Cronaca | Fridays For Future

Rinviata l’udienza per la maxi multa

Restano con il fiato sospeso gli attivisti di Fridays For Future Trento che hanno impugnato la condanna da 40 mila euro per aver organizzato un’assemblea in una scuola.
Udienza Fridays For future
Foto: Privat

È stata rinviata al prossimo 31 ottobre l’udienza del giudice del Tribunale di Trento che si dovrà pronunciare sul ricorso presentato dalle attiviste a dagli attivisti del nodo locale di Fridays For Future. Tre giovani sono stati condannati a una pena pecuniaria di oltre 40 mila euro per essersi riuniti nei cortili del Liceo artistico Vittoria del capoluogo durante lo sciopero climatico del 22 ottobre 2021 per parlare di crisi ambientale e invitare altri studenti a unirsi alla protesta per il clima. Le forze di Polizia, chiamati dalla dirigente scolastica che ha poi esposto denuncia, hanno impedito l’accesso all’edificio. I giovani manifestanti si sono quindi fermati nel cortile del Liceo, senza provocare disordini. Il giudice ha comunque ritenuto fondati i diversi capi d’accusa formulati dall’impianto accusatorio, tra cui invasione di edificio e interruzione di pubblico servizio.

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Il presidio di solidarietà per i condannati di Fridays For Future: “Questo è l’ennesimo attacco che vuole colpire non tanto un gruppo circoscritto ma l’intero movimento climatico​​​​​​​".



L’avvocato difensore, Nicola Canestrini, ha parlato di “una sentenza spropositata, frutto di volontà persecutoria”, mentre gli attivisti sostengono che la decisione del Giudice sia stata il frutto di “una scelta repressiva mirata e di una ritorsione politica esemplare per impedire che altri simili eventi si ripetano” e hanno invitato alla mobilitazione. Sono diverse decine le persone che hanno risposto all’appello e si sono riunite stamani in Largo Pigarelli a fianco dei condannati.

Con la nostra condanna si sta mettendo in discussione anche il diritto a riunirsi e discutere tra pari

“Questo è l’ennesimo attacco che vuole colpire non tanto un gruppo circoscritto ma l’intero movimento climatico – ha detto al microfono Andrea, uno dei giovani condannati –. È un copione che abbiamo visto più volte declinato in diverse forme, in Italia, in Europa e nel mondo: i movimenti climatici vengono continuamente colpevolizzati da un sistema repressivo che si passa su leggi ad hoc emanate dai governi. Quello che è successo a noi è tuttavia qualcosa di ancor più grottesco – prosegue l’attivista –. Con la nostra condanna si sta mettendo in discussione anche il diritto a riunirsi e discutere tra pari, soprattutto nelle scuole, dove non si parla affatto di crisi climatica”.

Al termine del presidio, gli organizzatori hanno ringraziato i singoli e le organizzazioni che hanno espresso la loro solidarietà e rilanciato un nuovo presidio in occasione della prossima udienza.