20 nuovi autobus per Sasa... a gasolio

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Venti nuovi bus interurbani, di piccola taglia fra 7 (9 unità), 9 (7 unità) e 10 metri (4 unità), e… motore a gasolio con una gara che si concluderà l’8 luglio e fornitura dei bus rispettivamente fra otto, dodici e quattordici mesi dalla stipula del contratto, quindi nel corso del 2026, se non 2027. Bus che quindi rimarranno in servizio almeno fino al 2037/2038 in virtù della norma che ne prevede l’utilizzo per un dodicennio.
Qui in AA-S si parla sempre di zero emissioni e di PianoClima, ma poi la soluzione che si adotta è sempre quella di andare sulla soluzione tradizionale e più economica. I prezzi appaiono comunque un tantinello elevati, vedremo se la gara porterò a ribassi interessanti. Immagino già un’eventuale contro-risposta: di queste dimensioni ci sono solo a gasolio mentre elettrici non ce ne sono, in particolare in “classe II” cioè interurbani (il gas lasciamolo stare visto che è “brutto e cattivo” oltre ad essere “antipatico” in quanto ho rasoiato i nervi per anni sul tema ed i soggetti decisori si sono dimostrati assai permalosi).
Mobilità pubblica elettrica: costi elevati d'acquisto
Sarebbe da verificare sulla non disponibilità di questi mezzi come e-bus non fosse altro che ci sono, per quanto constatabile pubblicamente, e-bus piccoli a batteria ma alcuni di taglie diverse da quelle dell’appalto e, soprattutto, con un duplice svantaggio: costano mediamente almeno il doppio ed occorre l’infrastruttura di ricarica che mi sembra che tuttora, dopo svariati annunci di ristrutturazione del deposito di via Buozzi a Bolzano, non esista ancora nei depositi Sasa se non per quei pochi mezzi a batteria attualmente esistenti fra i depositi di Bolzano (9) e Merano (5).
Innovazione non pervenuta?
Il tema semmai è un altro. Se ci sono esigenze particolari, va fatto un confronto con i costruttori e verificare se si possono avere mezzi elettrici a batteria “tagliati su misura” fra dimensioni e “profilo di missione”. Nel caso di specie parrebbe che ciò non sia avvenuto. Ipotizzo che il fattore costi abbia fatto saltare qualsiasi ragionamento in merito e con questo una serena buonanotte ai tanti propositi di “innovazione” del tpl.
No Pnrr, no bus elettrici?
Il sospetto è che, finita la baldoria dei ricchi contributi del Pnrr e altri fondi assortiti, si stia tornando coi piedi per terra ai soli acquisti dieselizzati, magari in futuro con una “spruzzata” di ibrido giusto per “vendere bene” il tema ai propri azionisti, in particolare ai politici dei tre Comuni e ai media. Quindi nuovi bus a batteria e a idrogeno ma solo con cospicui contributi esterni. Non mi sembra un granché di strategia “green” & pianoclimatica con obiettivi di e-bus che mi paiono piuttosto avulsi dalla realtà ma, soprattutto, spostati al prossimo decennio.
Tutto già visto, il copione è sempre lo stesso. Si spiega quindi appieno la recente “svolta” dell’assessore provinciale alla mobilità che da un po', invece di insistere sulle “zero emissioni”, è transitato alle “basse emissioni”, che poi fa sorridere perché le attuali norme in vigore (oggi siamo all’Euro VI-E per i bus e i camion) impongono, fin dall’introduzione nell'ormai lontano 2013 della normativa Euro VI, emissioni molto basse.
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