Tentò di uccidere il rivale in amore: pena ridotta per Carlo Trivini
Pena ridotta per Carlo Trivini, il bolzanino pluripregiudicato che nel 2012 tentò di uccidere il rivale in amore, Michele Mercuri, ferendolo con un coltello: da 9 anni e 6 mesi, sentenza di primo grado con rito abbreviato, a 8 anni. Il pubblico ministero Ulrike Segna aveva chiesto per l’uomo una condanna a 14 anni, chiedendo che fosse riconosciuta la premeditazione nel gesto dell’aggressore: per i giudici della Corte d’Appello, tuttavia, così non fu. Trivini, che si trova in carcere dove ha già trascorso 35 anni per omicidio volontario e traffico di droga, accoltellò il marito della donna con cui aveva intrecciato una relazione, Michele Mercuri, al culmine di una lite. Si trattò di un gesto d’impeto, non premeditato.
La vicenda. La lite tra Trivini e Mercuri risale al marzo 2012. Quella sera, l’aggressore uscì di casa portando con sé un coltello da cucina che, in seguito, raccontò essergli utile per tagliere rami di forsizie che avrebbe voluto portare alla sorella il giorno seguente: si diresse in viale Druso, dove avrebbe avuto un appuntamento con Mercuri, marito della donna con cui aveva intrecciato una relazione, per chiarire la situazione. Ma, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, non si trattò affatto di un chiarimento pacifico: ben presto, dalle minacce e gli insulti, si passò alle mani. Trivini con il coltello che aveva con sé colpì all’addome, due volte, Mercuri, che riportò gravi lesioni nella zona ombelicale e nell’emitorace sinistro che lo fecero rimanere per parecchio tempo in pericolo di vita. Il pluripregiudicato bolzanino ha sempre raccontato di essere stato aggredito da Mercuri e che lui stesso, da solo, sarebbe rimasto ferito dal coltello in modo del tutto accidentale, durante la colluttazione. Secondo la difesa, sarebbe stato proprio Mercuri a inseguire Trivini fin sotto casa che, tuttavia, in precedenza lo avrebbe provocato e minacciato al citofono.
La sentenza di primo grado. Nel gennaio 2013, con rito abbreviato, il giudice Silvia Monaco, escludendo l’aggravante della premeditazione, condannò Trivini alla pena di 9 anni e 6 mesi per tentato omicidio. Il pubblico ministero Daniela Pol aveva chiesto 14 anni di reclusione. Trivini è rinchiuso in carcere dal marzo 2012.
Il processo d’Appello. Subito dopo la condanna, la difesa di Trivini, affidata all’avvocato bolzanino Nicola Nettis, aveva annunciato ricorso in Appello. In questo contesto, il pubblico ministero Ulrike Segna aveva abbracciato la tesi del pm Daniela Pol e aveva chiesto di riconoscere la premeditazione nel gesto di Trivini. Secondo l’accusa, dunque, il bolzanino avrebbe dato appuntamento al rivale in amore con la chiara intenzione di aggredirlo: per questo, anche in Appello, la richiesta del pm è stata una condanna a 14 anni. I giudici Renzo Paolo Pacher, Manfred Klammer e Isabella Edith Martin, tuttavia, anche in questo caso hanno escluso il gesto premeditato, riducendo di un anno e mezzo la condanna di primo grado: Trivini è stato condannato a 8 anni con l’accusa di tentato omicidio.