Politica | La polemica

“Adesso potrei farlo”

Caso Ramadan, Caramaschi: “Se fossi stato informato meglio sul personaggio lo avrei incontrato, superficialità da parte del Centro Pace”. E il centrodestra attacca.
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Foto: sss

Un “misunderstanding”, potrebbe essere definito tale il “pasticciaccio brutto” del mancato incontro con l’islamologo Tariq Ramadan a Bolzano. Ieri (22 maggio) durante la consueta conferenza stampa sulle decisioni della giunta comunale il sindaco Renzo Caramaschi ha infatti affermato di non aver compreso, in un primo momento, lo spessore di una personalità controversa come quella dello studioso svizzero di origini egiziane. Una gestione della cosa, a quanto pare, dalle tinte poco limpide, infiammata dalle urticanti polemiche del centrodestra e dall’insorgere della comunità ebraica di Merano.

 

Una volta definiti e chiariti i dubbi a livello istituzionale sul personaggio, ci sarebbero state le condizioni per incontrarlo”, spiega il sindaco che poi precisa: “Io non avevo chiesto al Centro per la Pace di spostare l'incontro (che si sarebbe dovuto tenere oggi, 23 maggio, nel capoluogo altoatesino ed è stato invece spostato alla casa editrice Erickson a Gardolo di Trento, ndr) non ho negato la Sala di rappresentanza del Comune. Quella di non incontrarlo - ribadisce - è stata una mia scelta istituzionale a fronte di una certa incertezza o inconsapevolezza iniziale rispetto alla figura e al pensiero di Ramadan. Quella del Centro Pace è stata una decisione operativa e in questa circostanza il Centro Pace ha peccato un po' di superficialità”.

"A Bolzano sono tutti molto intelligenti, come Frena, io mi contento di far parte della fascia medio-bassa"

C’è spazio, poi, per una replica al vetriolo ad Antonio Frena (Pd) il quale su Twitter aveva scritto che “il sindaco non perde occasione per mostrare la sua intolleranza”. “A Bolzano sono tutti molto intelligenti, come Frena, io mi contento di far parte della fascia medio-bassa”, graffia Caramaschi. Ma la fiducia al Centro Pace resta immutata, aggiunge ancora il primo cittadino assicurando il rinnovo, a fine anno, della convenzione istituita fra il Centro e l’amministrazione comunale, perché “l’associazione ha sempre lavorato bene e portato a Bolzano personaggi di alto prestigio”.

Intanto torna alla carica il centrodestra sottolineando il fatto che il Centro Pace, struttura comunale data in gestione all'Associazione Pax Christi dal 2002, percepisce 113mila euro l’anno di contributi e che la Commissione cultura del Comune aveva bocciato, lo scorso febbraio, il programma degli eventi poi ripescato, tuttavia, dalla giunta. Lega e Uniti per Bolzano chiedono quindi di esternalizzare il Centro Pace, ovvero di farne un’associazione privata. “Di totale incompetenza e inadeguatezza” parla infine Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore) riferendosi al borgomastro che lo aveva accusato di alimentare la polemica “perché, come la Lega, non sa più dove andare a pescare voti”.