Ambiente | Sviluppo del territorio

Metri quadri in cambio di metri cubi

A Merano Provincia ed Esercito hanno firmato il loro terzo accordo, con la cessione della caserma Mercanti di Appiano e l'inaugurazione degli alloggi militari alla caserma Polonio di Maia Bassa. Il ministro della difesa, benché atteso, non si è presentato.
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Foto: Euregio Kulturzentrum Toblach

Si vede che ora sono amici, la Provincia autonoma e l’Esercito italiano. Quando Durnwalder, in tarda mattinata, prende la parola, non ci sono formalità. Niente protocollo. “Prima di tutto saluto tutti i qui presenti generali, Lei – si volta e sorride al generale Claudio Graziano –, il suo vicino – è il generale Nicolò Falsaperna –, il nostro amico e comandante – ovvero il generale Alberto Primicerj – e tutti gli altri che lo aiutano...” Niente nomi: piuttosto insolito come incipit. Ancora meglio le prime parole del Capo di stato maggiore dell’Esercito, generale di Corpo d’Armata Claudio Graziano. Porta i saluti del Ministro della Difesa Mauro (che ha dato buca) e del sottosegretario Alfano (Gioacchino). Poi omaggia il presidente della Provincia Durnwalder e il sindaco di Merano. Lo chiama semplicemente “Günther”. Il generale confonde il nome (Günther) con il cognome (Januth). Ma ci sta bene in questo clima di ritrovata amicizia. Di confidenza, perfino.

Nella sala rotonda del Circolo unificato di Merano le autorità sono convenute per la firma del terzo Accordo di programma, della cessione della caserma Mercanti di Appiano alla Provincia e dell’inaugurazione della Palazzina di alloggi militari alla caserma Polonio di Maia Bassa.

“Quando nel 2007 abbiamo firmato il primo Accordo – dice il Presidentissimo – nessuno avrebbe pensato che saremmo arrivati a questo punto”. Ma noi, il succo del discorso, siamo gente seria. Se promettiamo qualcosa, poi seguono i fatti.

Il generale Graziano ricambia la cortesia: “La visione illuminata della Provincia di Bolzano e dei comandanti delle Truppe alpine che si sono succeduti, ha saputo prevenire l’evolvere dei tempi, comprendendo quale fosse la via che ora è diventata per tutti la strada maestra, nell’ottica della razionalizzazione”.

Il protocollo in questione prevede la permuta tra terreni e interventi edilizi. Metri quadri in cambio di metri cubi. In concreto la Provincia costruisce o risana alloggi all’interno delle caserme, ottenendo aree di pari valore di cui l’Alto Adige ha fame e che l’Esercito invece non usa più. A Merano la Provincia ha costruito la Palazzina alloggi per volontari (23.700 metri cubi, 56 alloggi per 224 posti letto, CasaClima B), ad Appiano l’Esercito cede la caserma Mercanti (46.000 metri quadrati).

Un tempo Merano fu la capitale delle penne nere. Oggi l’unico reparto di stanza in riva al Passirio è il 24° reggimento logistico di manovra alpino. Che ricaduta hanno sulla vita cittadina gli accordi per le caserme di Maia Bassa? “È una cosa difficile da stimare”, dice il sindaco Januth (Günther). “A livello urbanistico, penso non solo ad oggi ma anche alle prossime generazioni, la zona delle caserme è una città nella città. Perciò va inserita nell’ambito dello sviluppo previsto dal Master plan. Non è solo una questione di metri cubi. La cosa va considerata come una risorsa nella crescita cittadina”. Il passaggio da un esercito di leva ai reparti professionali che cosa ha comportato? “Merano aveva una grande tradizione rispetto alla leva. Avevamo tre-quattromila ragazzi a fare la naja da noi”, continua Januth. “Oggi sono sei-settecento persone. Vedo però una loro connessione con la città molto più propositiva. Nel senso che sono più vicini al tessuto sociale e si confrontano con noi come prima non avveniva. È una presenza più stabile, c’è grande disponibilità a partecipare e questo per me ha una valenza che va oltre i rapporti economici”.