Economia | intercomparto

“Siamo critici, ma contano gli iscritti”

Le trattative di intercomparto spaccano il fronte del “no”. GS firma l’accordo con la Provincia e il resto dei sindacati. AGO abbandona il tavolo: “Patti non rispettati”.
Firma contratto intercomparto
Foto: Asp

Volano scintille durante la firma dell’accordo stralcio del contratto di intercomparto per il 2022-2024, dopo un lungo iter travagliato. Il rischio era infatti quello di non riuscire ad arrivare in tempo a una accordo, nonostante lo stanziamento dei fondi, a causa della bocciatura da parte dell’Organismo di valutazione della bozza di riforma quadro del settore pubblico, una forzatura della Provincia che l’aveva anteposta all’adeguamento dell’inflazione sugli stipendi dei dipendenti pubblici. A seguito di ciò, viste le elezioni imminenti, i sindacati avevano avanzato la richiesta di soffermarsi esclusivamente sull’aspetto economico della contrattazione.

Firma contratto intercomparto
Firmato il primo accordo stralcio del contratto d’intercomparto 2022-2024: Il sindacato autonomo Ago ha abbandonato il tavolo

 

Dopo numerose trattative e passi amministrativi preparatori, l'Agenzia provinciale per le relazioni sindacali e le organizzazioni sindacali più rappresentative hanno infine firmato ufficialmente ieri, 23 agosto, l'accordo stralcio alla presenza del presidente della Provincia, Arno Kompatscher, che dovrà passare al vaglio della Corte dei Conti. Come noto, i sindacati dei dipendenti pubblici sono arrivati divisi. I più scettici si sono dimostrati quelli della federazione autonoma SAG, composta da AGO e GS che però hanno avanzato un’ultima richiesta per arrivare anche loro alla firma dello stralcio, ovvero inserire l’indice NIC (l’indice dei prezzi al consumo senza tabacchi per l’intera collettività) come misura di riferimento per le contrattazioni future. Il passaggio non è stato inserito ma, a sorpresa, il sindacato GS ha deciso di firmare comunque, scatenando la reazione di Stefano Boragine, referente di AGO, che ha abbandonato il tavolo per protesta.

Ora dovremo fare una riunione di segreteria SAG per capire se esistono ancora le condizioni per stare assieme

La firma di GS, secondo AGO, rischia di spaccare la federazione dei sindacati autonomi (composta anche dal sindacato del settore bancario F.A.B.I e del sindacato autonomo di polizia S.A.P), un’alleanza siglata nel lontano 2003: “GS non ha rispettato gli accordi presi. Ora dovremo fare una riunione di segreteria SAG per capire se esistono ancora le condizioni per stare assieme”, è il commento di Boragine, che nel frattempo rilancia l’annunciata manifestazione del 15 settembre.
Di diverso avviso Gianluca Moggio, presidente di GS, che afferma che non sarà presente in piazza: “Non voglio fare polemica su questo, ma è anche una questione di democrazia interna, con i GS che hanno la maggioranza in segreteria. Noi abbiamo scelto il senso di responsabilità nei confronti dei nostri iscritti. Il problema ora sono le tempistiche: in questa legislatura non si può più fare niente, per questo non riteniamo utile manifestare in questo momento. Se ne parlerà dal 2024”. 

La Provincia, quando ha chiuso il bilancio per il 2023, non ha previsto alcuna risorsa per il rinnovo del contratto

I GS rimarcano comunque la comunanza di visione con AGO e, pur non condividendone le conclusioni, concordano con l’analisi sulle trattative dell’intercomparto:  “Sappiamo che si tratta di una piccola pezza su un periodo per cui l’inflazione non era molto alta, così come siamo consapevoli della mossa della Giunta di mettere in luce il proprio operato in vista delle elezioni. Secondo AGO – afferma Moggio – non bisognava firmare perché le risorse per l’adeguamento successivo non sono state stanziate in sede di bilancio e l’anticipo per il 2022, sono solo una goccia rispetto l’erosione del potere d’acquisto reale. La Provincia, quando ha chiuso il bilancio per il 2023, non ha previsto alcuna risorsa per il rinnovo del contratto, nonostante i numeri relativi all’inflazione del 2022 erano già molto alti e quindi era facile prevedere nuove necessità di adeguamento. È stato scelto – aggiunge Moggio – di far qualcosa all’ultimo, a bilancio chiuso, e le risorse stanziate sono quelle che sono e riusciranno a malapena a compensare i primi mesi del 2022: se prendiamo il contratto tipo di un dipendente provinciale, collocato al sesto livello, basta fare un rapido conteggio per scoprire che l’aumento una tantum frazionato al periodo di copertura del contratto equivale a circa trenta euro lordi mensili. Sarà difficile mettere mano ulteriormente al bilancio, per questo – conclude il rappresentante sindacale - il confronto con la prossima giunta per reprerire le risorse dovrà essere molto serrato”.