Processo Sparkasse, arriva l’artiglieria
Svolta nel processo penale a carico degli ex esponenti e dirigenti della Cassa di Risparmio di Bolzano, Norbert Plattner, Peter Lothar Schedl, Richard Maria Seebacher e Sergio Lovecchio, accusati dalla Procura della Repubblica di Bolzano di falso in prospetto, false comunicazioni all’autorità di pubblica vigilanza e truffa aggravata - ai soli Plattner, presidente della banca dal 2007 al 2014, e Schedl, ex direttore generale, viene contestato il delitto di aggiotaggio - a danno di 11.000 risparmiatori, clienti dell’istituto di credito altoatesino.
In prima linea accanto al gruppo di piccoli azionisti di Sparkasse - rappresentati dal collegio difensivo guidato dall’avvocato di Roma Massimo Cerniglia - i quali, secondo l’accusa, sarebbero stati truffati in occasione dell’acquisto di azioni collegate all’aumento di capitale sociale effettuato nel 2012, ci sono ora anche Banca d’Italia e Consob (Commissione nazionale per le società e la Borsa) che vogliono costituirsi parte civile per ostacolo alle funzioni di vigilanza. Ma non è tutto. Si configurerebbe infatti un’ipotesi aggravata trattandosi di una sollecitazione al pubblico risparmio.
“Questo aggravamento potrebbe scongiurare l’imminente prescrizione e portarla al 2023”, spiega a salto.bz Cerniglia che oggi (20 gennaio) si trovava a Bolzano per l’udienza preliminare davanti al gup Emilio Schönsberg. Udienza che è stata rinviata al 12 febbraio. L’ex management della banca ha chiesto la traduzione in tedesco delle carte processuali dopo l’entrata in scena di Banca d’Italia e Consob.
Proprio in merito all’aumento di capitale del 2012, come avevano evidenziato il Comitato azionisti Sparkasse (Cas) e il Centro consumatori Italia, il vice direttore della filiale di Bolzano della Banca d’Italia, Maurizio Silvi, era stato incaricato nel 2016 dalla Procura di Bolzano di redigere una perizia per constatare se si potessero ravvisare profili di rilevanza penale nelle operazioni condotte da Sparkasse tra il 2011 e il 2015. Silvi aveva rilevato, fra le altre cose, l’omissione di informazioni ritenute importanti nel prospetto informativo dell’aumento, come l’impatto dell’andamento negativo della controllata del risparmio gestito Raetia Sgr o la classificazione di rischio “medio” delle azioni.
L’indagine penale della Procura aveva poi preso il via nel 2015 da una segnalazione dei Carabinieri del Ros di Trento, oltre che da diversi esposti presentati dall’avvocato Cerniglia.
Non stiamo agendo per illudere i risparmiatori ma per rivendicare i loro diritti (Massimo Cerniglia)
Con la prescrizione alle porte la partita poteva apparire ormai chiusa. “Mentre l’azione civile risarcitoria è ben lungi dall’essere prescritta, il procedimento penale potrebbe estinguersi” aveva sottolineato il legale annunciando battaglia in tribunale. Al suo fianco ora le due autorità di vigilanza. “Il fatto che anche Banca d’Italia e Consob intendano partecipare al processo è l’ulteriore prova che qualcosa di realmente rilevante nella vicenda c’è, del resto noi avvocati abbiamo dimostrato ampiamente che la nostra azione ha un suo fondamento riscontrato in sede giudiziaria, e non dimentichiamo che già 3 sentenze e un lodo Consob hanno dato torto alla Cassa di risparmio. Ne vedremo delle belle al processo” sottolinea Cerniglia.
È la contro-replica all’amministratore delegato della Sparkasse Nicola Calabrò che, dopo le ultime novità emerse relativamente al contenzioso legale, aveva dichiarato: “Abbiamo paura che qualcuno stia strumentalizzando di fatto l’azione penale, per promettere possibili risarcimenti che non è detto possano poi essere dati”. Quindi la stilettata dell’avvocato: “Prego il dottor Calabrò di essere più prudente e continente nelle sue affermazioni e gli faccio presente che non stiamo agendo per illudere i risparmiatori ma per rivendicare i loro diritti”.