Usare i dati per creare narrazioni
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“Echoed Nature” si chiama la nuova mostra interattiva del Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige. Fino al 9 gennaio racconta in modo immersivo come la biodiversità regionale è cambiata nel tempo e come cambierà nel futuro. La mostra è frutto di un progetto di ricerca e di una collaborazione tra unibz, lo studio di design mischer'traxler studio e il Museo di Scienze Naturali dell'Alto Adige. Ideatrice del progetto è la dottoressa Maria Menendez-Blanco, ricercatrice della facoltà di Ingegneria.
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Buongiorno, dottoressa Menendez-Blanco! Vuole per prima cosa presentarsi brevemente?
Certo! Io sono una ricercatrice e mi occupo dell’interazione persona-macchina, da un punto di vista analitico, cioè analizzo e valuto tecnologie interattive con una prospettiva critica, quindi guardando l’usabilità e l’user experience. Ma anche guardando l’impatto che le tecnologie hanno sulla società. E progetto delle tecnologie che sono in grado di dare il via a discussioni legate a contesti sociali.
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E di che cosa parla la mostra “Echoed Nature”?
La mostra racconta il cambiamento della biodiversità nell’Alto Adige, usando come punto di partenza l’archivio del Museo di Scienze Naturali. L’archivio contiene campioni di circa 380.000 specie di animali e piante diverse. Io sono un’informatica, quindi per me questi campioni sono dei dati. E insieme a tutte le persone e le realtà coinvolte in questo progetto, volevamo trovare un modo per rendere questi dati più accessibile alle persone. Volevamo rendere i dati interattivi, in modo che stimolino delle domande, suscitano emozioni, insomma volevamo renderli coinvolgenti. E volevamo anche creare una narrazione attraverso questi dati per raccontare appunto come è cambiata la biodiversità nell’Alto Adige. Perché una cosa che abbiamo imparato lavorando con David Gruber, il direttore del Museo di Scienze Naturali, ma anche con la zoologa Petra Kranebitter e il botanico Thomas Wilhalm, tutte persone coinvolte nel progetto, è che il cambiamento della biodiversità non si vede nel corso di una vita. Nella mostra interattiva invece le persone possono interagire con i dati dell’archivio collezionati e presi in 200 anni. Quindi le persone possono vedere come la diversità è cambiata. Possono vedere quali animali e piante c’erano una volta, quali non ci sono più e quali hanno preso il loro posto. La nostra linea temporale va dal 1850 al 2050.
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Ha già accennato al fatto che per realizzare il progetto hanno collaborato tante realtà. Vuole elaborare?
Il progetto è stato finanziato dal PNRR all’interno del bando Young Researchers di iNEST– Interconnected Nord-Est Innovation Ecosystem e sviluppato all'interno del Centro di Competenza Ecosistemi di Innovazione per Contesti montani. Il progetto ha tre attori: l’unibz, mischer'traxler studio, e il Museo di Scienze Naturali. Katharina Mischer e Thomas Traxler sono dei designer di Vienna e hanno concettualizzato e sviluppato la mostra. Il Museo di Scienze Naturali invece ci ha fornito le conoscenze scientifiche. E infine c’è l’unibz, dove persone da diverse facoltà hanno collaborato e apportato le proprie competenze. Per esempio, ricercatori dell’EARTH_LAB della facoltà di Scienze della Formazione che si occupa della digitalizzazione dei beni culturali ha avuto un ruolo molto importante nel progetto: ha fornito la parte di realtà aumentata della mostra.
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A proposito di realtà aumentata: come possiamo immaginarci la parte interattiva della mostra?
Allora, nella mostra ci sono delle parti interattive e ci sono delle parti analogiche. La mostra è composta da cinque isole. La prima è un’installazione interattiva, dove le persone possono interagire fisicamente con una piccola selezione dei dati dell’archivio. In questa installazione le persone vedono la propria sagoma composta da animali e piante e come questi animali e queste piante cambiano nel tempo, dal 1850 fino al 2050. Poi c’è una seconda isola dove le persone vedono tre ritratti dal 1850, 1950 e 2050, tramite i quali le persone possono esplorare in una maniera più dettagliata quello che hanno già visto nella sagoma. Ma questa volta le piante e gli animali sono presenti anche come elenco scritto; quindi, viene dato più risalto ai dati. Le prossime due isole invece fanno vedere come che il cambiamento nella biodiversità non significa solo perdere specie, ma anche che gli ecosistemi perdono complessità e varietà che cambio di biodiversità significa anche che ci sono nuove specie che arrivano da noi e sostituiscono altre. L’’ultima isola racconta le specie che si sono estinte, usando come esempio una pianta acquatica che abbiamo diciamo ricreato con l’aiuto dell’intelligenza artificiale e stampato con una stampante 3D. E l’ultima parte interattiva della mostra è analogica: invitiamo le persone che visitano la mostra a inviare una cartolina a sé stesse nel futuro.
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Dietro le quinte della mostra
Questo breve video disponibile su YouTube racconta la mostra in modo succinto e bilingue: Echoed Nature (c) Matteo Vegetti, unibz.
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La mostra è anche il primo risultato di ricerca dell’Embodied Data Lab. Di che cosa si occupa questo laboratorio?
Con l’Embodied Data Lab vogliamo creare delle esperienze interattive basate sui dati e di nuovo creare delle narrazioni per spiegare tematiche molto complesse, come appunto il cambiamento della biodiversità. Esistono degli studi che dimostrano che la visualizzazione dei dati è molto utile a questo scopo. Ma la visualizzazione spesso non coinvolge le persone su un piano emotivo, non suscitano emozioni. Per questo nell’Embodied Data Lab vogliamo creare delle installazioni interattive che suscitano emozioni aiutano a far vedere l’impatto dei dati su di noi, i nostri corpi, le nostre vite. Fare esperienze interattive con i dati aiuta anche a riflettere sui dati stessi. Per esempio sul modo in cui sono stati raccolti. Oppure sui dati che forse mancano in un database e sul perché sono mancanti. O anche sulla relazione fra i dati.
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La mostra è gratuita e aperta al pubblico. Per chi potrebbe essere interessante?
Io credo che possa interessare a tutti e tutte. Abbiamo provato a fare una mostra per tutte le età, sia per adulti che per bambini. Io trovo la mostra molto bella, ma anche molto giocosa, e credo che sia interessante sia per persone che abitano in un contesto urbano, sia per persone che abitano più in periferia. Quindi io mi auguro che vengano ancora tante persone.
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Infobox:
Più informazioni sulla mostra “Echoed Nature” si trovano sul sito del Museo di Scienze Naturali: https://www.natura.museum/it/mostre-temporanee/echoed-nature/
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