Con chi si alleano i Verdi?
La rottura
Al Congresso dei Verdi europei che si sta svolgendo questo weekend a Karlstad, in Svezia, sarà discussa – e con tutta probabilità approvata – l'ammissione dei Verdi sudtirolesi come partito membro del European Green Party (EGP). La candidatura, avanzata due anni fa, fu una delle conseguenze della trasformazione dei Verdi del Sudtirolo in un partito regionale non più legato ad alcun soggetto nazionale, alla stregua di SVP, Freiheitliche nonché dei “cugini” Verdi in Catalogna, Scozia e nelle Fiandre. Con l'elezione di Florian Kronbichler alla Camera tra le file di “Sinistra Ecologia Libertà” (SEL) – il partito di Nichi Vendola allora alleato del PD di Pierluigi Bersani – si consumò nel 2013 la rottura tra i Verdi-Grüne-Vërc e la Federazione nazionale dei Verdi, che allora si sciolse nella lista “Rivoluzione Civile” di Antonio Ingroia senza però eleggere nessun parlamentare. Una rottura dolorosa, soprattutto per i Verdi del Trentino guidati dall'ex-senatore Marco Boato, amico e poi biografo di Alexander Langer. Alle elezioni europee del 2014, Verdi sudtirolesi e italiani si presentarono nuovamente divisi: i primi a sostegno della candidatura di Oktavia Brugger nella lista “L'Altra Europa con Tsipras”, i secondi ammessi a sorpresa con la propria lista autonoma “Green Italia – Verdi Europei” – di nuovo senza fare eletti.
La richiesta
Su spinta della co-portavoce Brigitte Foppa e dei young greens, i Verdi sudtirolesi hanno così avanzato la richiesta di adesione al EGP, inviando una propria delegazione “in missione” ai congressi di Lione, Utrecht, Liverpool e Glasgow – dov'era presente pure la first minister scozzese Nicola Sturgeon. Nel 2016 il primo sopralluogo a Bolzano dei due co-presidenti del European Green Party Reinhard Bütikofer e Monica Frassoni, accompagnati dalla segretaria generale Mar Garcia: un giro d'incontri che ha coinvolto, oltre ai “vertici” provinciali dei Verdi, Edi Rabini della Fondazione Langer, Irene Sentfer dell'Ecoistituto, Andreas Unterkircher di Centaurus, persino Uwe Staffler e il giornalista di ff Georg Mair. L'avvicinamento tra Verdi europei e sudtirolesi è culminato poi nella conferenza internazionale del giugno di quest'anno a Merano, “All Inclusive? Nature and tourism between conflict and symbiosis”, con il sindaco Paul Rösch a fare gli onori di casa. A quel punto, l'unico ostacolo da superare in una strada ormai segnata era il veto all'adesione dei Verdi italiani, trentini in primis, che non avevano ancora digerito lo sgambetto del 2013.
L'accordo
L'esecutivo della Federazione dei Verdi e l'assemblea provinciale dei Verdi-Grüne-Vërc hanno così ratificato un accordo sulla futura cooperazione per superare le divergenze e “lavorare insieme affinché si rafforzi una presenza unitaria verde in Italia” in vista delle elezioni europee 2019. Un gentlemen agreement con una condizione: consultarsi a ogni appuntamento elettorale, fermo restando l'autonomia amministrativa ed economica tra i due soggetti politici. In cambio, i Verdi nazionali non si opporranno alla candidatura dei “South Tyrolean Greens” a Karstad.
La lista Pisapia
Il deputato Florian Kronbichler – nel frattempo uscito da SEL e passato al gruppo parlamentare di “Articolo Uno - Movimento Democratico Progressista” (MDP) con gli scissionisti Pierluigi Bersani e Roberto Speranza – è sempre più vicino a “Campo Progressista” (CP), movimento fondato dall'ex-sindaco di Milano Giuliano Pisapia. Dopo esser stato a lungo corteggiato da Bersani e Massimo D'Alema, Pisapia ha “avviato un percorso programmatico” con il PD dopo l'incontro con il “pontiere” Piero Fassino, incaricato dal segretario Matteo Renzi – in viaggio per l'Italia a bordo del suo treno – di tessere le fila tra PD e sinistra. Campo Progressista chiede “discontinuità” e un garante super partes per un'eventuale coalizione di centrosinistra con i democratici: un modo gentile per chiedere a Renzi di farsi da parte. Alla formazione di Pisapia si sono avvicinati anche i Verdi: prova ne è la presenza della co-presidente del EGP Monica Frassoni all'assemblea progressista e l'incontro tra Fassino e il portavoce della Federazione dei Verdi Angelo Bonelli.
Sembra però allontanarsi l'ipotesi che a Campo Progressista si associno i Radicali di Emma Bonino, con la loro nuova lista +Europa: Bonelli aveva proposto di fare una lista unica CP-Verdi-Radicali dal nome “Ecologia, Europa, Diritti”. Ma, a quanto pare, ai Radicali non va giù che i Verdi diano per scontata una coalizione con il PD. Un'ipotesi contro cui la stessa Bonino avrebbe espresso alcune riserve: “Non ci troviamo d'accordo sui temi della giustizia e dei migranti”.
La lista di Sinistra
Nel frattempo, una nuova formazione della sinistra sta nascendo dall'alleanza tra i fuoriusciti del PD e ciò che resta di SEL, ovvero “Articolo Uno - MDP”, “Possibile” di Pippo Civati – il primo ad aver lasciato il Partito Democratico, nel 2015 – e “Sinistra Italiana” di Nicola Fratoianni. Questo weekend, in tutta Italia, si svolgeranno le prime assemblee provinciali “Per una nuova proposta”, che delineano il percorso verso la “grande assemblea nazionale” del prossimo 3 dicembre a Roma. Mentre è data quasi per certa l'incoronazione del Presidente del Senato Piero Grasso (che ha abbandonato il PD) a leader della nuova aggregazione, c'è un punto interrogativo sulla Presidente della Camera Laura Boldrini, che all'assemblea di Campo Progressista ha dichiarato che “non ci sono più le condizioni” per un'alleanza con il Partito Democratico. MDP, Possibile e Sinistra Italiana escludono qualsiasi alleanza con Renzi e si collocano come alternativa a PD e Movimento 5 Stelle.
E quindi?
I Verdi italiani – grazie ai quali i sudtirolesi aderiranno ai Verdi europei – e il deputato Kronbichler premono per un'alleanza “di centrosinistra” con il PD, che però in Sudtirolo si tradurrebbe in una difficoltosa alleanza anche con la Volkspartei. Il Rosatellum costringerebbe sostanzialmente i Verdi a sostenere i candidati della SVP nei collegi delle valli sia alla Camera che al Senato – e la SVP a contrattare almeno un nome comune altrove, ad esempio nel collegio di Bolzano-Bassa Atesina. Al contempo, è nota la vicinanza soprattutto dei Verdi bolzanini ai “compagni” di Sinistra Italiana, alla eurodeputata di Possibile Elly Schlein e allo stesso Pippo Civati, più volte a Bolzano. Per quanto la tradizionale diffidenza dei sudtirolesi verso le questioni italiane possa avere la meglio, sarà difficile giustificare agli elettori ecologisti il percorso zigzagante che in un anno porterebbe dal "no" al referendum costituzionale alla coalizione con Matteo Renzi.