Politica | I risultati

Il Parlamento sarà più piccolo

Referendum, circa il 70% a favore del taglio ai parlamentari. Dati definitivi in regione: in Alto Adige il Sì vola quasi all'80%. In Trentino si ferma al 63%.
Parlamento
Foto: upi

Il taglio delle 345 poltrone si farà. Netta è la vittoria del Sì al referendum costituzionale (di tipo confermativo, dato che si trattava di approvare una riforma) sulla riduzione del numero di parlamentari di Camera e Senato: 69,62% contro il 30,38% del No, quando manca una manciata di sezioni ancora da scrutinare. Dunque dalla prossima legislatura (a meno che non ci siano elezioni anticipate), a partire cioè dal 2023, i parlamentari passeranno da 945 a 600. I deputati scenderanno da 630 a 400 e i senatori da 315 a 200.

“Quello raggiunto oggi è un risultato storico. Torniamo ad avere un Parlamento normale, con 345 poltrone e privilegi in meno. È la politica che dà un segnale ai cittadini. Senza il Movimento 5 Stelle tutto questo non sarebbe mai successo”, scrive su Facebook Luigi Di Maio, ministro degli Esteri ed ex capo politico del Movimento 5 stelle. A fargli eco il collega di partito Riccardo Fraccaro, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio del governo Conte bis, che ha proposto la riforma costituzionale quand’era ministro dei rapporti con il Parlamento: “È stato un percorso lungo e complesso ma ce l’abbiamo fatta: la riduzione del numero dei parlamentari è realtà. Un cambiamento che il Paese aspettava da quarant’anni e che il M5S ha realizzato. Grazie ai cittadini che hanno detto Sì a istituzioni più sobrie ed efficienti. La politica dimostra di poter cambiare e mantenere davvero le promesse, come M5S siamo felici di aver reso possibile tutto questo. Continueremo con rinnovato impegno ed entusiasmo a lavorare per il bene del Paese. Viva la democrazia!”. Il segretario del Partito democratico Nicola Zingaretti ha promesso che ora si aprirà “una stagione di riforme”.

 

Focus locale

 

Anche in Trentino Alto Adige la maggioranza degli elettori che hanno votato al referendum sulla riforma della Costituzione ha dato il via libera al taglio dei parlamentari. Il Sì vince infatti con il 70,89%, il No segna un 29,11%. Nella Provincia di Bolzano ha votato il 70% degli aventi diritto, a fronte della media italiana del 54%. Il Sì trionfa con il 79,01% contro il 20,99 % del No, mentre il Trentino si è rivelato più “moderato” con il Sì che raggiunge il 63,62% e il No il 36,38%.

 

Guardando ai maggiori centri altoatesini, per il Sì, a Bolzano, si è espresso il 67,17%, per il No il 32,83%. A Bressanone: Sì 80,06% e No 19,94%; a Laives: Sì 72,50% e No 27,50%; a Brunico: Sì 82,21% e No 17,79 %; a Merano: Sì 71,23%, No 28,77%.

Fra i comuni dove si è registrata una maggioranza bulgara per il Sì figurano Campo di Trens (Sì 90,96%, No 9,04 %); Rodengo (Sì 89,57%, No 10,43%); Luson (Sì 89,48%, No 10,52%); Valle Aurina (Sì 89,35%, No 10,65%); Terento (Sì 88,77%, No 11,23%); Racines (Sì 88,47%, No 11,53%); Sarentino (Sì 88,17%, No 11,83%) Villandro (Sì 88,06%, No 11,94%). Forbice meno ampia in comuni come Montagna (Sì 77,65%, No 22,35%); Ora (Sì 75,89%, No 24,11%); Bronzolo (Sì 74,19%, No 25,81%); Corvara (Sì 71,77%, No 28,23%).

In Alto Adige, mentre l’esito del referendum galvanizza i 5 stelle, giungono le prime reazioni da parte dei fautori del No. La prende sportivamente Donatella Trevisan, esponente dei radicali - +Europa: “Ha vinto il Sì, ma almeno si è evitato il plebiscito. Grazie a tutte e tutti coloro che si sono mobilitati per informare, dibattere, tenere viva la democrazia”. Secco il commento di Toni Serafini, segretario generale della Uil altoatesina: “Il problema non era il numero dei parlamentari. Il vero nodo era e rimane, il superamento del bicameralismo paritario, che invece non è stato affrontato. Ora è importante avviare un dibattito serio per una nuova legge elettorale e per rimotivare alla ‘Politica del Bene Comune’ le persone e per riaffermare la centralità delle Istituzioni”.