Politica | La manifestazione

“Pagano i civili, decidono i potenti”

L’Assemblea contro le guerre e per il disarmo lancia la “Critical Mass NO WAR”. Dall'Ucraina allo Yemen, in bici per dire basta alle atrocità e al business dei conflitti.
Corteo contro le guerre
Foto: Spazio 77

A oltre un anno dalla drammatica invasione russa dell’Ucraina, dalla città di Bolzano si alza ancora una volta la richiesta di mettere fine al sanguinoso conflitto che è costato la vita già a migliaia di persone e ha provocato milioni di profughi. Dopo il partecipato corteo dello scorso 22 ottobre, l’Assemblea contro le guerre e per il disarmo lancia sabato 18 marzo la “Critical Mass NO WAR”  con partenza alle ore 15, da Piazza Marcella Casagrande. 



Invariate le richieste della piattaforma, che ha riunito nel corso dei mesi diverse associazioni e singoli, e che oggi si fanno sempre più urgenti: cessate il fuoco immediato, fine del conflitto armato, no alla fornitura di armi e agli interessi economici alla base dell'escalation militare, sì a negoziati immediati e aiuto non militare alle persone vittime della guerra, nonché sostegno a tutte le persone colpite dal carovita e dalla speculazione conseguente alla guerra. Una posizione netta contro l'atrocità infinita della guerra in Ucraina, che non vuole però dimenticare anche gli altri conflitti che stanno mietendo migliaia di morti ogni anno: dai crimini commessi da militari e coloni israeliani contro i palestinesi nei Territori occupati, alla guerra infinita (e dimenticata) in Yemen, che dal 2015 vede impegnata una coalizione militare, guidata da Arabia Saudita ed Emirati Arabi uniti, per mantenere al potere il regime di Abdrabbuh Mansour Hadi, causando una gravissima crisi umanitaria.

A pagare un conflitto che si protrae da quasi un decennio come in tutte le guerre, sono i civili

“I negoziati, caldeggiati all'inizio del conflitto, hanno lasciato il passo ad una prevedibile escalation tra Russia e Stati Uniti con l'Ucraina trasformata in terreno di scontro fra le principali potenze nucleari; una guerra che sta spingendo i paesi europei alla corsa al riarmo ed a nuovi focolai di tensione in tutto il mondo – scrivono i promotori dell'iniziativa –. A pagare un conflitto che si protrae da quasi un decennio, deflagrato poi il 24 febbraio 2022, come in tutte le guerre, sono i civili; a decidere i campi di battaglia pochi potenti; a guadagnare dalla guerra un manipolo di industriali delle armi”.