Alla conquista del Sud-Tirolo

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L'editoriale di Alberto Winterle del Turris Babel No.137 Import
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Nel campo dell’architettura la «contaminazione» costituisce spesso un elemento di ricchezza, uno stimolo a guardare le cose da prospettive diverse. Come professionisti impariamo uno dall’altro, guardiamo alle esperienze del passato ma anche a quelle più recenti. Osserviamo, cerchiamo di leggere e capire le ragioni che stanno alla base dei progetti altrui. Analizziamo e facciamo nostri concetti, forme, spazi, dettagli. L’assimilazione di tale patrimonio costituisce la base del nostro agire, un luogo nella nostra mente e nelle nostre mani che all’occorrenza ci fornisce gli strumenti per reinterpretare contesti, ridefinire edici e strutture, creando in questo modo nuove forme e introducendo nuove idee ed energie.
In particolare, operando in uno specidico territorio, diventa importante la relazione con gli altri professionisti non solo dello stesso luogo ma anche con chi proviene da altri ambiti portando nuove visioni e prospettive. Vi è infatti un’opposta possibilità di relazione tra professionista e luogo: da un lato chi conosce profondamente un determinato territorio, essendo parte di esso, interviene con sicurezza essendo consapevole del senso di ciò che sta per toccare, dall’altro invece chi proviene da fuori, interpreta un contesto con minor coinvolgimento e con maggiore disincanto, approccio che permette di a"rontare il progetto con una capacità di visione non condizionata.
Per questo, dopo aver dedicato un numero al tema export, ovvero alle esperienze progettuali dei professionisti altoatesini realizzate oltre i confini provinciali (Turris Babel 124), in questo caso all’opposto, analizziamo alcuni progetti realizzati in Alto Adige da professionisti provenienti da fuori provincia. -
Va evidenziato che per gli studi di architettura la provincia di Bolzano, da molto tempo, è ritenuta particolarmente appetibile, sia per il pragmatismo che si riflette nella concretezza degli interventi, sia per la disponibilità di risorse economiche, sia, soprattutto, per le modalità di a’damento degli incarichi di progettazione delle opere pubbliche ma anche di molte opere private. La tradizione quarantennale dell’utilizzo dello strumento del concorso, oltre a costituire una fondamentale opportunità per i tecnici locali, ha favorito l’a"ermazione sul territorio di molti professionisti provenienti da altre regioni e da altri paesi. Lo strumento del concorso ha costituito in questo senso una sorta di testa d’ariete per sfondare i confini di un territorio che investe sulla qualità del progetto e dove l’architettura contemporanea è considerata una realtà economica e culturale di primo piano. Va registrato che in questi decenni le modalità di definizione dei bandi, e le situazioni economiche esterne hanno condizionato molto la partecipazione. Alla fine degli anni Novanta e inizio anni duemila, vi è stata una sorta di invasione di professionisti provenienti dalla Germania, in seguito ad una flessione del mercato tedesco post riunificazione. Per fare un esempio concreto, al concorso del polo bibliotecario di Bolzano del 2((4 tra i 2(( partecipanti ben 112 ()6 +) provenivano dalla Germania. Tedeschi sono inoltre i progettisti del Museion, dell’Università di Bolzano e di quella di Bressanone, delle terme di Merano, solo per citare alcune opere particolarmente significative. Più recentemente, l’adeguamento dei bandi alle normative nazionali ha complicato la parte burocratica e quindi molti stranieri hanno trovato maggiori di’coltà a partecipare. Inoltre, anche la notevole di"erenza degli onorari scoraggia i professionisti dei paesi del resto d’Europa, dove il trattamento economico è generalmente più vantaggioso. Per queste ragioni, negli ultimi anni, sono più gli studi provenienti dalle altre provincie e regioni italiane a partecipare ai concorsi in Alto Adige, come risulta evidente dai progetti che qui presentiamo. Abbiamo provato ad indagare i risultati di un concorso, analizzando i primi tre progetti classificati, per la realizzazione di una struttura per proteggere e rendere visitabile la villa romana di Appiano.
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Abbiamo visitato un progetto vincitore di un concorso ed ora in fase di completamento, per una residenza per anziani a Varna. Ci siamo so"ermati a riflettere e a confrontarci con Cino Zucchi e Michel Carlana, i cui relativi studi hanno realizzato opere importanti ed iconiche come la Salewa di Zucchi a Bolzano e la scuola di musica e la biblioteca di Carlana Mezzalira Pentimalli a Bressanone. In questo caso il tema che ci interessava indagare era quello di comprendere il motivo dell’avvicinamento all’Alto Adige da parte di professionisti appartenenti a diverse generazioni. Siamo tornati ad a"rontare il tema delle strutture sportive visitando il nuovo centro sportivo di San Martino recentemente completato dallo studio Campomarzio. Infine, forse proprio per smitizzare il tema del concorso, presentiamo le immagini di una villa recentemente realizzata a Merano, dove il rapporto fiduciario tra il proprietario e l’architetto John Pawson, incaricato per il progetto, permette il ridisegno di un brano di paesaggio. Cos’è l’architettura in Alto Adige lo capiamo non solo guardando e riguardando il nostro lavoro quotidiano, ma anche grazie agli innesti di visioni esterne che spesso possono essere generative e fertili anche per noi.
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TURRIS BABEL è la rivista di architettura della Fondazione Architettura Alto Adige, frutto della collaborazione appassionata e volontaria di giovani architetti. La Redazione si è posta come obiettivo, quello di risvegliare l’interesse per l’architettura non solo tra gli esperti in materia, ma anche tra la popolazione, di rilanciare su tutto il territorio ed a livello nazionale, il dibattito sull'architettura in Alto Adige, di promuovere la divulgazione di una buona progettazione, cosciente delle implicazioni socio-economiche ed ambientali che essa comporta.