Politica | Il rinnovo

Tutte le novità nell'intercomparto

Firmato il contratto per 32.500 dipendenti pubblici. Il congedo parentale sarà più flessibile e pagato al 100 e all'80% nei primi mesi. Più soldi ai neoassunti.
Palazzo Widmann, sede della Giunta provinciale
Foto: Fabio Brucculeri - ASP
  • Trovato l’accordo sul testo definitivo del contratto collettivo intercompartimentale 2019-2021. Dopo una lunga trattativa eri le parti negoziali hanno siglato la proposta. “Siamo riusciti a concordare alcuni punti chiave che renderanno più attraente il lavoro nel settore pubblico - per i dipendenti, ma anche per i nuovi assunti. Tra le migliorie apportate ci sono anche diversi suggerimenti avanzati dai dipendenti stessi”, spiega Magdalena Amhof, assessora provinciale al Personale.

    Il contratto collettivo d'intercomparto si applica a circa 32.500 dipendenti di vari enti pubblici, tra cui Amministrazione e Servizio sanitario provinciale, Comuni, residenze per anziani e Comunità comprensoriali. Diverse le novità.

    Una di queste riguarda il congedo parentale, che in futuro sarà fruibile anche su base oraria o giornaliera e senza limite di periodi entro i 12 anni di età, mentre i termini per il preavviso saranno significativamente ridotti. Due mesi saranno inoltre remunerati al 100 e all’80 per cento, invece che al 30 per cento. In futuro le ferie e la tredicesima mensilità matureranno anche durante il congedo parentale, che potrà essere utilizzato anche per la riduzione stabile del proprio orario di lavoro settimanale per periodi più lunghi. Il congedo straordinario di 60 giorni per malattia dei figli potrà essere utilizzato più a lungo, fino al compimento del 14° anno di età.

    Altra importante novità è l’effettivo riconoscimento dell'esperienza professionale sarà garantito fin dall'inizio del rapporto di lavoro e i tempi per la richiesta estesi a 120 giorni dopo l'assunzione. Sarà il diretto superiore a stabilire se e in che misura l'esperienza professionale debba essere riconosciuta. Sarà inoltre possibile assegnare importi più elevati per le indennità d’istituto e di coordinamento, per premiare le competenze, la responsabilità e i compiti gravosi. Finora limitate al 45 per cento dello stipendio base, in futuro potranno arrivare al 60 per cento o al 100 per cento se le indennità percepite sono più di una. Aumentano anche le spese ammissibili per l'alloggio e le spese di ristorazione per il personale in missione, ora allineate a quelle dei dirigenti.