In seguito all'aggressione, avvenuta a Bolzano, di tre "militanti di sinitra" da parte di un gruppo più cospicuo di supposti "militanti di destra" - tralascio qui la legittimità di usare l'equanime aggettivo di sapore marziale per definire le due entità in questione - mi sembra (ma vorrei essere smentito) di notare il silenzio assordante di chi, invece, proprio adesso dovrebbe prendere la parola. Magari per dire una sola e semplice cosa: "Ci vergognamo di noi".

Alludo, evidentemente, a tutti quei rappresentanti politici dei nano-partiti della galassia di centrodestra locale che per giorni, settimane e mesi hanno martellato l'opinione pubblica (a sua volta colpevole di aver prestato loro ascolto e di averne parlato anche sugli organi d'informazione) dicendo che a Bolzano ci sarebbe un urgente problema di sicurezza. Non pochi dei rappresentanti di questi nano-partiti hanno speculato sul tema, diffondendo persino la sensazione che, ormai, l'unico modo per "resistere" fosse quello di farsi giustizia da sé.

L'aggressione dei tre ragazzi dimostra quali frutti può dare un terreno concimato in questa maniera. E pazienza se questa volta ad essere colpiti non sono stati degli "zingari" o degli "immigrati" colti in flagranza di reato. Reato che per i suddetti paladini della sicurezza consiste peraltro nel limitarsi ad essere quel che si è: "zingari" o "immigrati", vale a dire il reato di esistere.

Sul caso si legga anche la lucida analisi di Flavio Pintarelli.