“La maratona è come un viaggio”
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“La maratona è un viaggio lungo e faticoso, ma capace di restituire emozioni che non dimentichi più come quelle che ho provato entrando nello storico stadio ad Atene al termine di una delle gare più belle della mia vita”. Con queste parole Paola Gagliardi, maratoneta bolzanina di 62 anni, riassume un percorso sportivo iniziato relativamente tardi ma ricco di risultati importanti. L’ultimo è arrivato il 9 novembre alla Maratona di Atene, una delle gare più simboliche per il mondo dell’atletica: prima di categoria over 60, 115esima assoluta tra le donne e davanti anche a molti concorrenti più giovani (tra questi, solo per curiosità, visto che non è un atleta, anche l’ex premier Matteo Renzi arrivato circa 40 minuti dopo Gagliardi). Nel 2023, a Verona, la podista bolzanina aveva conquistato il titolo di Campionessa nazionale di maratona over 60. Ora si prepara a correre la BoClassic, la corsa di San Silvestro che si terrà nel capoluogo il 31 dicembre: "Una gara nervosa. Sono cinque chilometri, non sono proprio le mie distanze, ma ci proverò".
SALTO: Gagliardi, partiamo da Atene. Che tipo di maratona è stata per lei?
Paola Gagliardi: Una gara molto impegnativa e lo sapevo fin dall’inizio. Non sono partita con l’idea di fare un buon tempo, ma con il desiderio di correrla e di viverla fino in fondo. Il percorso è duro: ci sono circa venti chilometri di salita costante, un falso piano che non ti molla mai, con punti particolarmente faticosi. Però Atene è anche la terra nella quale la maratona è nata e la popolazione fa sentire tutto il suo calore. Entrare nello Stadio Panathinaiko per l'ultimo tratto è veramente da lacrime, perché c'è un tifo incredibile, ti mettono la medaglia al collo. Penso sia una delle più belle maratone che io abbia mai fatto."Anche se non si è a livello professionistico c’è rivalità tra gli atleti"
E il risultato è stato eccezionale…
Sì, devo dire che è stata una grandissima soddisfazione. Sono arrivata prima di categoria over 60 su 135 partecipanti e 115esima assoluta su oltre 4.300 donne e 1.509esima su più di 19.000 maratoneti arrivati al traguardo. La cosa che mi ha colpita di più è che, guardando i tempi, sarei risultata prima anche nella categoria inferiore, la over 55.Ha battuto anche l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Lui ha impiegato poco meno di quaranta minuti in più di me. Era partito davanti a tutti, col numero 1. La sua partecipazione è stata anche pubblicizzata, l’hanno applaudito alla partenza. Però poi non ha fatto un gran tempo… -
Andando poco più indietro nel tempo, nel 2023 è diventata Campionessa nazionale di maratona over 60. Com’è possibile visto che ha iniziato a correre solo pochi anni prima?
Ho iniziato a prepararmi seriamente nel 2017 e quel titolo è stato il riconoscimento di anni di lavoro, di sacrifici e di costanza, portati avanti mentre continuavo a lavorare come amministrativa nella medicina dello sport. La maratona è come un secondo lavoro e ci sono arrivata quasi per caso. Mi dicevano sempre che correvo tanto e qualcuno mi ha suggerito di provare una mezza maratona locale. L’ho fatta senza una vera preparazione e da lì un allenatore, Andrea Tomei della Lisphera, che è la mia attuale società, ha visto del potenziale. Da quel momento ho iniziato a lavorare in modo più strutturato e poi sono passata alla maratona. La prima è stata Valencia, nel 2018: non mi sono più fermata. Passano gli anni e i risultati migliorano, sento che più invecchio e più miglioro… come il vino."Quando si ha una certa età il consiglio è di non superare mai le due maratone all’anno"
E ora ha nel mirino la BoClassic. Cosa si aspetta?
Che ci sia tanta competitività. Nelle maratone, come in altri sport, anche se non si è a livello professionistico c’è rivalità tra gli atleti. Anche nella corsa di San Silvestro, a cui ho già partecipato, ho visto diverse persone spingere molto per stare davanti al gruppo. E alcuni finiscono a terra, ad esempio, nella curva dove c’è il bar Monica. D’altronde se uno vuole avere il proprio miglior tempo deve un po' farsi strada. Ecco, magari evitando di far cadere gli altri, però a volte non lo si fa neanche apposta.E per il 2026?
Andrò in Kenya dove il mio allenatore, Tomei, organizza un ritiro. Dopo l’allenamento in altura ho in programma di partecipare ad altre maratone e competizioni più brevi. Quando si ha una certa età, però, il consiglio è di non superare mai le due maratone all’anno.
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