Il ritorno di Lilli
“Con il mio nuovo romanzo attacco l’intolleranza”
Questo l’annuncio di Lilli Gruber che ieri in un colpo solo ha anticipato il suo rientro in TV per tornare a condurre il suo storico programma Otto e Mezzo su LA7 e l’uscita del seguito del bestseller L’eredità.
In TV la giornalista altoatesina tornerà ad occuparsi della stretta attualità politica, in uno spazio leader in prima serata. Il romanzo invece consente alla Gruber di proseguire il discorso interrotto con la prima tappa della biografia romanzata della sua famiglia, stretta nella morsa tra le due dittature durante la seconda guerra mondiale.
L’intento è nobile: “il mio è un appello a trovare il coraggio di ammettere che in ogni tragedia collettiva esiste una responsabilità individuale”, scrive infatti la giornalista presentando il suo nuovo lavoro letterario. Nell’operazione è evidente l’intento di lanciare un messaggio importante a livello nazionale ma, come sempre, la giornalista che ha vissuto e vive a cavallo tra più culture, ha qualcosa da dire attraverso il suo lavoro anche alla sua terra d’origine.
Il tema è quello dei conflitti rimossi, delle opzioni di cui si parla tanto in questi giorni, dell’adesione di molta parte dei sudtirolesi durante la guerra alla causa nazista, mai sufficientemente rielaborata, digerita, superata.
Ancora una volta la Gruber affronta queste tematiche parlando in prima persona, raccontando - appunto - della ‘tempesta’ che travolse anche e soprattutto la sua famiglia.
Il messaggio della Gruber è rivolto anche al presente: “raccontando la storia della mia famiglia ho trovato molto su cui riflettere: innanzitutto sul rischio normale del rifiuto della diversità e dell’ossessione della purezza razziale”.
“La storia si ripete” conclude la Gruber, ricordando che “oggi occorrono coraggio e determinazione per affrontare le nuove forme di odio e violenza”.
Quando si parla die
Quando si parla die "Bestseller" si comunica di solito il numero delle copie vendute in un determinato periodo di tempo su un determinato territorio. Anche Arob ha scritto dei Bestseller, prendendo come territorio di riferimento la Provinzia de Bulsan. Certi titoli suoi sono stati venduti abbondantemente oltre 3.000 volte in Provincia. Il ché è un notevole successo.
D'altra parte si scomoda da noi con grande facilità il superlativo. Chi vince una gara importante è subito "star"; chi segna una rete è un calciatore geniale; chi riceve una medaglia tirolensis viene promosso senza indugio "eroe", ecc., ecc.
Penso che ci sono poche Province che abbiano tanti "star", "eroi" e "superman" come Bulsan.
Andreas Hofer ha dovuto farsi uccidere per diventarlo. Oggi è molto più facile entrare nel mondo eroico da eroi. Sulla carta e per grazia di qualche editore - si capisce. Nessuna rischia la testa, pertanto la sua importanza è relativa.