Alto Adige come il villaggio di Asterix?
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La riforma dell’autonomia presentata da Arno Kompatscher a Giorgia Melonni rischia di portare l’Alto Adige a diventare una sorta di Villaggio di Asterix ed Obelix, deciso ad a erigere mura alte centinaia di metri pur di resistere alla “conquista romana”? Da questa provocazione parte il dibattito tra il professore Francesco Palermo e Karl Zeller, avvocato ed esponente della SVP, che si sono sfidati a colpi di fioretto e, di tanto in tanto, “a mazzate”, sulla riforma dello Statuto di Autonomia. La proposta di disegno di legge, secondo tutti gli osservatori la vera ragione dell’alleanza con la destra in Giunta, è all’esame del Tavolo delle Autonomie a Roma e dovrebbe essere fatta propria dal Consiglio dei ministri in autunno per poi essere discussa dalle due camere del Parlamento. Nel libro dei sogni, quanto meno. Kompatscher, pur di ottenerla, ha fatto “all in”, giocandosi tutta la propria credibilità politica, accettando di guidare una inedita coalizione con “nemici storici” come Fratelli d’Italia e Freiheitlichen,
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(c) SALTO
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Su come questa riforma cambierà l’autonomia si gioca l’avvincente duello organizzato da SALTO tra due giuristi che hanno più volte lavorato fianco a fianco: Karl Zeller, ex deputato e senatore che si è occupato dell’autonomia sudtirolese per oltre 25 anni, e Francesco Palermo, professore di diritto pubblico, ex senatore e Presidente della Commissione dei Sei. Entrambi giuristi di alto livello e sostenitori dell’autonomia, entrambi agguerriti nella difesa delle loro posizioni rispetto alla riforma, che Zeller ha scritto di proprio pugno. Una proposta che Palermo non apprezza in quanto “asistematica”. In questa sfida a singolar tenzone le opinioni di Zeller e Palermo divergono in particolare sul principio d’intesa, sulle limitazioni al ruolo della Corte costituzionale ed anche sul grande peso assegnato ad un organismo politico come la Commissione dei sei ed alla valenza delle norme di attuazione approvate dalla paritetica.
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Il principio d'intesa
Lo Statuto di Autonomia è una legge costituzionale, per il momento il Parlamento può unilateralmente modificarlo con la maggioranza prevista per le modifiche costituzionali, salvo la funzione tutrice dell’Austria ed i limiti internazionali; allo stesso modo, se c’è una proposta di modifica provinciale, nulla impedisce poi al Parlamento di cambiarla. Dovesse ottenersi il principio d’intesa scritto in riforma, se Roma o la Provincia non sono più d’accordo su una modifica dello Statuto questa non può essere fatta.
“Ci siamo spinti al limite di quello che uno Stato può concedere, infatti non è detto che passerà”.
Un principio su cui Zeller e Palermo concordano ma, fa notare il professore, il diavolo sta nei dettagli. “La possibilità di negare l’intesa – spiega Palermo – da parte del nostro consiglio provinciale sarebbe a maggioranza assoluta, nel nostro contesto, dove c’è un equilibrio etnico, la maggioranza assoluta significa che possono bastare i consiglieri di lingua tedesca”. Zeller, accogliendo l’obiezione e dichiarandosi favorevole all’innalzamento della soglia per la maggioranza, rassicura sul fatto che si tratta di una garanzia giuridica e costituzionale dell’autonomia: “Se uno dei tre enti tra Consiglio regionale e due consigli provinciali dice di no ad una modifica dello Statuto – spiega – il Parlamento non può andare avanti. Ci siamo spinti al limite di quello che uno Stato può concedere, infatti non è detto che passerà”.
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Il ruolo della Corte Costituzionale
Anche Francesco Palermo concorda sul fatto che l'interpretazione della Corte costituzionale negli ultimi anni ha assunto una posizione più “centralista” e parecchio restrittiva nei confronti delle autonomie. “Negli ultimi 6-7 anni circa – spiega l’ex senatore – nelle sentenze che avevano ad oggetto conflitti tra Stato e Regioni, il 90% delle leggi venivano dichiarate incostituzionali, quelle della Provincia autonoma sono state bocciate al 70%, quindi un problema c’è. Bisogna però distinguere la diagnosi dalla terapia”, afferma il professore.
Nella riforma si sceglie di “riappropriarsi” delle competenze attribuendo esplicitamente nel testo alla Provincia di Bolzano tutte le competenze (ed anche qualcuna in più) su cui la Corte Costituzionale si era espressa a sfavore dell’autonomia, come gli orari di apertura dei negozi, l’urbanistica, l’ordinamento degli uffici compresi il rapporto di lavoro e la contrattazione collettiva, l’ambiente, la gestione della fauna selvatica (orsi e lupi), eccetera. Questo “stratagemma” secondo Palermo impedirà di fatto futuri interventi da parte dei giudici della Consulta, mentre secondo Zeller non sarà così, la Corte costituzionale avrà sempre la facoltà di intervenire.
Le norme di attuazioneL’aspetto su cui lo scontro tra i due si fa più intenso è quello della risoluzione dei conflitti di competenza, la decisione cioè, su chi tra Stato e Provincia possa emettere provvedimenti su determinante materie, che normalmente risolve la Corte costituzionale. Nella proposta di modifica dello Statuto un grande peso viene assegnato alle norme di attuazione, che sono il frutto di un accordo politico tra Stato e Provincia all’interno della Commissione dei Sei.
“Così si esce dallo stato di diritto perché la corte non può più intervenire. Basta un accordo politico con il Governo per avere una norma di attuazione e prevenire una pronuncia di costituzionalità”.
Nelle ultime righe del testo è scritto che “Le norme di attuazione recano anche disposizioni finalizzate a definire il rapporto tra la potestà legislativa statale e quella regionale e provinciale”. Questo piccolo passaggio, e in particolare l’uso del termine “definire”, è per Palermo un tentativo sfacciato della Provincia di sottrarsi al controllo di costituzionalità: “Così si esce dallo stato di diritto perché la corte non può più intervenire. Basta un accordo politico con il Governo per avere una norma di attuazione e prevenire una pronuncia di costituzionalità”.
Per Zeller invece è necessario “mettere i paletti” alla discrezionalità della Consulta. “La Corte costituzionale – afferma Zeller – ha detto di no a tutto, non abbiamo più la minima competenza a legiferare su ciò che interessa gli operatori economici” spiega, riferendosi ad una serie di pronunce della Consulta su contratti pubblici, appalti, personale e urbanistica.
In questo dibattito emerge tutta la complessità dell’autonomia altoatesina, come anche la mancanza di una cultura a riguardo nelle istituzioni centrali a Roma. Nel governo Meloni è apparsa un’apertura “autonomistica” ed una disponibilità al dialogo che la Volkspartei non trovava da tempo, su questa riforma la Giunta, e soprattutto il Landeshauptmann, si giocano tutto, o quasi. Negli ultimi minuti del confronto, però, Zeller va giù molto duro con il consiglio provinciale a suo dire del tutto disinteressato ad avere regolari confronti con la Commissione dei Sei, la quale, praticamente da sempre, agisce indisturbata in segreto e rende pubbliche le norme di attuazione contestualmente al loro processo di approvazione, quando ormai è impossibile cambiarle.
Sarebbe meglio se…
Sarebbe meglio se Kompatscher si rittiri dalla Politica Alto Atesina.
In risposta a Sarebbe meglio se… di opa1950
Wenn es dann letztlich…
Wenn es dann letztlich gelingt, Kompetenzen zurückzuholen, was sagen Sie dann?
In risposta a Wenn es dann letztlich… di Manfred Klotz
DAS glauben Sie wohl selbst…
DAS glauben Sie wohl selbst nicht.
Kasperletheater bei einem so…
Kasperletheater bei einem so wichtigen Thema wie der Autonomie.
Welche Autonomie? Die…
Welche Autonomie? Die weltbeste? Die bestimmte Politiker überall feilhalten, aber keiner mag sie? Warum wohl?
Eine der bisher besten…
Eine der bisher besten Diskussionen auf SALTO! Danke!
Ein Genuss, zwei so gescheiten Menschen in ihrem Bemühen um die Weiterentwicklung Südtirols zuzuhören!
Ich halte die Einstellung…
Ich halte die Einstellung von Francesco Palermo weit realistischer etwas in der neuen Autonomie zu erreichen als von Zeller! Zeller Tricks a la SVP ,Palermo ist REALISTA,das ist der Unterschied dieser Beiden Ex Senatoren und Co.
In risposta a Ich halte die Einstellung… di Günther Alois …
Das hängt schon damit…
Das hängt schon damit zusammen, dass Francesco Palermo keinen Druck hat etwas erreichen zu müssen.
Trotz der angeblich sehr…
Trotz der angeblich sehr wichtigen Wiederherstellung der Autonomie + der kindischen Rangelei um die Pöstchen, um die ohnedies bereits zu hohe Eigenversorgung bis zum Tod noch auf zu peppen (die Damen + Herren Abgeorneten in Ruhe, kosten den Steuerzahlern das Doppelte, wie die aktiven Politiker),
sollte die Landes-Regierung die anvertraute-n Macht + die Mittel sorgfältiger verwalten,
weniger -b e t o n i e r e n,
-n i c h t-
dauernd Alles eher als KLIMA-gerechte Bauten zusammen pfuschen,
die lärmende Pinzger & CO. Wirtschaft -ü b e r f ü t t e r n,
ohne Rücksicht auf die Kosten, Hotel-Schutzhütten selber bauen,
mit opulenten Beiträgen die privaten H... Schutzhütten + Aufstiegsanlagen befeuern usw.!