Tutto pronto per la sanità a 2 velocità

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Tutti i cittadini, nell’ambito dell’assistenza sanitaria pubblica, sono uguali, ma dal primo gennaio 2026, chi sarà disposto a pagare sarà – orwellianamente – più uguale degli altri. E’ stata approvata oggi (23 settembre) dal direttore generale Christian Kofler la delibera che disciplina la “nuova modalità di calcolo delle tariffe relative all’attività libero professionale intramuraria ed aggiornamento del nomenclatore tariffario delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale, di diagnostica strumentale e di laboratorio”. E’ la cosiddetta sanità a due velocità: chi è disposto a pagare avrà corsie preferenziali anche per prestazioni di chirurgia ambulatoriale in regime di libera professione intramoenia (all’interno delle mura dell’ospedale) che deve essere svolta dai camici bianchi al di fuori dell’orario di lavoro. Una piccola rivoluzione, se si pensa che sono previste operazioni richiestissime come la cataratta o alle vene varicose. Per la prima ci vogliono poco meno di 1.700 euro ad occhio, e per le seconde tra i 1.000 (varicectomia) e i 3.000 euro (legatura e stripping).
Dunque, ci siamo: dopo un lungo lavoro di preparazione, il sistema è pronto: dal 2026 chi vorrà saltare le liste d’attesa per un intervento chirurgico potrà farlo, pagando. Per la prima volta l’Azienda sanitaria ha messo nero su bianco il tariffario completo per tutti gli interventi chirurgici in libera professione, e moltissime prestazioni diagnostiche (tutte le risonanze magnetiche, le varie “scopie”) e ridefiniti i costi minimi e massimi per le visite specialistiche. La lista che qui alleghiamo contiene decine interventi e prestazioni, con le relative tariffe “chiavi in mano”.
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Prendiamo la cataratta, l’operazione più richiesta dagli anziani: 1.696 euro per occhio. Pagando questa cifra, dal 2026 si potrà bypassare l’attesa che oggi può superare abbondantemente l’anno, e farsi operare in tempi brevi dal chirurgo di fiducia, all’interno della stessa struttura pubblica. Lo stesso vale per le vene varicose: lo stripping di una gamba costa 3.119 euro. Una cifra non indifferente, ma chi ne soffre potrebbe pensarci.
La liberazione del tunnel carpale costa, invece, 1.100 euro, quella del tunnel cubitale (gomito) 1.640. Sono poi previste tutta una serie di interventi di odontostomatologia (la ricostruzione di un dente a tre superfici costa 326 euro, una terapia canalare 326 euro). Un intervento cardiologico come l’installazione di un Loop Recorder per il monitoraggio del cuore prevede un esborso di 3.300 euro, la correzione dell’alluce valgo di 2.460.
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Gli interventi più costosi
- CARDIOLOGIA: IMPIANTO DI LOOP RECORDER — 3.332,00 €
- VENE VARICOSE: DECONNESSIONE DEGLI SBOCCHI SAFENO-FEMORALE ..— 3.308,00 €
- VENE VARICOSE - LEGATURA E STRIPPING DI VENE DELL'ARTO INFERIORE— 3.119,00 €
- INTERVENTI ENDOVASCOLARI SULLE VARICI ESEGUITI CON TECNICA LASER - ARTO INFERIORE DX e SX. 2.950,00 €
- ALLUCE VALGO: ASPORTAZIONE DI BORSITE CON CORREZIONE DEI TESSUTI MOLLI 2.461,00
- RIPARAZIONE DITO A MARTELLO 1.860,00 €
- INTERVENTO DI CATARATTA CON IMPIANTO DI LENTE INTRAOCULARE DX e SX. 1.696,00 €
- LIBERAZIONE DEL TUNNEL CUBITALE 1.643,00 €
- LISI DI ADERENZE DELLA MANO [DITO A SCATTO]— 1.417,00 €
- LIBERAZIONE DEL TUNNEL CARPALE— 1.104,00 €
- PANNELLO DI IMMUNOFENOTIPIZZAZIONE DI FATTORI E PREDITTIVI PER PATOLOGIA TUMORALE (es. mammella) — Almeno 4 marcatori — 1.056,00 €
- INIEZIONE INTRAOCULARE DI SOSTANZE TERAPEUTICHE — 1.031,00 €
- PANNELLO DI IMMUNOFENOTIPIZZAZIONE DI FATTORI PROGNOSTICI E PREDITTIVI (es. polmone) — Almeno 2 marcatori — 948,00 €
- VARICECTOMIA DI VENE VARICOSE DELL'ARTO INFERIORE — 947,00 €
- ELETTROCARDIOGRAMMA TRANSESOFAGEO / procedure correlate — 736,00 €
- TRATTAMENTO PER APPLICAZIONE DI PROTESI FISSA DEFINITIVA (ODONTOSTOMATOLOGIA) — 654,00 €
- APPLICAZIONE DI PLACCA INTEROCCLUSALE . 654,00 €
- BIOPSIA DEI VASI SANGUIGNI 641,00 €
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Prestazioni come biopsie di ogni tipo vanno dai 200 ai 400 euro, mentre una colonscopia totale con biopsia costa 362 euro, una mammografia 76 euro, un’ecografia alla tiroide 119 euro, una risonanza magnetica al torace 400 euro e per la prostata 455 euro.
Nel documento vengono definite anche le tabelle per le visite specialistiche. Il meccanismo è semplice: il paziente paga la tariffa, che include sia il compenso del chirurgo sia i costi della struttura (sala operatoria, anestesista, infermieri, materiale). La parte che va “nelle tasche” del medico è solo una quota — il resto finanzia ospedale, fondi di perequazione e costi generali.
Esempio: per una visita specialistica, la delibera fissa un compenso minimo per il medico di 40 euro (68 il costo per il paziente) e massimo di 300 euro, che diventa 403 euro di tariffa finale per i cittadini una volta aggiunti IRAP, costi di struttura e fondi aziendali. Ed è a carico del paziente anche il cosiddetto “Fondo Balduzzi” e cioè il 5 per cento dell’onorario deve essere vincolato ad interventi di prevenzione ovvero volti alla riduzione delle liste d'attesa”. La ratio della misura deve essere questa: chi può permettersi di andare in privato paga un obolo affinché l’Azienda sanitaria abbia del denaro da investire per ridurre le liste d’attesa anche per chi non può permettersi di andare in privato. Speriamo funzioni, altrimenti il rovescio della medaglia sarà sempre una sanità che rischia di diventare sempre più divisa tra chi può pagare e chi no.
NeI documento la direzione generale SABES spiega che l’obiettivo è “garantire la possibilità di esercizio della libera professione intramuraria” e “offrire un servizio aggiuntivo all’utenza”. Ma resta la domanda politica: è giusto che nella sanità pubblica chi può permetterselo trovi “l’autostrada” per curarsi, mentre gli altri restano in coda? Va comunque ricordato un principio di base. L'Azienda sanitaria è tenuta a rispettare dei tempi per ciascun tipo di visita, classificato in base alla priorità. E "nel caso in cui non venissero rispettati i tempi di attesa previsti per le prestazioni di specialistica ambulatoriale è possibile effettuare le prestazioni di primo accesso presso un erogatore privato autorizzato non convenzionato con il sistema sanitario provinciale ed ottenere un rimborso in regime di assistenza indiretta.“
Così spiega ulteriormente il provvedimento l'Azienda sanitaria. "L’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige -dichiara il direttore amministrativo Luca Armanaschi - ha approvato l’aggiornamento del nomenclatore tariffari in vigore dal 1° gennaio 2026. L’adeguamento si è reso necessario per l’allineamento ai nuovi livelli essenziali di assistenza e introduce un modello tariffario già adottato dalla maggior parte delle Aziende sanitarie italiane. Le nuove tariffe saranno integrate negli applicativi informatici, così che i cittadini possano conoscerle in modo chiaro e trasparente già al momento della prenotazione. L’attività intramoenia offre ai cittadini la possibilità di rivolgersi privatamente a professionisti del sistema sanitario pubblico, scegliendo liberamente il medico — un’opportunità non prevista nel regime istituzionale — e contribuendo al tempo stesso, in via indiretta, alla riduzione delle liste d’attesa. In Alto Adige questa attività è disciplinata con regole particolarmente rigorose: massimo sei ore settimanali e controlli puntuali sul rispetto degli equilibri tra orari e volumi."
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In Anbetracht der Marktlage…
In Anbetracht der Marktlage ist das eine strategisch kluge Entscheidung.
In der Theorie wäre es natürlich besser, wenn der Sanitätbetrieb Mittel aufwenden würde, um die eigenen Leistungskapazitäten auszuweiten.
In der Praxis funktioniert das aber nicht, weil das zu teuer für die öffentliche Hand wäre.
Die daraus entstehende Diskrepanz aus (öffentlichem) Angebot und Patientennachfrage führt naturgemäß zur Entwicklung eines privaten Marktes.
Dadurch dass der Sanitätsbetrieb sich nun selbst als Vermittler von medizinischen Privatleistungen positioniert, kann der Sanitätsbetrieb an den so erbrachten Leistungen mitschneiden und man macht den Markt Südtirol unattraktiver für rein private Privatkliniken.
Insofern hat dieser Zugang schon Hand und Fuß. Kritiker übersehen leider gerne, dass der Abschwung der Kassenmedizin aktuell einfach ein Trend ist, den man nicht leugnen kann. Was Notfallleistungen oder schwere Erkrankungen angeht, ist die Versorgung bei uns in Mitteleuropa noch gut. Was nicht dringende, nicht akut gefährliche Krankheitsbilder angeht (z.B. chronische Krankheiten), haben wir allerdings deutlich spürbare Defizite.
Bisogna investire in armi e…
Bisogna investire in armi e quindi non lamentatevi!
In risposta a Bisogna investire in armi e… di Christian I
Stimmt, leider macht das Ihr…
Stimmt, leider macht das Ihr lieber Freund Putin nötig.
Weil die Landes-Regierung…
Weil die Landes-Regierung lieber in technisch mehr als -f r a g w ü r d i g e- Bauten (Klimatisierung - zu engen Ambulatorien + Kranken-Zimmer - generösen Bewegungs-Räume - pompöse Verwaltungs-Bauten usw.) investiert, statt die Ärzte, das Pflege- + Reinigungs-Personal angemessen zu entlohnen.
Ist es nicht so, dass der…
Ist es nicht so, dass der Staat vorschreibt, den Ärzt:innen diese (mit Verlaub bescheuerte) Intramoenia-Tätigkeit zu ermöglichen? Sonst ist Herr Gobbato ja auch immer für die Vorherrschaft der staatlichen Gesetzgebung und jetzt tut er hier so, als wäre das auf dem Mist des Sabes gewachsen.