asili nido, vista la fortissima carenza di strutture in tutto il territorio nazionale. Basta ricordare che le regioni che hanno le performance migliori hanno posti per un bambino su quattro, in certe del Sud addirittura un posto ogni cinquanta bambini”.
Secondo Gebhard e Unterberger si è tolta una buona misura e se ne è rafforzata una che non potrà essere erogata a tutti. “È un errore - concludono - così come lo è cambiare sistematicamente le misure per le famiglie, perché genera incertezza nella platea dei potenziali beneficiari”.