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"Dall'Ue 800 milioni per lo sviluppo"

Elettrificazione della Merano-Malles, teleriscaldamento a Bolzano, ristrutturazione di 5 centrali Alperia: tutto finanziato grazie alla Banca Europea d'Investimenti.
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Foto: upi

Cos’hanno in comune l’elettrificazione della linea ferroviaria Merano-Malles, la rete di teleriscaldamento della città di Bolzano e la futura ristrutturazione di 5 centrali Alperia? Il finanziamento da parte della Banca Europea d’Investimenti. Fondato nel 1958 con il Trattato di Roma, l'istituto ha erogato il primo finanziamento in provincia nel 1963 per l’elettrificazione della ferrovia Bolzano-Brennero e negli ultimi 5 anni ha sostenuto progetti di investimento per un totale di oltre 800 milioni di euro. Ce lo racconta l’altoatesino Thomas Kusstatscher, 39 anni, che dopo una carriera nella finanza dal 2016 è senior advisor di Dario Scannapieco, vice presidente dell’istituto con sede in Lussemburgo.

 

 

Negli ultimi 5 anni il gruppo BEI ha finanziato in Alto Adige progetti d'investimento per un totale di oltre 800 milioni di euro

Dottor Kusstatscher, a quanto ammontano le risorse che la Bei ha destinato negli ultimi anni per sostenere progetti altoatesini? Da altoatesino sono felice di poter dire che il supporto del Gruppo BEI non è mancato. Il primo progetto è stato finanziato nel 1963, quando abbiamo supportato la sostituzione della linea elettrica per la trazione della tratta ferroviaria Bolzano-Brennero con un prestito di 3 miliardi di lire. Negli ultimi 5 anni il gruppo BEI ha finanziato progetti di investimento per un totale di oltre 800 milioni di euro sostenendo 56.864 posti di lavoro.

Ci può descrivere specificamente qualcuno di questi progetti? Quali sono stati i partner locali? Nel 2014 abbiamo erogato un prestito di 75 milioni di euro a SEL, la società elettrica provinciale dalle cui ceneri è nata l’odierna Alperia, per il potenziamento e l’ampliamento della rete di distribuzione elettrica della provincia di Bolzano nonché l’ampliamento della rete di teleriscaldamento della città di Bolzano. Nel 2016 abbiamo finanziato la Provincia Autonoma di Bolzano per 26 milioni di euro nell’ambito del progetto di upgrade della linea ferroviaria Merano – Malles. Il progetto comprendeva l'elettrificazione dell'intera linea, l'adozione della segnalazione del sistema di gestione del traffico ferroviario europeo (ERTMS) e l'adozione di un programma orario. Nel 2017 abbiamo firmato un contratto di finanziamento di 80 milioni di euro con Alperia Hydropower per la ristrutturazione di 5 centrali idroelettriche con una capacità installata totale di 457 MW. L’operazione con Alperia beneficia della garanzia European Fund for strategic investments (EFSI) del Piano Juncker, uno strumento che consente alla BEI di finanziare un numero maggiore di operazioni con un più elevato profilo di rischio rispetto a quanto faceva passato, attirando investimenti privati e colmando i gap mercato. Nel corso degli anni abbiamo sostenuto le PMI altoatesine in partnership con banche locali erogando circa 350 milioni di euro. Ci tengo infine a menzionare un’operazione conclusa con il FEI: la piattaforma macroregionale AlpGip (Alpine Growth Investment Platform). È il risultato di un accordo tra Regione Lombardia, Piemonte, Valle d'Aosta, Provincia di Bolzano con l’obiettivo di creare un contesto favorevole ad attrarre capitali a sostegno della crescita delle PMI e MidCap ad alto potenziale innovativo. L'iniziativa (gestita in Alto Adige da Pro Euregio SGR Spa, già PensPlan Invest SGR, che ha sostituito in questo ruolo la disciolta società in house provinciale Alto Adige Finance, n.d.r.) è stata avviata con un apporto di risorse di 48 milioni di euro (composte da 27,5 milioni dei partner regionali - di cui 15 solo dalla Lombardia - e 20,6 del FEI) e consiste nell'utilizzarle insieme ad un ammontare almeno equivalente di risorse provenienti da investitori privati per investire, tramite fondi di investimento di Venture Capital e Private Equity, in imprese della macroregione. Complessivamente l'iniziativa porterà quindi sul territorio macroregionale circa 100 milioni di euro destinati a investimenti in imprese con importanti programmi di crescita.

 

 

Come funziona la Bei e di quali risorse dispone? Come sono distribuiti annualmente gli investimenti? Il gruppo BEI è composto dalla Banca europea per gli investimenti e dal Fondo europeo per gli investimenti. Dal 1958 è il partner finanziario naturale dell'UE. Gli azionisti sono i 28 Stati membri dell'Unione europea. Con un bilancio di 580 miliardi di euro alla fine del 2018, è il più grande istituto di credito multilaterale al mondo, ha sede in Lussemburgo, 50 uffici regionali e un personale vicino alle 3.400 unità. Il Fondo europeo per gli investimenti (FEI) è il principale promotore europeo di finanziamento del rischio per l'imprenditorialità e l’innovazione facilitando l’accesso al credito alle PMI europee. L'azionista di maggioranza è la BEI con il 60% seguito dalla Commissione europea con il 28% e la parte restante è detenuta da 30 grandi istituti finanziari pubblici e privati. Per l’Italia ci sono la CDP, Banca Intesa e Unicredit tramite la controllata austriaca. Lo scopo ultimo della Banca è contribuire a una maggiore integrazione socioeconomica dei paesi membri. Il Gruppo nel 2018 ha fornito oltre 64 miliardi di euro di finanza (13,5 miliardi per innovazione, 15,2 miliardi per l’ambiente, 12,3 miliardi per le infrastrutture e 23,3 miliardi per le PMI) di cui 8 miliardi a paesi extra UE, mobilitando investimenti per circa 230 miliardi (la BEI generalmente finanzia solo un terzo di ciascun progetto ma può arrivare fino al 50%). Svolgiamo in pratica un effetto catalitico, incoraggiando gli investitori privati ​​e del settore pubblico a mettere i loro fondi. La BEI è una banca di investimenti, ma oltre a professionisti del settore finanziario occupa ingegneri, economisti di settore ed esperti socio-ambientali che contribuiscono alla valutazione di ciascun progetto finanziato dal punto di vista finanziario e dei costi-benefici per la società nel suo complesso. Nel corso della mia carriera ho lavorato per banche d’affari a Londra e ho partecipato all’analisi e la strutturazione di operazioni finanziarie interessanti e complesse. Quando sono arrivato in BEI, la prima cosa che mi ha colpito è stato il suo impatto sulla vita reale delle persone. Grazie alla Finanza BEI nel solo 2018 sono stati sostenuti 5 milioni di posti di lavoro nelle piccole imprese, 27,3 milioni di persone usufruiranno di servizi sanitari migliori, 20 milioni di persone avranno accesso ad acqua potabile più sicura, le reti di trasporto potranno trasportare 290 milioni di passeggeri in più, 34,3 milioni di abitazioni alimentate da energia prodotta grazie ai progetti della BEI, nel campo del digitale, 29 milioni di utenze sono state create o potenziate. L'intervento della BEI si articola secondo quattro principali obiettivi pubblici di intervento (Pubblic Policy Goals) ovvero l'ambiente, le infrastrutture, l'innovazione e, naturalmente, le PMI. In quanto istituzione dell'UE, la BEI adegua le proprie attività di investimento in base allo sviluppo delle politiche dell’Unione e dunque il suo sostegno agli stati membri si è  intensificato durante la crisi. Mi riferisco in particolare al Piano di investimenti per l’Europa, il famoso piano Juncker. Approvato nel dicembre 2014 dal Consiglio europeo è un’iniziativa volta a contrastare la debole congiuntura economica che perdurava dalla crisi finanziaria del 2008.

L'Alto Adige deve puntare alla crescita sostenibile attraverso l'innovazione e l'export di tecnologie hi-tech nel settore delle energie rinnovabili

Come vede l'Alto Adige nel contesto dell’economia europea? L'Alto Adige ha attraversato un processo evolutivo che l’ha resa ricca e caratterizzata da una solida economia. Questo è riscontrabile nelle posizioni di punta che ricopre in numerose classifiche italiane ed europee, tra cui quella dell’occupazione, della qualità della vita e del PIL pro capite. In Alto Adige le condizioni generali per le imprese sono relativamente vantaggiose anche grazie alla posizione geografica e alla popolazione plurilingue, che consentono di svolgere un ruolo di collegamento per il commercio all’ingrosso. Inoltre, la struttura economica decentrata e i servizi di vicinato consentono di rispondere in maniera efficiente alle esigenze dell’economia locale. Non dimentichiamo l’attrattività dell’Alto Adige per i turisti che rende il turismo uno dei settori trainanti dell’economia altoatesina. Le imprese hi-tech non sono particolarmente numerose; tuttavia esse stanno riscuotendo un notevole successo in Italia e all’estero e in particolare nei comparti delle energie rinnovabili e delle tecnologie alpine. Uno dei fattori di crescita principali risiede nell’export: esso consente di cogliere nuove opportunità di vendita accrescendo conseguentemente il reddito e il benessere economico dell’intera regione altoatesina. In futuro l’Alto Adige deve puntare ancora di più su una crescita sostenibile salvaguardando la competitività delle proprie aziende, malgrado la struttura economica basata sulle piccole realtà, spesso a conduzione famigliare. È necessario rafforzare il supporto e la cooperazione tra microimprese, che spesso non hanno la capacità e le risorse per muoversi da sole nel campo dell’internazionalizzazione e dell’innovazione. In particolare, l’innovazione è uno dei principali motori di crescita dell’economia ed è pertanto fondamentale per assicurare alla nostra società uno sviluppo sostenibile nel lungo periodo. Le attività di ricerca e sviluppo sono necessarie per continuare a competere su mercati caratterizzati da una concorrenza sempre più forte.

 

 

Il 16% dei finanziamenti erogati da BEI in Europa è destinato all'Italia: in pratica, un euro su sei

Quali sono le realtà italiane che maggiormente collaborano con voi e in quali territori? Lo spettro delle nostre attività è ampio e coinvolge controparti assai eterogenee su tutto il territorio. I prestiti della BEI sono rivolti ai settori pubblico e privato. Le piccole imprese beneficiano di un sostegno indiretto attraverso banche locali, mentre le start-up innovative ricevono prestiti diretti. Le imprese a media capitalizzazione (midcap) possono ricevere un sostegno diretto per gli investimenti nei settori della ricerca e dello sviluppo. Con finanziamenti a lungo termine e a tassi molto contenuti, abbiamo finanziato le più importanti infrastrutture nazionali di trasporto (viarie, ferroviarie, porti, aeroporti), energetiche (smart grid, rinnovabili, efficienza energetica), digitali, idriche e dei servizi, sostenendo sia le amministrazioni centrali che locali. Affianchiamo, poi, lo Stato italiano sia nella ricostruzione in seguito ai tragici sismi degli ultimi anni sia nella prevenzione, per esempio in materia di dissesto idrogeologico. Grazie al nostro intervento l’Italia ha risparmiato cifre rilevanti per le finanze pubbliche rispetto a quanto sarebbe costato finanziarsi emettendo nuovi titoli di debito pubblico. Sosteniamo inoltre l’economia della conoscenza, attraverso finanziamenti per ricerca e sviluppo aziendale e prestiti in favore di diverse università. Negli ultimi cinque anni un euro su sei di finanziamenti Bei all’interno dell’UE è andato all'Italia, circa il 16%. Nel 2018 sono state approvate 91 operazioni per 8,5 miliardi di nuova finanza, pari allo 0,5% del Pil, per un valore complessivo di investimenti sostenuti di 27,1 miliardi. Negli ultimi dieci anni la Bei ha sostenuto in totale 289.000 piccole e medie imprese, contribuendo a 6,7 milioni di posti di lavoro creati e/o mantenuti. Per dirla con le parole del Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, la BEI è “una bella storia europea”. E forse dobbiamo imparare a raccontare meglio ai cittadini quello che le istituzioni europee riescono a fare a sostegno della crescita e della coesione.