Politica | Scuola

Punizioni a scuola

Il regime sanzionatorio non paga.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
  • Punizioni, sanzioni e multe a scuola

    Approvato in via definitiva alla camera il DL Valditara, per ripristinare la cultura del rispetto all’interno delle scuole. Il nostro Assessore Provinciale esulta e se ne fa un vanto, tanto da postarlo sorridente anche sui social, come fosse una vittoria. Ma è una vittoria, comminare multe da 500 a 10.000 euro per reati e offese, che preciso non sono giustificabili, ma verranno pagate solo da chi  potrà permetterselo; ma se è indirizzata a chi non può permetterselo, cosa facciamo, lo buttiamo fuori a calci, così ci ritroviamo alla meno peggio un altro ragazzo che và a alimentare la già alta percentuale di dispersione scolastica oppure un delinquente o un nullafacente analfabeta; possiamo concordare con le sospensioni da scontare in attività di volontariato, mi sembra una ottima soluzione; voto 5 in condotta bocciato, 6 rimandato, torniamo alla preistoria, diamo numeri, e cosa facciamo se un ragazzo geniale, con grandi potenzialità, si rivela anche un po' irrequieto. Non possiamo provare a recuperarlo durante l'estate, magari con debiti formativi per l’anno successivo o con attività di utilità sociale. Ovvio che la decisione sarà diversa, se al voto in condotta insufficiente si aggiunge un rendimento scarso. 
    Vorrei ricordare al nostro Assessore e al Ministro che, dover ricorrere a tutto ciò non fa che certificare il fallimento del nostro sistema sociale e scolastico. Il problema non si risolve inasprendo le pene o inventandone altre, che purtroppo non è altro che il retaggio di una politica di destra che non riesce a perdere uno storico vizio. La cultura del rispetto si forma con l’educazione, con la formazione sul senso etico e su quello civico, tutte quello che nella nostra istruzione stiamo derubricando a secondario. Il problema si corregge a monte non a valle, si deve partire dalle famiglie e da un approccio diverso, un approccio che miri all’educazione del singolo tenendo conto di tutti i fattori che la influenzano, come il contesto sociale, le possibilità economiche, il background, le motivazioni. Bisogna agire con azioni di supporto e di sostegno finalizzate allo sviluppo del singolo ragazzo/a, al miglioramento dei suoi comportamenti, alla comprensione dei motivi della sua insoddisfazione. 
    Forse definirla cultura della repressione sarebbe più adeguato. 


    Rappresentante del GT Movimento 5 stelle - Accettulli Antonio Michele