Veleggiando tra le pietre rotolanti

Un grazie di cuore ad Asterix, Bruno Vespa, Kammerlander, i sassi, e... ai nostri politici che non finiscono mai di stupirci. Tutti assieme ed appassionatamente uniti per soffiare sulla vela di Salto.

Per un anno abbiamo navigato. Eravamo su una piccola barca, ma progettata con grande passione e costruita con un enorme entusiasmo. Abbiamo imparato a guidare la nostra barca strada facendo, soprattutto quando le onde si ingrossavano e lo facevano quasi sempre all'improvviso. Le onde hanno assunto forme diverse e inaspettate, mentre gli spruzzi ci finivano dritti in faccia, al punto che facevamo fatica a tenere gli occhi aperti. Ma ci siamo sforzati.

Se dopo un anno siamo così come siamo lo doviamo soprattutto proprio a quelle 'grandi onde', che ci hanno confermato che eravamo innanzitutto in grado di governare la nave. Siamo anche diventati sempre più consapevoli di riuscire a farlo a modo nostro, e cioè - come diciamo nel nostro gergo - "con taglio Salto". 

Alla ricerca di una metafora per spiegare la cosa mi è venuto in mente il sistema che a Termeno hanno adottato per portare via gli enormi massi della frana diventata famosa in tutto il mondo.
Li hanno tagliati a fette. Come abbiamo fatto anche noi (con taglio Salto), raccontando in tempo reale quelle 'onde', e cioè quegli enormi massi evidentemente non solo di pietra, che quest'anno si sono messi in moto risvegliando l'atavica paura del contadino di montagna, e cioè che 'la montagna venga giù, portandosi via tutto ma proprio tutto'. 
Così fotografie, video, droni e le voci degli scampati alla possibile tragedia e dei pompieri sono rimbalzate (con un bel Salto) da un sito all'altro, da un social network all'altro. Anche grazie a Salto.

Ma le grandi 'rolling stones' non sono state le uniche. Altre (grandi) notizie sono giunte, più o meno all'improvviso, per dare senso al nostro lavoro e per farlo crescere. 
Prima ci sono stati gli insospettabili pupazzetti di Asterix, rivelatisi pericolosi impaurendo le mamme. 
Poi ci ha pensato Hans Kammerlander, rendendosi protagonista di un incidente che ha fatto due vittime: un giovane ragazzo ed un mito precipitato dai trionfi di quota ottomila all'abisso del senso di colpa.  
A seguire poi è entrata in scena la politica. Prima con l'attacco di Bruno Vespa ai privilegi dell'autonomia e poi col l'autogol che sa quasi di suicidio dell'intera politica regionale, rea di non essersi accorta che la fine dell'era non si identificava solo con il crepuscolo di Durnwalder.

Noi della redazione abbiamo accompagnato questo (primo) anno di Salto, ma i veri protagonisti in realtà siete stati soprattutto voi che ci avete seguito e che magari - capendo perfettamente lo spirito originale dell'avventura concepita dal nostro editore Demos - vi siete coinvolti direttamente attraverso la nostra comunity. Dialogando, litigando e cercando di capire insieme a noi i tempi che stiamo vivendo. 

Per noi è stato bello, anche se faticoso. Speriamo lo sia stato anche per voi. 
Attenti però, perché il bello in realtà deve ancora venire. Abbiamo appena incominciato.................