Politica | L'Intervista
"Kompatscher debole, imperio Svp finirà"
In tempi di tumultuose contrapposizioni sui vaccini qui, in questa saletta del Consiglio provinciale, abbiamo assistito all’empirica dimostrazione che almeno su Alessandro Urzì, decano del Consiglio provinciale, che il vaccino monodose Johnsonn&Johnsonn parrebbe aver funzionato alla grande. Ritemprato, disteso, il coordinatore regionale di Fratelli d‘Italia sprizza combattività da tutti i pori. Bolzanino del 1966, giornalista professionista, ha lavorato per varie testate locali, ma l'imprinting di una certa brillantezza è probabilmente dovuto alla lunga esperienza nella non dimenticata palestra del Giornale di Indro Montanelli.
Si può amarlo o detestarlo, condividerne o meno le idee, fatto sta che, per capacità tecnico-dialettiche e longevità politica non è possibile ignorarlo.
Salto.bz. Consigliere Urzì, scherzando qualcuno la definisce, in virtù delle capacità e della lunga esperienza un po' il Cristiano Ronaldo del Consiglio provinciale. Si ricandiderà nuovamente o alla prossima tornata elettorale passa la mano?
Alessandro Urzì: Faccio parte di un partito attento, presente nelle istituzioni e sui territori. Quando sarà il caso, sarà il partito a dire se ritiene il caso che io mi ricandidi ancora in Consiglio, se il mio contributo possa ancora essere considerato utile in questa sede. Ricorderei, peraltro, che qui siamo eletti con le preferenze, e che ogni cinque anni il nostro ruolo, doverosamente precario, viene sempre sottoposto al vaglio sovrano della volontà popolare, che decreta liberamente il nostro destino politico. In via generale, mi considero convinto sostenitore di un ricambio generazionale profondo. Abbiamo una nutrita partecipazione giovanile nel partito, ragazze e ragazzi in gamba. La mia ambizione e la mia prospettiva è fisiologicamente quella di essere prima o poi sostituito, Anzi, lo dico pubblicamente: sostituitemi!
La mia ambizione e la mia prospettiva è fisiologicamente quella di essere prima o poi sostituito, Anzi, lo dico pubblicamente: sostituitemi!
Parliamo adesso del presente, e del suo incarico di responsabile regionale di Fratelli d'Italia. Come si fa a occuparsi, da Bolzano, di due province così orgogliose della propria autonomia? Come fa, ad esempio, a relazionarsi efficacemente con il partito trentino?
Con il rispetto profondo del territorio e dei miei interlocutori. Con lo strumento dell'ascolto, poco di moda ma assai importante; privilegiando la pratica dell'autorevolezza a scapito della pratica dell'autorità, svolgendo costantemente un lavoro di mediazione. In Consiglio qui a Bolzano non mi considerano un mediatore, ma pazienza....
Beh... in Consiglio lei svolge anche un po' un ruolo di guastatore... Ad esempio: lei è molto e costantemente critico con le Lega, e riesce benissimo a metterla in difficoltà in Consiglio. Poi però se ne va a Merano e propone loro un'intesa per un candidato sindaco comune. Ecco, tutto questo non è contraddittorio?
E perché? Dove sarebbe la contraddizione? Ragioniamo. La nostra linea, come Fratelli d'Italia, sempre è stata, tuttora è e sono certo resterà quella dell'alleanza organica delle forze di centrodestra. A livello nazionale, altre forze di centrodestra hanno scelto di appoggiare un governo con Pd e il Movimento 5 Stelle invece di fare pienamente fronte comune con noi. Qui a Bolzano, ad esempio, dopo il voto in Provincia la Lega avrebbe potuto fare fronte unico con noi tentando di dispiegare nell’interlocuzione con la Svp maggiore forza contrattuale a livello numerico. La Lega ha invece deciso di non collaborare con noi e di fare la giunta senza di noi. Normale, in questa situazione, che il nostro ruolo sia fare opposizione, o sbaglio? Opposizione di cui, peraltro, per un corretto funzionamento l'istituzione ha naturale bisogno. Anche a Merano abbiamo detto: andiamo insieme, il candidato al limite sceglietelo pure voi, o almeno indicateci dei nominativi su cui ragionare, e lo faremo. Tutto qui. Potrei cortesemente sapere dove sarebbe questa contraddizione? Io ci vedo invece, da parte nostra, una grandissima coerenza!
Pericoloso terreno di frizione con la Lega sta diventando anche Trento, dove sempre più spesso i giornali raccontano che in prospettiva elettorale il Presidente leghista Fugatti strizzerebbe l'occhio al Patt con la tentazione di scaricare Fratelli d'Italia...
Lei dice? Non credo accadrà. Probabilmente il fatto che tre consiglieri abbiano aderito a Fratelli d'Italia ha un po' surriscaldato gli animi, ma mi auguro e credo che prevarranno le ragioni dell'alleanza. Tra l'altro, il Patt non mi pare abbia questa gran forza, elettoralmente lo considero in rapido esaurimento.
Come va il rapporto con la Svp?
Questa terra avrà uno sviluppo ancora più positivo quando usciremo dalla logica del partito di raccolta. A mio avviso, ne stiamo già gradatamente uscendo. Quando sono entrato in Consiglio i consiglieri Svp erano 21, adesso sono 15. Si tratta di una strada a mio avviso segnata, e che porterà a una realtà politica più normalizzata, che vedrà sempre più il confronto tra aree politiche e meno su basi di separazione linguistica. La Svp è un contenitore dove trovi tutto e il suo contrario. Questo, in prospettiva, sono convinto che non potrà durare, perché costituisce un'anomalia che blocca lo sviluppo. Prima dicevamo del mio ruolo di mediazione che qui non viene riconosciuto, ed è così perché da parte della Svp si preferisce continuare a governare con la logica dell’imperio. Loro ragionano solo in base ai numeri, se per paradosso Casapound avesse eletto sei consiglieri, la Svp avrebbe trovato il modo di governare anche con loro. Funziona così. Ma non funzionerà così ancora tanto a lungo.
Quando sono entrato in Consiglio i consiglieri Svp erano 21, adesso sono 15. Si tratta di una strada a mio avviso segnata, e che porterà a una realtà politica più normalizzata.
Il suo rapporto con Kompatscher e un giudizio sul suo conto.
Ho con lui un rapporto cordialissimo, e scambi molto frequenti, anche se è un uomo di sinistra che ammette di esserlo. La mia impressione, comunque, è che cominci percepibilmente a risentire dell'usura del ruolo, e anche della fatica dei rapporti interni nella Svp. Vive una fase di debolezza, testimoniata del resto anche dal rinvio dell'annuncio ufficiale della ricandidatura.
Lei tempo fa ha descritto una mattinata sul Guncina, con l'incontro di due gruppi di ragazzi, uno di lingua italiana l'altro di lingua tedesca, che facevano capannello separatamente, e ha definito questa separazione una grande occasione sprecata. Ma tale divisione tuttora persistente nella società, oltre a essere frutto di una logica di separazione propugnata dalla Svp e dalla destra di lingua tedesca, non è anche forse frutto di una analoga mentalità di separazione dei partiti della destra italiana?
Qui nessuno dice più ‘siamo in Italia e allora devi parlare l'Italiano’. Ma nemmeno possiamo accettare una mentalità diffusa nelle valli laddove si contrabbanda per integrazione quella che nei fatti rischia di essere pura assimilazione. Guardi, in politica prendere atto della realtà non impedisce, o almeno non dovrebbe impedire di avere una visione. La mia visione è una società compiutamente plurilingue, dove l'integrazione sia reale, a cominciare dalla scuola. E a questo arriveremo. Magari noi saremo morti nel frattempo, ma il processo nella società è già in corso. Qui in Provincia si spenderanno 400mila euro, ripeto addirittura 400mila euro, per celebrare l'autonomia. Tuttavia non sfugge a nessuno che una parte dell'attuale assetto si basi su una logica di segregazione che dovrà necessariamente essere superata. Più che alle celebrazioni, dovremmo forse pensare ai necessari adeguamenti.
Lei è consigliere regionale. Cosa ne sarà della Regione?
Oggi è in fase concreta l'approfondimento in Consiglio del ruolo regionale, che taluni vorrebbero sostanzialmente abolire. Noi di Fratelli d'Italia abbiamo al riguardo una posizione molto netta: la Regione va salvaguardata, proprio in virtù dell'importanza della tutela delle autonomie provinciali, perché la Regione è un'istituzione che le tutela e ci tutela, con competenze che anche in chiave futura potrebbero essere importanti, come ad esempio la grande viabilità, l'ambiente, le politiche sanitarie, la cui strategicità il dramma Covid ha confermato. Oltre tutto questo, la Regione resta un prezioso luogo di concertazione, un patrimonio da non disperdere.
Sono in una sessantina di chat. Per fare un esempio: durante la nostra conversazione mi sono arrivati 22 messaggi di cui più o meno 15 saranno richieste di vario tipo.
Come è cambiato, con i social, il modo di fare politica?
Sensibilmente, ormai il grosso della comunicazione è con i messaggi in rete, fenomeno ulteriormente accentuato dal Covid. C'è però una cosa che mi manca. Anche se noi abbiamo un rapporto con i giovani molto forte e crescente, certamente alimentato anche dalla notevole capacità attrattiva di Giorgia Meloni, mi manca la possibilità di un bagno di folla con i ragazzi, quella contagiosità dell'entusiasmo, dei circoli di partito, delle scuole di formazione in presenza. Noi siamo molto attivi, intendiamoci, stiamo tra l'altro adesso aprendo un circolo a Silandro. Ma questa dimensione del pieno contatto giovanile mi manca.
In quante chat si ritrova, consigliere?
Una sessantina... Per fare un esempio: durante la nostra conversazione mi sono arrivati 22 messaggi di cui più o meno 15 saranno richieste di vario tipo. Provi a moltiplicare il dato per le varie ore della giornata, ecco più o meno funziona così...
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"Quando sarà il caso, sarà il
"Quando sarà il caso, sarà il partito a dire se ritiene il caso che io mi ricandidi ancora in Consiglio, se il mio contributo possa ancora essere considerato utile in questa sede". Come un padre che dice alla sua famiglia: ditemi se è ancora il caso che porti il mio stipendio in casa ......Anzi, dite fortemente, Papà, lascia perdere ....
“Anzi, lo dico pubblicamente:
“Anzi, lo dico pubblicamente: sostituitemi!“ potrebbe anche fare a meno di candidarsi, così solo gli altri a decidere chi è il prossimo nuovo candidato.