Società | Lavoro

Non rassegnarsi alle morti bianche

Ancora un incidente mortale sul lavoro in Alto Adige. Buonerba e Mayr (Cisl): “Gravi lacune della Provincia”. Corrarati (CNA): “Coinvolgere tutta la filiera”.
Incidente
Foto: upi

Si torna a parlare di sicurezza sul lavoro dopo la morte dell’operaio croato 58enne, Jozo Markovic, colpito da un elemento di una gru smontata. “Ancora una volta - commentano amaramente Michele Buonerba e Dieter Mayr, segretari generali della Cisl altoatesina - ci troviamo a piangere delle vittime di un sistema che fa poco per la prevenzione e pochissimo nell’ambito della capacità sanzionatoria. Nel 2017 sono state perse 190.111 giornate lavorative in tutti i settori. Da anni sosteniamo che essere ai primi posti delle statistiche nazionali in merito alla frequenza d’infortuni richiederebbe un cambio di paradigma radicale nella politica della Provincia. Purtroppo pare che l’unico interesse della politica sia la riduzione della burocrazia per far felici le associazioni economiche”.

Ancora una volta ci troviamo a piangere delle vittime di un sistema che fa poco per la prevenzione e pochissimo nell’ambito della capacità sanzionatoria (Michele Buonerba e Dieter Mayr)

Ma la critica del sindacato non si esaurisce qui: dal 2008 è stato costituto il “Comitato di Coordinamento per la sicurezza sul lavoro” che si è riunito l’ultima volta il 16 giugno del 2017 mentre la delibera che lo ha istituito prevede incontri trimestrali. “Quella è stata la quinta volta in 10 anni e da allora nulla più - sottolineano Buonerba e Mayr -. Questo organo è previsto dal testo unico in materia e dovrebbe essere presieduto dal Presidente della giunta provinciale. Uno dei compiti dovrebbe essere quello di reinvestire in progetti di prevenzione i proventi delle sanzioni comminate dell’Ispettorato. Non è mai stato presentato nemmeno un report sull’andamento ispettivo. Sono anni che l’organico di questo ufficio non viene adeguato all’andamento economico positivo in termini di occupazione. Questo anche perché i concorsi richiedono professionalità eccessive rispetto al ruolo generando una scarsità d’interesse da parte dei potenziali candidati”. Infine l’auspicio: “Vorremmo sperare che, dopo i funerali, ci sia ancora qualcuno che abbia la sensibilità di onorare la memoria delle tante morti bianche agendo nell’interesse di chi vive solo del suo lavoro”.

Sulla questione interviene ora anche Claudio Corrarati, presidente della CNA-SHV: “Dobbiamo uscire dalla logica che individua il datore di lavoro e i lavoratori come unici responsabili della sicurezza, occorre cambiare approccio e marcia, coinvolgendo e responsabilizzando tutti i soggetti della filiera e destinando più risorse, ad esempio quelle ottenute con le sanzioni inflitte in materia di sicurezza, agli enti bilaterali che si occupano di formazione”.

Oggi, in caso di incidente, solo datori di lavoro e lavoratori finiscono nel mirino. Invece tutti gli attori della filiera debbono essere sensibilizzati sui rispettivi obblighi e compiti (Claudio Corrarati)

Gli attori della filiera sono almeno sei, ma nel mirino finiscono sempre gli stessi, spiega il presidente dell’Unione Artigiani. Ci sono il committente che detta tempi e modi di esecuzione, il responsabile dei lavori che verifica l’idoneità delle ditte, il coordinatore della sicurezza, i vari datori di lavoro anche in subappalto, i preposti alla sicurezza e infine i lavoratori. “Oggi, in caso di incidente, solo datori di lavoro e lavoratori finiscono nel mirino - sottolinea Corrarati - Invece tutti gli attori della filiera debbono essere sensibilizzati sui rispettivi obblighi e compiti. Le aziende, anche le più piccole e di tutti i settori, investono già in sicurezza. Noi, come CNA-SHV, effettuiamo almeno 20 corsi l’anno ed altrettanto fanno le altre associazioni di categoria. Gli enti bilaterali, come il Comitato paritetico edile e l’Ebsa nell’artigianato, realizzano o finanziano migliaia di ore di formazione per migliaia di lavoratori l’anno. Ma siamo sicuri che, in caso di incidenti, non abbia alcun ruolo la tempistica imposta dal committente o il malfunzionamento di uno qualsiasi degli anelli della catena?”.

Puntare dunque sul binomio formazione e informazione è, secondo Corrarati, una delle soluzioni da mettere in campo: “I ricavi delle sanzioni elevate dall’Ispettorato del lavoro vengano rimesse in circolo sotto forma di finanziamento agli enti bilaterali che promuovono corsi specifici e campagne di sensibilizzazione sulla sicurezza. Ma è necessario coinvolgere tutti i pezzi della filiera per ottenere risultati migliori”.

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Hubert Frasnelli Sab, 04/20/2019 - 08:36

... man fahre beispielsweise einen Tag lang an diversen Baustellen im Lande vorbei und man erkennt, warum es so viele Arbeitsunfälle gibt: weitgehendes Unterbleiben vom Gesetz vorgesehener Maßnahmen zur Unfallverhütung und des Arbeitsschutzes sowie der Kontrolle durch die zuständigen Behörden...

Sab, 04/20/2019 - 08:36 Collegamento permanente