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Le vere motivazioni dello sciopero

Davvero è stato il tema del cambiamento climatico a scatenare la reazione dei giovani? O c’è dell’altro?
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
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Foto: Seehauser Foto

Alla manifestazione del 15 febbraio contro il cambiamento climatico eravamo 3000 studenti.

Se qualcuno durante la manifestazione avesse chiesto ad un partecipante il perché dello sciopero studentesco, probabilmente avrebbe risposto con frasi vaghe come “Per il clima” o “Per il nostro futuro” senza sapere però come l’urlare un coro o l’agitare un cartellone in aria avrebbe potuto effettivamente migliorare l’ambiente.

Il dubbio è venuto a tutti: davvero è stato un tema come il cambiamento climatico a scatenare le manifestazioni studentesche in tutta Europa? Davvero è questo l’argomento che preme di più ai giovani più di qualunque altro?

La mia risposta in quanto adolescente e manifestante è no.

Certo, il clima è un argomento importante per il nostro domani. Poi però ho cercato di andare un po’ più a fondo, per trovare il vero motivo che ha spinto 2.000 ragazzi a scendere in piazza

Certo, il clima è un argomento importante per il nostro domani, e in superficie è stato questo il motore che ci ha spinto. Poi però ho cercato di andare un po’ più a fondo, per trovare il vero motivo che ha spinto 3.000 ragazzi a scendere in piazza.

Spesso gli adulti si arrogano il diritto di etichettarci, di psicanalizzare la nostra generazione, come se fossimo tutti un unico campione da sottoporre ad analisi. “Generazione addormentata” si sente spesso dire, o “inebetiti dai cellulari” a volte persino “senza valori”.

Un conto è stimare cifre, un altro è vedere con i propri occhi 2.000 ragazzi per le vie di Bolzano a urlare “wir sind hier, wir sind laut, weil ihr uns die Zukunft klaut”.

La rabbia che abbiamo mostrato venerdì ribolliva in noi da anni ormai sotto la maschera dell’indifferenza, senza aver mai trovato però il modo e l’occasione giusta per manifestarsi. Chi dubita che questo sentimento ci fosse già prima, dovrebbe considerare l’incremento di ascolti che ha avuto il genere rap negli ultimi anni, la “musica incazzata” per antonomasia.

Poi finalmente ci è stata offerta l'occasione che stavamo aspettando. La causa di Greta Thunberg, di fondamentale importanza, è stato il pretesto. È stata lei stessa, una ragazza di 15 anni come noi, a portarci alla decisione. Ormai ci eravamo quasi convinti di ciò che dicevano di noi, che non avremmo mai combinato niente e che non avevamo nessuna speranza di cambiare la situazione. Poi però, vedere coi nostri occhi cosa una nostra coetanea sia riuscita a fare attraverso un "semplice" video, ci ha riscosso dalla nostra passività. Ci siamo ricordati quello che abbiamo imparato a scuola e cioè che l’ordine costituito spesso e volentieri non l’hanno cambiato i politici, ma il popolo. Noi.

È stato allora che ci siamo attivati. Ci siamo informati, abbiamo chiamato tutti i rappresentanti delle scuole e abbiamo raccolto tutto il materiale necessario per organizzare una manifestazione. Già subito avevamo le idee chiare: volevamo realizzare uno sciopero di portata regionale, coinvolgendo nel progetto italiani, tedeschi, ladini e stranieri.

Finalmente ci è stata offerta un occasione di riscatto. La causa di Greta Thunberg, per quanto nobile, è stato solo il pretesto. Ci siamo ricordati quello che abbiamo imparato a scuola e cioè che l’ordine costituito spesso e volentieri non l’hanno cambiato i politici, ma il popolo. Noi

Attraverso i tanto demonizzat smartpgone abbiamo contattato le scuole di tutta la regione, da Bolzano a Bressanone, da Merano a Brunico. Tutti i ragazzi hanno risposto entusiasti all’appello, a prescindere dalla madrelingua (fattore non trascurabile vista la realtà altoatesina).

Abbiamo creato una chat nella quale abbiamo definito ogni particolare della manifestazione e ci siamo divisi i compiti in base alle nostre competenze. Uno studente di giurisprudenza ha svolto la parte burocratica, i ragazzi della scuola a indirizzo informatico hanno creato loghi e video per diffondere la notizia, quelli delle scuole a indirizzo umanistico hanno curato la parte letteraria (scrivendo articoli e volantini) quelli dell’artistico la parte estetica (producendo cartelloni e tele).

Io, che ho contribuito alla realizzazione di questo progetto, non riuscivo a crederci venerdì mattina. Un conto è sedere ad un tavolo a stimare cifre, un conto è vedere con i propri occhi 2000 ragazzi per le vie di Bolzano a urlare “what do we want? climate justice! When do we want it? Now!"

Per una volta i protagonisti non sono stati loro, siamo stati noi. E fidatevi, questo era solo l’inizio

Continuavo a ripetere tra me e me: ce l’abbiamo fatta, e tutto unicamente con le nostre forze.

È stato faticoso, ha richiesto tempo e dedizione, ma tutto è stato ripagato dalla reazione degli adulti. Erano increduli, non riuscivano a capacitarsi di una cosa simile: Prime pagine sui giornali più letti della regione, decine di servizi alla televisione, ascolti altissimi alla radio. 

Per una volta i protagonisti non sono stati loro, siamo stati noi. E fidatevi, questo era solo l’inizio.