Politica | APPELLO DELLA CURIA

Afghanistan, non chiudete gli occhi!

Deciso monito diffuso dalla Diocesi di Bolzano e Bressanone per invitare all'accoglienza dei profughi. "Italia corresponsabile del disastro".
Afghanistan
Foto: upi

Severo appello da parte della Curia in favore dell'accoglienza dei profughi in arrivo dall'Afghanistan. In un comunicato congiunto, la Consulta delle aggregazioni laicali e il Katholisches Forum della Diocesi di Bolzano-Bressanone invitano a non chiudere gli occhi di fronte alle sofferenze in Afghanistan. “Con molta apprensione e dolore - si legge nella nota congiunta diffusa dalla Diocesi - stiamo assistendo a un’occupazione drammatica dell’Afghanistan da parte dei talebani che sembrava fossero stati sconfitti. Si sperava in un nuovo Paese libero, aperto e democratico. Non è stato così e ora la popolazione civile, in particolare le donne e i bambini, sono in grave pericolo".

La Consulta delle aggregazioni laicali e il Katholisches Forum della Diocesi di Bolzano-Bressanone "vogliono esprimere un accorato appello affinché si intervenga urgentemente in ogni modo possibile per fermare spargimenti di sangue, oppressioni e schiavitù in un Paese martoriato da oltre 40 anni di guerra. Ci uniamo a tutti coloro che chiedono di aprire corridoi umanitari per chi dovrà fuggire dal Paese, specialmente per dare accoglienza a donne e bambini che sono i soggetti più deboli e fragili. Siamo contenti che la Provincia abbia già aperto le porte ai primi rifugiati e speriamo possa aumentare il numero di persone accolte sul nostro territorio". Molto severo anche il giudizio sull'Italia. "Anche il nostro Paese è corresponsabile, in diversi modi, di questo disastro - è scritto nella nota- . Noi, come l’Europa intera, dobbiamo dare una mano alle migliaia di afghani che non potranno più chiamare patria l'Afghanistan. Come cristiani siamo convinti che la fede in Gesù Cristo deve tradursi in gesti concreti di umanità e di accoglienza facendosi portavoce dei più deboli".

 

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Karl Trojer Mer, 08/25/2021 - 10:18

Wenn in jeder Gemeinde sich BürgerInnen und Verwaltungen finden, die bereit sind Flüchtlinge zu integrieren; z.B. in einer Gemeinde mit 5.000 Einwohnern, 10 Flüchtlingsfamilien, (Bozen 200 Familien) ergäbe das südtirolweit 1.000 Flüchtlingsfamilien (ca. 4.000 Menschen) und italienweit 120.000 (ca. 500.000). Nicht oh-je, sondern tun ist angesagt und möglich.

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