120 esuberi per Würth Italia: la crisi è aperta anche in Alto Adige
Negli ambienti sindacali la cosa era nota da tempo. Gli orari ridotti, la mobilità ed i contratti di solidarietà non sono stati però sufficienti: la crisi della Würth Italia è, dunque, ormai conclamata.
L'annuncio è stato dato dall'amministratore delegato della sezione italiana della multinazionale, che nel nostro paese impegna 3mila lavoratori, suddivisi nelle due sedi di Egna e Roma.
L'azienda, che è attiva nella produzione e distribuzione di prodotti per il fissaggio e il montaggio, dunque dovrà licenziare in Italia 120 dipendenti, per portare in porto il "riassetto organizzativo volto ad aumentare competitività e presenza sul mercato", queste le testuali parole dell'amministratore delegato Nicola Piazza.
Il riserbo che finora è stata osservato dal mondo sindacale in merito alla crisi, è legato al fatto che azienda e sindacati sono da tempo impegnati nell'individuazione di misure alternative al contenimento dei costi. E l'azienda ha iniettato nella difficile situazione un barlume di speranza, dichiarando i più recenti dati di vendita sono positivi e che quindi esiste la possibilità di lavorare su un contenimento degli esuberi.
Sul tema è intervenuta la Cisl, che si è detta fiduciosa in merito alla possibilità di salvare qualche decina di posti di lavoro rispetto ai 120 licenziamenti quantificati dall'azienda. Come riferito dal quotidiano Alto Adige, il sindacalista Gianfranco Brotto che sta seguendo la vicenda, si è detto comunque soprattutto preoccupato per l'aumento considerevole degli insoluti, ovvero del numero dei committenti che non riescono a pagare le commesse entro i termini prefissati.
Con un comunicato anche Lorenzo Sola si è detto preoccupato per la situazione, non solo della Würth ma anche di numerose altre aziende locali che hanno dichiarato lo stato di crisi, come la Hoppe e la Memc. Per l'ex segretario della Cgil e candidato per Sel alle recenti elezioni provinciali, occorre che il nuovo presidente della provincia con le sue nuove competenze nel campo economico avvii al più presto un tavolo di confronto con le sigle sindacali. Per Sola occorre che "le aziende interessate ad uscire allo scoperto sulle loro reali intenzioni e le strategie future sul territorio italiano" e che in provincia di Bolzano sia abbia finalmente la consapevolezza "che non si tratta di casi singoli od isolati ma di un sistema che oggi rischia una crisi irreversibile se non affrontata sia sul piano dell'emergenza che su quello delle prospettive future del sistema produttivo". Per Sola a livello provinciale occorre avviare quanto prima "l'elaborazione di un piano di sviluppo provinciale che supporti scelte e strategie future per il settore".
Arbeitsplätze
gerade in dieser Zeit wäre es vernünftig 200 Mio € von Benko anzunehmen und zuzulassen Arbeitsplätze zu schaffen und das Geld im Land zu behalten.... anstatt... naja wissen wir ja wen und was zu fördern