“Incontri farsa, noi presi in giro”
È una delle organizzazioni più antiche e autorevoli che lavorano nella direzione di uno sviluppo sostenibile nelle Alpi. Fondata nel 1952, oggi CIPRA fa da “ombrello” a oltre 100 organizzazioni che si impegnano a livello internazionale nella protezione dell’arco alpino. Può sembrare pertanto doveroso se non scontato il suo coinvolgimento per il progetto olimpico Milano-Cortina 2026, al centro delle polemiche perché alla presunta sostenibilità millantata dal comitato organizzativo hanno fatto seguito progetti impattanti, quanto superati, che rischiano di minare ulteriormente il delicato equilibrio montano, già a dura a prova a causa dell’eccessiva urbanizzazione e dei cambiamenti climatici. Dopo solo pochi incontri a cui ha preso parte la presidente Vanda Bonardo, l’organizzazione ambientalista ha deciso tuttavia di abbandonare il tavolo di discussione iniziato pochi mesi prima, una dura presa di posizione nei confronti degli organizzatori e di una politica che di verde ha solamente la sua facciata.
salto.bz: Bonardo, prima di addentrarci nel merito dell’uscita di scena da parte di CIPRA ci può spiegare come siamo arrivati alla costituzione di un tavolo di discussione tra gli organizzatori dei prossimi giochi olimpici e le associazioni ambientaliste?
Vanda Bonardo: I giochi olimpici sono gestiti in collaborazione da due soggetti, la Fondazione Milano Cortina con funzione organizzativa e la Società Infrastrutture. Mi sono ritrovata in una situazione analoga a quella che ho vissuto per Torino 2006: in qualità di presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta avevo il compito di monitorare l’intero iter dall’inizio alla fine. Anche in quel contesto le associazioni erano state coinvolte. Venne costituito un tavolo, sebbene abbia avuto un esito del tutto insoddisfacente. Tuttavia in quel contesto la Fondazione di Torino ci metteva a disposizione tutta la documentazione da cui potevamo partire per studiare i progetti e il relativo impatto. A distanza di molti anni, con un aumento della consapevolezza climatica e le premesse di sostenibilità ambientale che hanno voluto dare gli organizzatori di questa nuova tornata olimpica, mi sarei aspettata un tipo di interazione migliore, credevo si sarebbe potuto costruire un percorso che andasse nella direzione di minimizzare l’impatto di questo grande evento.
E invece?
Era come se tutti i documenti progettuali fossero secretati. Non ci sono mai stati presentati nonostante le ripetute sollecitazioni. Gli incontri si concentravano nello spiegare nel dettaglio il modo in cui verrà effettuata la raccolta differenziata, di come verrà prediletto il cibo a chilometro zero e gestita l’ospitalità. Tutte cose positive ma decisamente minime rispetto all’impatto che avranno i giochi. Le infrastrutture venivano descritte superficialmente e in maniera sbrigativa, senza mai entrare nel merito. Non c’è stata nessuna interlocuzione produttiva, nessuna volontà di coinvolgerci realmente. Questi incontri sono stati una farsa, erano tutti molto dubbiosi e scocciati anche per questo continuo rimbalzo di responsabilità tra Fondazione e Società infrastrutture. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è avvenuta durante l’ultimo incontro.
Dopo aver chiesto ripetutamente di poter visionare il piano per l’innevamento artificiale, la Fondazione ci ha presentato due tecnici che ci raccontavano di quanto funzionassero bene i cannoni sparaneve
Che cosa è successo?
Dopo aver chiesto ripetutamente di poter visionare il piano per l’innevamento artificiale, la Fondazione ci ha presentato due tecnici che ci raccontavano di quanto funzionassero bene i cannoni sparaneve. Alle nostre rimostranze ci è stato detto che la Fondazione non poteva fornire questa documentazione, ma che era facoltà della Società Infrastrutture che tuttavia non ci ha mai mai cercato. Mi sono sentita presa in giro.
Nel vostro comunicato stampa avete parlato di green washing e di una sostenibilità solamente di facciata. Non credete che il coinvolgimento delle associazioni, visto il tenore degli incontri, sia stato funzionale a questo tipo di operazioni?
Il timore è questo. Già nei documenti conclusivi di Torino si scrisse che c’era stato un rapporto proficuo con le associazioni e pertanto pensiamo possa accadere la stessa cosa anche con Milano Cortina. Con tutta probabilità diranno che gli organizzatori hanno incontrato ripetutamente le associazioni ambientaliste e che sono state coinvolte. Ma la realtà dei fatti è che non c’è stata nessuna forma di protagonismo.
Come procederete ora che avete abbandonato il tavolo?
C’è desiderio, anche da parte di CIPRA internazionale, di entrare nel merito della questione. Continueremo a seguire l’iter, a chiedere la documentazione. Non mancheranno le difficoltà ma vediamo dove riusciremo ad arrivare. Ci riserviamo anche di appoggiarci a dei legali per andare avanti il più possibile.
Viste le aspettative disattese c’è il rischio che le Olimpiadi di Cortina possano essere addirittura peggiori di quanto siano state quelle di Torino dal punto di vista dell’impatto economico e ambientale?
Viste le opere in programma ci saranno sicuramente dei problemi. Non parlo solo della pista da bob di Cortina, pensiamo anche alla copertura della pista di pattinaggio di Baselga di Pinè, in Trentino. Un’opera mostruosa per un paese piccolissimo che mai avrà la capacità di sobbarcarsi i futuri oneri di gestione. Senza contare i costi stimati di realizzazione: il nuovo progetto prevede la dotazione di una cupola rimovibile per un costo di 50 milioni per un mese di utilizzo quando la stessa infrastruttura esiste a Torino. Allo stesso tempo, sebbene più distanti dai riflettori, ci sono anche le opere cosiddette connesse e di contesto, come tangenziali e inutili caroselli di funivie, che non risolveranno mai il problema del traffico per il semplice fatto che molte strade non possono essere chiuse e che un impiego diverso da quello turistico è cosa assai rara. Purtroppo ancora una volta i giochi olimpici vengono utilizzati per tirare fuori dal cassetto progetti obsoleti, favorire la lobby dei costruttori a discapito di un territorio e del futuro sostenibile di una montagna che mai in questo momento storico ha bisogno di essere alleggerita.
Ich kann mich noch erinnern
Ich kann mich noch erinnern wie gefeiert wurde, dass Italien den Zuschlag bekommen hat. Demokratie heißt im Klartext, wir dürfen ab und an ein Kreuzchen machen und bezahlen.
… a questo proposito ci tengo
… a questo proposito ci tengo segnalare un investimento nel programma Olimpiadi 2026 che la Provincia Autonoma di Bolzano ha deciso di fare: una circonvallazione a San Candido - Alta Val Pusteria. Si tratta di un investimento che dal mio modesto punto di vista ha nulla a che fare con i Giochi Olimpici. Anche perché la Provincia ha già in programma una circonvalazione per San Candido che è parte del piano protezione inondazioni, e che verrà realizzata sul lato opposto della circonvallazione „Olympia 2026“. In questo San Candido, con le sue 2.400 anime, disporrà di ben due circonvallazioni per raggiungere Sesto di Pusteria e il Passo Monte Croce (Cadore)…. La circonvalazione "Olimpia 2026" prevede un passaggio sopra la ferrovia, quindi un ponte con una luce in altezza di 10,5 metri, un ponte che taglierà la valle in due coprendo la bellissima vista su San Candido per chi proviene da ovest. Sarà una simile opera pro auto come è stata appena realizzata prima di San Lorenzo (entrata in val Badia)…
In risposta a … a questo proposito ci tengo di kuno prey
Se lo si fa ripetere e
Se lo si fa ripetere e glorificare abbondantemente nei giornali e in televisione quel progetto che a citato il signor Prey, alla fine tutti saranno convinti di avere ricevuto una struttura importantissima e persino nel Senso della Sostenibilita'. Non Ho alcun dubbio su questo....