Ambiente | parco dello stelvio

Troppi cervi, via all’abbattimento

La Giunta provinciale adotta il Piano di controllo del cervo nel Parco dello Stelvio che prevede un nuovo prelievo di ungulati. Kompatscher: “La caccia è necessaria”.
Cervo, Caccia, Ungulati
Foto: Unsplash

“È a rischio l’ecosistema del Parco”. È con queste motivazioni che il presidente della Giunta Provinciale Arno Kompatscher ha annunciato stamani in conferenza l’adozione del nuovo Piano di conservazione e controllo del cervo 2022-2026 all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio, 177 pagine di relazioni e linee guida già approvate dall’ISPRA, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, che prevede un piano regolato di monitoraggio e abbattimento dei cervi, considerati in eccesso rispetto le capacità del parco: “Abbiamo troppi capi all’interno del Parco Naturale - ha detto il Presidente - il sistema ecologico non è più in equilibrio dal momento che i cervi provocano un grande danno all’ambiente boschivo e compromettono la possibilità di rigenerazione delle foreste”.


Sul numero effettivo dei capi da abbattere Kompatscher non ha voluto sbilanciarsi. Più chiare sono invece le analoghe linee guida approvate in Trentino lo scorso maggio: a fronte di una stima di 2900 cervi censiti all’interno dei confini trentini del Parco, si prevede un prelievo compreso tra i 100 e i 180 capi.
I primi abbattimenti, in collaborazione con 500 cacciatori appositamente formati, cominceranno già da questo autunno e si concentreranno principalmente nelle zone della Media Venosta, Val Martello, Gomagoi, Val d’Ultimo e Val di Tubre.

 

“Sarà messo in piedi un ampio sistema di monitoraggio, affinché venga garantito un corretto sviluppo della specie ma mantenuto entro i limiti per essere tollerato da questo sistema. L’ennesima dimostrazione che la caccia ha la propria funzione ecologica e diventa pertanto uno strumento necessario, come conferma Ispra stesso” ha concluso Kompatscher.