“No a politiche retrograde”
È arrivato un segnale forte e chiaro dal Comune di Merano sul contestato disegno di legge del senatore leghista Simone Pillon in materia di affido condiviso dei figli di genitori separati. La mozione dei consiglieri comunali di Merano Francesca Schir, Kurt Duschek (gruppo misto) e David Augscheller di SEL, fortemente critica nei confronti del ddl, è stata approvata a larga maggioranza dal consesso cittadino e nello specifico firmata da tutte le donne, eccezion fatta per la consigliera Adriana Valle del M5S.
Merano c’è
Le richieste formulate nel documento, emendato dalla stessa Schir, sono diverse. In primis si chiede di adottare tutte le misure necessarie affinché il ddl Pillon non venga sottoposto alla votazione del Parlamento (con conseguente ritiro del ddl e dei ddl associati); poi di sensibilizzare tutti i parlamentari eletti in Provincia di Bolzano perché promuovano e garantiscano confronti con tutti i soggetti istituzionali, associativi e professionali coinvolti, al fine di sospendere l’attuale iter di approvazione.
È necessario contrastare politiche patriarcali, oppressive e retrograde che minano il nostro diritto all’autodeterminazione
Non solo. Schir chiede inoltre di “valutare tutte le iniziative opportune per potenziare strumenti idonei a sostenere le famiglie (a partire dalla componente che più ha bisogno di essere tutelata, cioè i figli) durante la relazione e durante i dolorosi processi di separazione, nonché nelle fasi successive (attraverso, per esempio, la realizzazione di co-housing per genitori separati, coinvolgendo l’Ipes affinché sviluppi percorsi dedicati)”. Come reclama infine la mozione verrà organizzata in stretta collaborazione col Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità del Comune, con la Commissione delle pari opportunità e con le agenzie formative sul territorio una serata informativa sugli effetti del ddl Pillon a Merano, coinvolgendo esperte/i del settore e personale dei servizi sociali. Per l’iniziativa saranno messi a disposizione i fondi da parte del Comune.
“Merano - dichiara Schir in una nota - ancora una volta dimostra di essere pronta a difendere una collettività rispettosa dei diritti di tutte e tutti. È necessario contrastare politiche patriarcali, oppressive e retrograde che minano il nostro diritto all’autodeterminazione e sostenere, invece, temi come quello delle pari opportunità, della prevenzione della violenza di genere, del superamento degli stereotipi e delle discriminazioni che ancora connotano il mondo del lavoro e la società più in generale”.
Nel frattempo anche Bolzano si mobilita “per contrastare chi vuole riportare l'Italia indietro di cinquant’anni”. La chiamata a raccolta arriva dalle sezioni bolzanine di AIED, ANPI, ARCI, Se Non Ora Quando, Human Rights International; Bolzano Solidale; Centaurus Arcigay Alto Adige Südtirol; Rete ELGBTQI* del Trentino Alto Adige Südtirol; GEA - Centro Antiviolenza e Casa delle donne; OEW - Organizzazione per un mondo solidale; i sindacati SGB/CISL e CGIL/AGB oltre a Pd e Verdi locali, tutti riuniti sotto un unico cappello, “Non un passo indietro - Kein Schritt zurück”. I dissenzienti faranno sentire la propria voce al “Congresso Internazionale delle famiglie” che si terrà a Verona dal 29 al 31 marzo. “Bolzano - si legge nel manifesto della compagine - andrà a Verona per cancellare questa distorsione temporale. Per contrastare questa ribalta patriarcale e oppressiva. Per affermare la libertà di ciascuno all’autodeterminazione. Per difendere la Costituzione da questo regresso culturale, storico e sociale. Bolzano andrà a Verona per solidarizzare con i veronesi che vedono la loro città invasa da odiatori professionisti”.