La morte di Virgilio 2 di Hermann Broch

Parte finale
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
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Foto: © Oswald Stimpfl

E non è stata proprio una decisione tanto facile. Perché a chi è entrato una volta nella sfera dell'arte - e ne abbia per di più appreso a fondo il mestiere occorre un certo coraggio per un simile commiato . Un commiato piuttosto doloroso. E poi, non è semplice a 60 anni cambiare mestiere. Se rimanessi un narratore la mia vita in ogni caso sarebbe piu facile e di più certo successo.

"E con questo -è stato un giro assai lungo - arrivo finalmente alla sua congettura: che, scrivendo il Virgilio, mi sarei vagamente identificato con Dante. Credo di poter affermare che il mio atteggiamento verso Virgilio, quale l'ho descritto qui, sia quanto mai non-dantesco. Un parallelo con Dante tutt'al più mi sarebbe potuto venire in mente immaginando che una stazione radio fiorentina lo avesse invitato a tenere una conferenza per il giorno di Pentecoste, e che poi anche a lui 'Virgilio' fosse comparso per caso, entrando furtivamente dalla porta di servizio della poesia..."

Hermann Broch

da una lettera a Hermann Weigand, 12 febbraio 1946