Nelle sconfinate praterie delle serie tv che ci hanno tolto quel poco di vita sociale che ci era rimasta, fra le uscite di quest’anno (finora) ce n’è più di qualcuna degna di nota. Qui ci siamo limitati a cinque, tanto per gradire. Cominciamo.

1. Pachinko

Una delle serie più belle del 2022, a mani basse. L’avvincente storia, ispirata al bestseller di Min-jin Lee La moglie coreana, racconta di una famiglia coreana emigrata in Giappone, attraverso quattro generazioni e diversi continenti partendo dall’inizio del XX secolo fino agli anni Ottanta. Un period drama che parla di guerra e pace, di sacrificio e resilienza, di amore e morte. Audace, intellettualmente ambizioso, con un campionario di facce incredibile (tra cui il premio Oscar Yuh-Jung Youn; Lee Min-Ho, superstar in patria; e la talentuosissima Kim Min-ha) e una ricostruzione storica meticolosa. Pachinko è su Apple TV+. Recuperatela ieri.

2. Severance

Un’altra serie di Apple TV+, questa diretta (in parte) da Ben Stiller.  Severance (Scissione nella traduzione italiana) è incentrata su un gruppo di dipendenti della misteriosa conglomerata Lumon Corporation che si sottopone a una procedura chirurgica che separa i ricordi di lavoro da quelli personali. Quando gli impiegati lavorano non ricordano nulla della vita fuori dalla Lumon e viceversa. Le Inception/The Matrix/The Truman Show vibes ci sono tutte. La serie - uno sci-fi thriller con un cast altisonante (fra gli altri Adam Scott, Patricia Arquette, John Turturro e Christopher Walken) e un pungente spirito satirico - richiede un po’ di pazienza per tirarvi dentro ma poi ripaga di tutto. Parola.

3. Black Bird

È un prison thriller che inizia e finisce la sua corsa in 6 episodi. La miniserie, altro bel colpo di Apple TV+, è basata sul memoir di James Keene (il protagonista interpretato da Taron Egerton) In With the Devil: A Fallen Hero, a Serial Killer, and a Dangerous Bargain for Redemption. Keene, un tempo stella del football liceale poi diventato spacciatore di droga nonché detentore di armi da fuoco illegali, viene arrestato dopo una retata e condannato a 10 anni di prigione, spezzando il cuore al padre ex-poliziotto (il compianto Ray Liotta nella sua ultima, straziante performance). L’FBI gli propone un accordo che potrebbe garantirgli la libertà: essere trasferito in un carcere di massima sicurezza per estorcere una confessione a Larry Hall, un serial killer psicopatico (l’inquietantissimo Paul Walter Hauser Hauser), e farlo restare così dietro le sbarre.
Il confronto tra Black Bird e Mindhunter è inevitabile (e impietoso, a favore della seconda) ma la serie true crime sviluppata dal giallista Dennis Lehane - nonostante qualche linea narrativa che gira a vuoto - è coinvolgente e fa il suo dovere. Menzione speciale per Sepideh Moafi, un po’ sprecata in un personaggio non abbastanza abbozzato, e per Jake McLaughlin, particolarmente convincente nel ruolo del fratello protettivo di Larry.
Vedete voi se fidarvi.

4. Better things

Torniamo in Ivy League. Better things, disponibile su Disney+, è l’opera grandiosa, semi-autobiografica, creata (insieme a Louis C.K., licenziato dopo le prime due stagioni in seguito alle accuse di molestie sessuali), diretta e interpretata da Pamela Adlon. La serie, ambientata perlopiù a Los Angeles, segue le vicende di Sam Fox (Adlon), attrice divorziata e mamma single che cresce le sue tre figlie Max (Mikey Madison), Frankie (Hannah Alligood) e Duke (Olivia Edward) occupandosi anche della madre Phil (Celia Imrie) che vive dall’altra parte della strada. Better things, lanciata nel 2016 e arrivata alla sua conclusione nel 2022, è un concentrato di empatia, grazia, umorismo e autenticità, pieno di sfumature, sulle relazioni fra madre e figlie, sugli alti e bassi della vita, e sulla femminilità. Forse un’altra serie così non esiste. Auguri a quelli che verranno dopo, ne avranno bisogno.

5. The Bear

In chiusura un tv show ancora inedito in Italia ma che vale la pena appuntarsi per quando uscirà alle nostre latitudini. The Bear è la nuova serie FX, distribuita su Hulu, su un giovane e promettente cuoco, Carmen “Carmy” Berzatto (il brillante Jeremy Allen White), che abbandona l’alta ristorazione per tornare a Chicago e tentare di salvare il ristorante di famiglia, un italian beef sandwich shop, dopo il suicidio del fratello.
La serie, impregnata di stress, sudore, tensione, frenesia grazie anche al montaggio adrenalinico, è un realistico, appassionante e umanissimo spaccato del mondo della ristorazione, fra crisi esistenziali e imprevisti a catena, de-romanticizzando la tipica figura dello chef.
Per cui sì.