Politica | In piazza

“Stop al genocidio”, non solo Ghali

Anche a Bolzano presidio davanti alla Rai in solidarietà con la Palestina, dopo le polemiche di Sanremo: “A Gaza distruzione sistematica d'un popolo, i media sono complici”.
Palestina Rai Gaza
Foto: SALTO/Val
  • Anche a Bolzano, davanti alla sede Rai di piazza Mazzini, si è tenuto oggi (16 febbraio) un presidio in solidarietà con la Palestina. Le critiche rivolte alla linea tenuta dai vertici della tv pubblica sulla guerra nella Striscia di Gaza vanno avanti da giorni: in varie parti d’Italia sono state promosse manifestazioni di protesta e sit-it presso le sedi Rai. A Napoli, Torino e Bologna non sono poi mancate le cariche della polizia sui manifestanti. Al centro delle polemiche c’è in particolare la solidarietà “unilaterale” a Israele espressa dall’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio, in risposta alle parole su Gaza pronunciate durante il Festival di Sanremo da Ghali e Dargen D’Amico. Dopo la loro esibizioni sul palco dell’Ariston, infatti, entrambi i cantanti in gara hanno chiesto un cessate il fuoco e, nel caso di Ghali, lo “stop al genocidio”.

    Domenica scorsa, durante la trasmissione Domenica In in onda su Rai 1 alla quale hanno preso parte gli stessi Ghali e Dargen, la conduttrice Mara Venier aveva letto in diretta un breve comunicato firmato dall’ad Roberto Sergio, che esprimeva la propria “sentita e convinta” solidarietà “al popolo di Israele e alla comunità ebraica”. Venier aveva aggiunto che “sono parole che condividiamo tutti”. La lettura di tale comunicato è stata molto criticata, in particolare sui social media.

  • Foto: SALTO/Val
  • Due cantanti hanno detto parole semplici che dovrebbero essere fatte proprie, invece tali parole contro la guerra sono state interpretate come un incitamento alla guerra e alla violenza”, hanno spiegato al megafono i promotori del presidio bolzanino, “d’altronde la RAI, al pari di Mediaset e di tutti i principali e influenti gruppi editoriali del paese, copre i terrificanti crimini di guerra commessi dalle truppe israeliane e al contempo per disumanizzare e delegittimare le rivendicazioni del popolo palestinese”.

    Sempre più persone si auto-censurano, anche semplici parole contro la guerra come quelle pronunciate a Sanremo da Ghali e Dargen D'Amico vengono rovesciate

    Per gli organizzatori, “dalla guerrа in Ucraina al genocidio a Gaza viene creato un clima in cui sempre più persone si auto-censurano per timore di perdere il proprio lavoro o di finire nella gogna mediatica e anche semplici parole contro la guerra come quelle pronunciate durante il Festival di Sanremo da Ghali e Dargen D'Amico vengono rovesciate dall'Ambasciatore israeliano in Italia, tanto da richiedere un comunicato ad hoc dell'amministratore delegato della Rai”.

    I manifestanti sostengono poi che “per la prima volta nella storia un genocidio si sta compiendo in diretta televisiva: la Striscia di Gaza non esiste più, i civili uccisi sono almeno 30.000 fra cui circa 13.000 bambini”. “La distruzione della Striscia è scientifica e sistematica e ha l'obiettivo di renderla invivibile — proseguono — anche i giornalisti sono un bersaglio: sono infatti circa un centinalo i reporter palestinesi assassinati, spesso in veri e propri raid mirati. Dopo aver distrutto la vita a oltre due milioni di persone, che hanno perso letteralmente tutto, ora le truppe di Netanyahu stanno attaccando la città di Rafah, in cui sono ammassati oltre 1,5 milioni di gazawi fuggiti dal resto della Striscia”. “Prendiamo esempio dal movimento internazionale che ovunque sta denunciando e attaccando le complicità militari, economiche e accademiche con lo Stato d’Israele. Siamo a fianco dei disertori e dei militanti contro la guerra israeliani, con il cuore a Gaza. Siamo tutti palestinesi”, conclude la piazza.