Società | fumata bianca

Fiera: i senza dimora andranno a Merano

L’accordo tra Comune e Provincia sulla ripartizione dei senza dimora sta prendendo forma. Deeg: "Lavoro importante, ma la competenza deve rimanere ai comuni".
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Foto: (c)Pixabay

Le vicissitudini che hanno accompagnato in questi mesi le persone senza dimora sono state variegate e non prive di polemiche sia tra le forze politiche sia provenienti dal mondo dell'associazionismo. La chiusura della Fiera sarebbe dovuta sopraggiungere il 31 luglio ma a causa dell’emergenza sanitaria ancora in corso e delle prospettive tutt’altro che rassicuranti (che ha visto un incremento dei contagi anche in Alto Adige) il ripristino delle funzioni della struttura è stato rimandato. Inizialmente per tre settimane ma, come ribadito dal direttore dell'Agenzia per la Protezione Civile Rudolf Pollinger, per il tempo che sarà necessario. Il direttore aggiunge che a causa di queste tempistiche incerte la Fiera non ha urgenza di tornare alla sua funzione originaria, in quanto è difficile pensare di investire un grosso capitale per un evento o un’esposizione che con facilità potrebbero essere annullati. Di conseguenza, fino a quando la nuova soluzione non sarà pronta i senza dimora potranno continuare a godere di quegli spazi.

Dopo l’annuncio che apriva un tavolo di lavoro per l’individuazione dei comuni che sarebbero stati interessati alla ripartizione, la fumata bianca è finalmente arrivata in questi giorni: tocca a Merano. La decisione non è stata casuale, come ricorda sempre lo stesso Pollinger, perchè è impensabile che un senzatetto possa stabilirsi in una zona periferica. Di conseguenza Merano, che già conta sul suo territorio soggetti che vivono all’addiaccio, è stata la scelta più immediata ma precisa: “Noi diamo questa possibilità, ma non possiamo obbligare le persone senza dimora, che per loro scelta permangono su un territorio, di stabilirsi forzatamente in un altro”.

“Merano si è dimostrata di grande aiuto, inoltre molte persone che soggiornano in Fiera lavorano o hanno un progetto di integrazione nel Comune di Merano”, spiega invece l'assessora provinciale Waltraud Deeg. Aggiunge inoltre che era stato fatto un tentativo anche con Laives, che tuttavia si è opposta in quanto l'amministrazione riteneva di aver già dato il proprio contributo attraverso l'istituzione del Centro di Accoglienza Straordinaria sul territorio. “Sono contenta - afferma l'assessora - perché umanamente ritengo che non sia mai una soluzione mettere la gente per strada. Con il dialogo si riescono a risolvere anche situazioni difficili come queste, ma la competenza per normativa deve rimanere ai comuni”.

Merano si è dimostrata di grande aiuto (Waltraud Deeg)

Deeg ricorda infine la natura del progetto, che resta finalizzato all’emergenza sanitaria e sulla scia di Pollinger ribadisce come la gestione dei senza dimora rimanga complicata, in quanto non esiste una quota di distribuzione trattandosi, nella maggioranza dei casi, di persone che hanno diritto di risiedere e di conseguenza muoversi sul territorio, che possono godere sì dei servizi di una struttura ma, in situazioni normali, nessuno può obbligarli a farlo. 

Non ci siamo offerti, siamo stati informati dalla Provincia che questa sarebbe stata la loro intenzione, finalizzata a sollevare la città di Bolzano di un onere molto forte” riferisce a salto.bz Andrea Rossi, vicesindaco di Merano, “abbiamo senza dubbio collaborato e qualche giorno fa c’è stato un sopralluogo all’interno della possibile area su cui la protezione civile predisporrà la struttura”.

Inizialmente era stato individuato il centro di accoglienza cittadino che si è rivelato però incompatibile, perchè la gestione degli spazi e l'applicazione delle misure di sicurezza sanitaria sarebbero state impossibili. È stata pertanto individuata un’area adiacente, che era stata recentemente ricevuta dalla provincia con il vincolo di destinazione ad area per la mobilità, in cui è già stato realizzato un parcheggio vicino alla stazione e che sarebbe dovuto diventare un centro intermodale. Di fronte però all’emergenza, le priorità del momento resteranno finalizzate all’accoglienza dei senza dimora. I tempi di costruzione del centro, secondo il vicesindaco, saranno veloci e ipotizza che potrà essere operativo in meno di un mese.

Le persone ospitate saranno circa venticinque e la precedenza sarà data a chi già lavora nella città. "Noi abbiamo già una quota di persone che vivono all’addiaccio, sebbene siano meno evidenti - conclude Rossi -, ma anche noi presentiamo situazioni di difficoltà. Speriamo che questo centro possa servire anche alla popolazione di Merano più vulnerabile. Sono persone diverse, c’è chi possiede un background migratorio, ma abbiamo anche cittadini meranesi che hanno difficoltà ad arrivare a fine del mese e persone che lottano con la propria tossicodipendenza. Un tetto sopra la testa e un luogo dove dormire può restituire loro la dignità”.