Cronaca | Second hand

“Non meritano l’Italia”

Per la banda del Bas si chiede la grazia. Albert Oberleiter su La Stampa: “Mio fratello è un liberatore”. La vedova del carabiniere Tiralongo: “Mattarella non li perdoni”
Bombenjahre
Foto: upi

Ai “bravi ragazzi della Valle Aurina” l’edizione odierna de La Stampa dedica una pagina di reportage. “Dovevamo ben difenderci dall’opposizione italiana. Volevano schiacciarci. Ridurci a una minoranza. Io mi aspetto un grazie per mio fratello! Altro che terrorista, è un liberatore che ha portato l’autonomia al nostro popolo”. La dichiarazione, raccolta dalla giornalista del quotidiano torinese Letizia Tortello, è quella di Albert Oberleiter, fratello di Heinrich che era uno dei componenti, insieme a Sepp Forer, Siegfried Steger e Heinz Oberlechner (l’unico deceduto, quest’ultimo), della banda dei “bombaroli” che nella seconda metà degli anni ‘60 mise a segno una serie di attentati dinamitardi in Alto Adige, che volevano ricongiunto all’Austria. Condannati all’ergastolo (Oberleiter ne ha presi due), nessuno di loro ha mai scontato un giorno di carcere e hanno trovato rifugio in Austria e in Germania. Uno dei bersagli dei 4 bravi ragazzi erano stati erano fin dall’inizio bar e locali frequentati da italiani.

La pena di mio fratello è già stata scontata lontano dall’Heimat, la patria (Albert Oberleiter, fratello del terrorista Heinrich)

Secondo Albert Oberleiter “grazie a questa battaglia contro gli oppressori italiani, Roma ha finalmente accelerato i colloqui per concedere l’autonomia alla nostra terra”. Per Heinrich (che vive a Schweinfurt in Baviera) come per i superstiti della banda dei separatisti sudtirolesi il capitano del Tirolo Günther Platter ha sollecitato la concessione della grazia, seguito a ruota dalla compagine di Südtiroler Freiheit. Sulla questione il governatore Arno Kompatscher ha riferito di futuri probabili contatti tra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il suo omologo austriaco Alexander Van der Bellen.

Mattarella non ci pensi nemmeno un minuto a dargli la grazia (Franca Cornella, moglie del carabiniere ucciso Vittorio Tiralongo)

“La pena di mio fratello - dice Albert Oberleiter - è già stata scontata lontano dall’Heimat, la patria”. Il terrorista però non si è mai pentito. “Dicono che sono poveri vecchietti di quasi ottant’anni, io ne ho 77 e vorrei che morissero all’estero perché non meritano l’Italia - dice a La Stampa Franca Cornella, moglie di Vittorio Tiralongo, il primo carabiniere ucciso negli attentati -. Non sono grandi patrioti, sono terroristi. Sulla morte di Vittorio hanno provato a raccontare storie, per scagionarsi, ma la riapertura del processo ha stabilito che è stato il fucile Mauser di questi criminali ad uccidere mio marito. Mattarella non ci pensi nemmeno un minuto a dargli la grazia”. 

 
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Hartmuth Staffler Ven, 10/18/2019 - 21:31

Ich finde es kurios, dass Egon Kufner, der wegen des Attentates auf der Porzescharte (vier Tote, d.h. "strage") in Florenz verurteilt wurde, bereits vor Jahren begnadigt wurde, während die Pusterer Buben, die kein Menschenleben auf dem Gewissen haben, keine Gnade erhalten. Und dass der arme Tiralongo nicht von angeblichen "Terroristen", sondern von einem Kollegen ermordet wurde, ist Allgemeinwissen und von einem Kollegen Tiralongos im Fernsehen unwidersprochen erklärt worden.

Ven, 10/18/2019 - 21:31 Collegamento permanente