Omicidio del Virgolo, Calculli si appresta a comparire davanti al giudice
Comparirà domani davanti al giudice per l’udienza prelinare Silvia Monaco, Michele Calculli, il bolzanino accusato di avere ucciso il rivale in amore, il meccanico Werner Hofer, 45 anni, la sera del 17 marzo 2013, vicino alla chiesetta del Virgolo, a Bolzano. Alla base dell’aggressione, come più volte ripetuto dallo stesso Calculli durante i primi interrogatori, non ci sarebbe stata la volontà di uccidere Hofer, ma solo di “dargli una lezione”: l’aggressore, infatti, era convinto che la sua convivente, Patrizia Milazzo, e la vittima avessero una relazione e che si fossero incontrati anche pochi giorni prima dell’omicidio.
La non volontà di uccidere Hofer, più volte ribadita da Calculli, ha fatto sì che l’accusa nei suoi confronti, lo scorso dicembre, venisse derubricata da omicidio volontario a omicidio preterintenzionale. L’arma con cui avvenne l’aggressione fu un piede di porco in ferro, che colpì Hofer ad un braccio e al torace: l’esame autoptico stabilì che il decesso della vittima fu provocato da una vasta emorragia interna provocata dai colpi. Hofer, tuttavia, soffriva di problemi di salute che lo avevano indebolito: questa situazione, aggravata dai colpi inferti, avrebbe portato al decesso dell’uomo.
Alla base della tremenda lite che portò all’aggressione, questioni di gelosia: Calculli, infatti, era venuto a conoscenza del fatto che qualche giorno prima Hofer e la Milazzo avrebbero avuto un incontro clandestino a Bressanone. A nulla valsero le spiegazioni di Hofer, che sostenne che la donna in questione era un’altra, non la convivente di Calculli che, a questo punto, chiese il numero telefonico della presunta amante. Il non averlo ottenuto fece precipitare la situazione. Dopo avere colpito due volte alla schiena Hofer, Calculli e la sua compagna, presente sulla scena del crimine ma mai indagata, si allontanarono dalla zona del Virgolo, lasciando Hofer ancora in piedi. Per due volte, successivamente, la coppia tornò sul luogo dell’aggressione , trovando Hofer, stavolta, a terra. La lite avvenne intorno alle 20.10, ma il 118 fu allertato solo alle 21.44.
In un primo momento Calculli venne accusato di omicidio volontario. In un secondo momento, la relazione del medico legale Eduard Egarter, offrì elementi importanti alla difesa di Calculli, rappresentanto dall’avvocato Nicola Nettis, per sostenere la tesi della preterintenzionalità. Davanti al giudice, infatti, la difesa ha sostenuto che il pestaggio finì in dramma in seguito dei gravi effetti provocati dalla cirrosi epatica che aveva portato anche ad un ingrossamento della milza, come venne poi reso noto. “Quanto emerso dalla consulenza del medico legale - aveva spiegato Nettis - sono elementi che non potevano essere conosciuti da Calculli, che ignorava il grave stato di salute in cui versava Hofer”. La relazione del dottor Egartner non segnalò se l’uomo avrebbe potuto essere salvato: ciò che trapelò fu che un primo colpo provocò la lesione della gabbia toracica con frattura costale e perforazione di un polmone, il secondo portò alla frattura della dodicesima costola con coseguente rottura della milza.
Lo scorso ottobre, Calculli, su decisione del giudice Walter Pelino, ha lasciato il carcere di via Dante, ottenendo gli arresti domiciliari presso l’abitazione della sua compagna. La custodia cautelare, infatti, è stata confermata solo per il pericolo di reiterazione del reato, mentre è venuta a cadere l’esigenza di tutela delle fonti di prova data che la convivente ha già reso la sua testimonianza. Domani, dunque, Calculli sarà sentito in udienza preliminare dal giudice Silvia Monaco, dopo la richiesta del sostituto procuratore Lorenzo Puccetti di rinviarlo a giudizio.