Morti prematuri, nominati due consulenti

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A circa una settimana dalla morte di due neonati prematuri presso il reparto di terapia intensiva neonatale del San Maurizio di Bolzano, la Procura di Bolzano fa sapere che oggi, martedì 19 agosto, ha nominato due consulenti. Si tratta di uno specialista in medicina legale e uno specialista in malattie infettive. I due neonati sono deceduti infatti a causa di un'infezione da Serratia marcescens, un batterio che viene trasmesso attraverso il contatto, in particolare attraverso le mani. Intanto i Carabinieri del Nuclei Antisofisticazioni e Sanità (Nas) di Trento hanno proceduto all’acquisizione della documentazione ritenuta utile alla ricostruzione dei fatti. L'autopsia sui corpi, al momento congelati, avverrà all'esito di questa fase preliminare.
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Durante le indagini dei Nas sull'origine del batterio che ha provocato la morte di due neonati prematuri era stata riscontrata la positività nel beccuccio e nei dispenser del sapone usato per lavare tettarelle e biberon. Da qui la decisione di sospendere in via precauzionale l'uso di uno specifico detergente per lavare i piatti, potenzialmente contaminato, in tutti gli ospedali della provincia di Bolzano. Questa disposizione resterà in vigore fino a sua revoca. Da sottolineare però che, a differenza del reparto di terapia intensiva neonatale che è chiuso ai nuovi pazienti, il reparto di Ostetricia e il punto nascite non sono interessati da questa situazione e, come informa l'Azienda sanitaria, lavorano regolarmente e a pieno regime. Per aumentare la precauzione, le donne in stato di gravidanza a rischio - non superiore alle 32 settimane (otto mesi) - dell'Ospedale di Bolzano saranno trasferite allo stesso reparto dell'Ospedale Santa Chiara di Trento.
A ieri, dei dieci bambini ancora ricoverati presso il reparto di Terapia intensiva neonatale, quattro sono stati "colonizzati" dal batterio, senza però sviluppare la malattia. Come già spiegato dai direttori dell'Asl, "questo non significa assolutamente che ci siano rischi imminenti", inoltre, anche negli ultimi giorni la situazione clinica è rimasta invariata.
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Il precedente del 2014
Il batterio Serratia marcescens, d'altra parte, non è una novità. Ad oggi è fra le prime dieci cause di infezioni ospedaliere. I nati prematuri sono i più esposti al rischio di infezioni, a causa di un immaturo sistema immunitario. Per i due piccoli, nati dopo 23 e 26 settimane di gravidanza e deceduti il 12 agosto e la notte del 13 dopo circa tre settimane di vita, l'infezione ha avuto conseguenze fatali, a causa dello sviluppo di una sepsi.
E' di questi giorni la notizia che l'Asl altoatesina è stata condannata a pagare un risarcimento importante a due genitori che, nel 2014, hanno perso la propria neonata di sei giorni a causa di un'infezione da Serratia. Ieri - lunedì 18 agosto - a 11 anni dalla tragedia, la Corte d’Appello di Trento ha infatti stabilito che "la struttura sanitaria non può limitarsi a provare di aver predisposto protocolli per la prevenzione di infezioni correlate all’assistenza, ma deve dimostrare di averli specificatamente applicati nel caso concreto". I consulenti tecnici della Procura hanno scritto in merito nella sentenza che "l’infezione da Serratia contratta dalla piccola è da considerarsi nosocomiale e, pur essendo allegati i protocolli di lavaggio e disinfezione delle mani e di prevenzione delle infezioni nosocomiali, non vi è prova alcuna che questi siano stati effettivamente messi in atto". Per questo motivo, concludono, "sussiste nesso di causalità tra inadempimenti di carattere igienico-sanitario imputabili all’azienda sanitaria di Bolzano e la morte della piccola".
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