“Basta ambiguità dalla Lega”
“Troveremo un accordo”, aveva detto venerdì scorso, 14 settembre, il vicepremier Matteo Salvini in merito al doppio passaporto per i sudtirolesi di lingua tedesca e ladina, a Vienna, a margine del vertice dei ministri degli Interni europei (teatro dell’ormai celebre diverbio con il responsabile del dicastero degli esteri lussemburghese Jean Asselborn) sul tema migranti.
Il numero uno della Lega si è presentato davanti ai giornalisti insieme all’“amico” vicecancelliere Heinz-Christian Strache, leader dell’FPÖ, e la sua affermazione di “velata apertura”, come la definisce la deputata di Forza Italia Michaela Biancofiore, ha inevitabilmente sollevato aspre critiche “in casa”, più specificamente nel centrodestra altoatesino, che, lo ricordiamo, ha mal digerito la volontà del Carroccio di correre in solitaria alle prossime elezioni provinciali. “Non credo che il doppio passaporto sia una priorità per l’Italia, per l’Austria e per i sudtirolesi e comunque ogni scelta dovrà essere avallata da entrambi i governi”, aveva detto Salvini intervistato successivamente dalla Orf smorzando i toni. Ma non è bastato.
Il segretario della Lega, dichiara Biancofiore, “è stato preso in contropiede o non gli è stato spiegato che il doppio passaporto entrerebbe in possesso solo degli abitanti tedeschi e ladini, facendo cadere rovinosamente il concetto ‘prima gli italiani’ sul quale Salvini ha costruito la sua nuova Lega che gode del consenso, appunto, della maggioranza degli italiani”.
Sarebbe bene che il vicepremier chiarisse agli altoatesini per chi simpatizza, per la Svp o per i Freiheitlichen? (Michaela Biancofiore)
Doppio passaporto per tutti o per nessuno in Alto Adige, insiste la parlamentare forzista. “O forse il Ministro vuole rendersi complice di creare all’interno dei confini italiani, italiani di serie A e di serie B? Bisogna per altro ricordare al Ministro che il suo amico Strache invitato in questa terra dagli arciavversari Freiheitlichen non solo è temuto della Svp, ma è il motivo per il quale hanno invitato Kurz a Bolzano: non perdere voti sulla destra tedesca. Quindi, sarebbe bene che il vicepremier chiarisse agli altoatesini per chi simpatizza, per la Svp o per i Freiheitlichen?”.
Le esternazioni di Salvini non sono piaciute nemmeno al consigliere provinciale dell’Alto Adige nel cuore Alessandro Urzì che punta il dito sulla Lega altoatesina il cui “no” al doppio passaporto è stato ribadito a più riprese in questi mesi. L’incontro di “amicizia e sintonia politica” fra Salvini e Strache, sostiene Urzì, “deve essere avvenuta sulla base di informazioni al leader della Lega fornite dal commissario provinciale della Lega Massimo Bessone sommarie e incomplete. Non è infatti possibile che il leader nazionale della Lega si avventuri su terreni delicatissimi come quello della concessione della cittadinanza austriaca agli altoatesini (cavallo di battaglia dei Freiheitlichen austriaci) senza essersi prima consultato con la dirigenza locale della Lega”.
Non possibile che il leader nazionale della Lega si avventuri su terreni delicatissimi come quello della concessione della cittadinanza austriaca agli altoatesini (cavallo di battaglia dei Freiheitlichen austriaci) senza essersi prima consultato con la dirigenza locale della Lega (Alessandro Urzì)
Basta ambiguità, dice Urzì chiedendo alla Lega locale chiarezza sui rapporti con “partiti dichiaratamente anti-italiani”. “La dichiarazione per cui ‘si troverà un accordo’ - sottolinea infine il consigliere provinciale - fa intendere che la Lega altoatesina non deve avere in alcun modo escluso categoricamente questa eventualità. Altrimenti Salvini non si sarebbe certamente spinto a sostenere che una soluzione sarà trovata quando sul caso della cittadinanza austriaca esiste una sola soluzione possibile: ossia escludere questo tema dai colloqui fra i due paesi perché si tratta di una chiara aggressione all’Italia e all’Autonomia concessa alla provincia di Bolzano che è incompatibile con la doppia cittadinanza, una contraddizione in termini”.