Politica | L'intervista

“Lotti? La rovina del Pd altoatesino”

L’ex deputata Luisa Gnecchi sulla condotta del fedelissimo di Renzi, la scia di polemiche sulla segreteria nazionale dem, il nuovo incarico e il promessificio di Salvini.

salto.bz: Gnecchi, per la prima volta un’altoatesina entra nella segreteria nazionale del Pd, e Zingaretti le ha affidato il welfare, in pratica il suo pane quotidiano…

Luisa Gnecchi: È un impegno e un riconoscimento importante quello della nomina in segreteria e sono lieta di potermi occupare di una materia su cui ho acquisito una significativa esperienza. Come svolgerò questo ruolo dipenderà da una serie di condizioni, partiamo dal presupposto che quello in cui viviamo non è un momento storico facile, non siamo in una circostanza tale da poter proporre riforme rivoluzionarie che soddisfino appieno le esigenze delle persone. Le risorse sono limitate ed è perciò ancor più fondamentale fare scelte giuste e adeguate.

La tabella di marcia va ancora definita, dunque, ma in tema di “stato sociale” da dove bisogna partire?

Purtroppo negli ultimi anni le situazioni più difficili sono quelle vissute dai giovani che fanno fatica a trovare lavoro e dalle donne che hanno visto peggiorare drasticamente le proprie condizioni previdenziali, e a tal proposito durante la scorsa legislatura ho promosso e gestito un’indagine conoscitiva riguardo gli effetti sulle donne delle riforme previdenziali previste dalla manovra Fornero. Donne e giovani sono quindi le categorie su cui c’è più urgenza di intervenire. Da questo punto di vista sono ancora convinta che l’ape sociale (anticipo pensionistico, ndr) targata Pd sia una misura più giusta rispetto a quota 100. Intendiamoci, sono contenta per tutti quelli che riusciranno ad andare in pensione con la manovra voluta dal ministro Salvini, ma l’ape sociale favorisce chi è senza lavoro, tiene conto dei lavori più gravosi, di chi assiste famigliari disabili, differenzia l’aspettativa di vita, va più incontro insomma a quelle che sono le vere esigenze delle donne e delle famiglie. 

Se i soldi che sono stati destinati al reddito di cittadinanza fossero stati messi sul reddito di inclusione, che era già rodato e che di fatto stava funzionando, sarebbe stato di gran lunga meglio

Stesso discorso per il reddito di inclusione?

Beh, sono sicura che con il “nostro” reddito di inclusione non si sarebbero verificati episodi come quello della frode dell’import/export della birra, attraverso il Brennero, commessa da persone che percepivano il reddito di cittadinanza. Il maggior attore da un punto di vista del guadagno su quel tipo di illecito è evidentemente chi usufruisce della misura introdotta dal governo Lega-5 stelle. Mi spiego: il reddito di inclusione proposto dal Pd investiva i Comuni di una forte responsabilità, dava più garanzie perché partiva da un controllo reale della situazione degli eventuali beneficiari, al contrario il reddito di cittadinanza, che fa finta di essere un tassello nel processo di ricerca di un lavoro, attribuisce questa responsabilità ai servizi per l’impiego che come ben sappiamo funzionano molto poco e portano a controlli generalmente più inefficaci. La povertà va combattuta a tutti i costi, non ho dubbi che servano misure di sostegno per chi versa in una condizione di bisogno, ma trovo che fossero più giuste quelle che aveva messo in campo il Pd, il problema è che ci abbiamo investito troppe poche risorse. La faccio breve: se i soldi che sono stati destinati al reddito di cittadinanza fossero stati messi sul reddito di inclusione, che era già rodato e che di fatto stava funzionando, sarebbe stato di gran lunga meglio.

Torniamo alla composizione della segreteria che ha innescato una girandola di polemiche all’interno del Pd in sostanza per via della corrente renziana rimasta a bocca asciutta…

Dai giornali apprendo che Zingaretti aveva proposto a Giachetti di entrare nella segreteria, proposta che è stata rifiutata. Sono certa che il segretario del Pd sia il fautore dell’inclusione per eccellenza, e lo dimostra il fatto che è presidente di una Regione, il Lazio, che a causa di una legge elettorale folle si ritrova con una maggioranza composta da 24 consiglieri e un’opposizione di 26 consiglieri, eppure dal 3 marzo del 2018 a oggi Zingaretti è riuscito a governare. Ciò vuol dire che è capace di mediare e, appunto, di includere. Anche le opposizioni. 

Gli manca però il piglio del leader, dicono i maligni.

Abbiamo pagato molto pesantemente le leadership di Renzi, di Berlusconi, di Salvini, speriamo in tempi migliori, confidiamo in una leadership più "diffusa", con gente che abbia voglia di lavorare insieme.

Di Lotti non mi fiderei nemmeno se dicesse che mi ha lasciato un caffè pagato al bar. Andrei alla cassa e tirerei fuori i soldi

Ritiene che il caso Lotti sia stata una sponda per defenestrare i renziani?

Guardi, io ho un’unica esperienza diretta con Lotti, ero presidente dell’assemblea del partito in Alto Adige e l’ex ministro era responsabile dell’organizzazione del Pd nazionale, nominato da Renzi. Il 25 gennaio del 2014 gli scrissi una e-mail ponendogli il problema relativo al diritto di voto nell’assemblea provinciale in vista del congresso. Lui mi rispose che per la provincia di Bolzano si sarebbe effettivamente dovuto procedere diversamente rispetto al regolamento nazionale, mi diede ragione sul fatto che in un’assemblea che contava appena 35 persone 11 votanti venissero scelti fra quelli votati dall’assemblea precedente, cosa che rendeva inutili le primarie. Mi fidai di Lotti e sbagliai, perché si rimangiò tutto e nulla cambiò per il Pd locale, con la conseguenza delle forti divisioni interne che tutti conosciamo, senza contare la cronica difficoltà di raggiungere di volta in volta il numero legale. Insomma la mia esperienza con Lotti è stata totalmente negativa. Non so se l’ex ministro abbia commesso le malefatte che gli vengono attribuite in questo momento, ma di sicuro nella nostra piccola realtà provinciale di danni ne ha fatti. Ha rovinato il Pd Alto Adige. Io di Lotti non mi fiderei nemmeno se dicesse che mi ha lasciato un caffè pagato al bar. Andrei alla cassa e tirerei fuori i soldi.

C’è chi dice che Zingaretti avrebbe dovuto mostrare il pugno di ferro con Lotti.

Zingaretti è il presidente della Regione Lazio ed è il segretario del Pd nazionale votato con le primarie, io sono una manovale al servizio del partito, non sono certo io a dovergli dire come dovrebbe comportarsi e anzi penso che tutti quelli che danno lezioni in questo momento dovrebbero farsi un esame di coscienza. 

Abbiamo pagato molto pesantemente le leadership di Renzi, di Berlusconi, di Salvini, speriamo in tempi migliori, confidiamo in una leadership più "diffusa", con gente che abbia voglia di lavorare insieme

Torna l’incubo scissione nel Pd?

Che ci sia una parte del partito in sofferenza è fuori di dubbio, ma la parte più a sinistra del Pd è già uscita, o meglio, è stata cacciata, dando poi vita ad Articolo uno. Lo dico chiaramente: Bersani e altri sono stati buttati fuori. Zingaretti non caccia nessuno. 

Quanto ancora per costruire questa famosa alternativa di governo al populismo?

Cercherò di fare la mia parte rispetto alle competenze che possiedo, partendo dal welfare che è un settore precipuo di cui la gente ha bisogno. Non è un caso che Salvini abbia acquisito consensi con la propaganda anti-immigrazione e mettendo al primo punto della sua proposta elettorale l’abolizione della legge Fornero. Peccato però che non l’abbia abolita, eppure la gente lo ha votato per questo. È stata fatta una sola misura, peraltro sperimentale, della durata di 3 anni, che non risponde a quelle che sono le esigenze delle donne, lasciando così fuori dai giochi già metà di possibili pensionandi. Io mi auguro che le persone comincino ad accorgersi che le promesse del ministro dell'Interno non sono affidabili.

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Karl Trojer Mer, 06/19/2019 - 10:13

Vero, il PD non ha bisogno di un´uomo forte a cui tutti hanno da obbedire. Il PD rimanga un partito democratico ! Ritengo che sia essenziale esplicare bene come si gestisce la democrazia: 1. Rispetto reciproco, 2. Apprezzamento delle diversità, 3. Partecipazione con larga discussione interna sui temi (tralasciando i personalismi), 4. Decisioni chiare, trasparenti e comprensibili per la gente, con rispetto delle regole prestabilite (statuto, codice etico) , quindi decide la maggioranza delle persone (non delle "correnti") presenti e tutti sostengono queste decisioni senza contrastarle nei meass-media. 5. Solo il Segretario, candidato premier, rappresenta il PD verso l´esterno. 6. Nel PD non ci sia posto per delle "correnti" che sempre hanno come prima meta quella di difendere se stesse e non il cercare dei compromessi per il bene comune (la politica è l´arte dei compromessi, dove "compremesso" non significa di tutto un pò meno, ma il meglio di tutto). Le correnti creano muri e fossalizzano la politica. 7. Il PD intensifichi il contatto diretto con i cittadini, 8. Il PD si esprima chiaramente per un´ EUROPA sempre più unita, solidale e forte; per la creazione di uno Stato Federale EU, che verso l´esterno si presenti con una voce e verso l´interno ottimizzi il concetto di sussidiarietà dall´alto verso il basso e viceversa. Auguri a Luisa Gnecchi ed a Zingaretti !!!

Mer, 06/19/2019 - 10:13 Collegamento permanente